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venerdì 25 gennaio 2013

Cose che succedono in gelateria


Quando entri in gelateria, di solito ti aspetti un gelato.

Se vai da "Ottimo!", però, trovi anche molto altro.

Non conviene passare quando si è di corsa: una volta entrati nel negozio, non si sa mai cosa ci si può aspettare. Molto spesso, però, non se ne esce in tempi brevi.
Il gestore è un vulcano di parole, con un entusiasmo culinario che straripa da tutti i pori. Te lo comunica per forza, e tu devi ascoltare, perchè è troppo interessante capire come nasce il suo gelato, come gli vengono in mente gusti tipo gorgonzola e marsala, fior d'oliva all'olio extra vergine d'oliva, zucca e amaretti, limone e salvia, rabarbaro e lampone. Ti ipnotizza con i racconti sulla ex fabbrica della "Leone", smantellata mandando al macero tavoli preziosissimi in marmo, stampi delle caramelle, cimeli di cui lui è riuscito a salvarne qualcuno e che esibisce come trofei. Ti spiega come calibri i grassi nei suoi gelati, quanto li limiti e come sia sempre attento a usare solo quelli del latte e derivati, o comunque sani e totalmente privi di grassi vegetali. Il risultato è davvero Ottimo!

L'altro giorno dovevamo andare al cinema dopo 20 minuti: siamo passati a prendere il gelato e Giulio, il gestore, era sprofondato in un libro, "Il lamento del prepuzio", di cui ci ha consigliato la lettura. Era così sprofondato, ma così sprofondato che non ci ha nemmeno introdotto uno dei suoi argomenti "da gelataio". "Sapete, questo libro mi prende tantissimo, devo finirlo!". E così mi sono detta che forse quella volta saremmo riusciti a vedere il film. Invece, dopo trenta secondi, è entrato un signore mastodontico carico di sacchetti di plastica, che ha estratto dalle borse una serie di barattoli di vetro, e si è messo a snocciolarne i contenuti: fichi al rhum, albicocche e pesche al rhum, fichi al liquore di lavanda, idromele, liquore di genziana, salsa di noci e miele, liquore alle trentasette erbe, e così via, finoa riempire tutto il tavolino. Sì dà il caso che non si lamentasse solo il prepuzio di Shalom Arlander, ma anche lo stomaco di Giulio, reduce da un'indigestione. Ma ormai il signore aveva estratto tutte le sue creazioni culinarie, preparate con cura per gli amici, dopo tante gite in montagna con raccolta di erbe fiori e frutti. L'amico era Giulio, ma, vista la situazione, siamo stati "assunti" come amici pure noi. Ci ha porto un cucchiaino (uno solo, tanto eravamo una coppia) e ci ha fatto assaggiare tutti, ma proprio tutti i prodotti che aveva con sè, mentre ci raccontava dei suoi libri di montagna e della sua collaborazione con il CAI. Insomma, alla fine al cinema non siamo andati. Siamo usciti barcollando sotto i fumi dell'alcol, ma abbiamo conosciuto Dario Gardiol, il che è ben più pittoresco (e organolettico) che guardarsi un film.

In conclusione, ogni volta che entri da "Ottimo!" non sai cosa ci troverai, a parte un gelato buonissimo, sano e sempre sperimentale.

Ultimamente, quando ci passo all'ora di pranzo, c'è un capannello di personaggi che parlano di soluzioni di marketing legate alla gelateria. Paiono professionali, preparati, pieni di documenti. Fanno osservazioni argute. Sembra di partecipare a un seminario della Facoltà di Economia.
Speriamo che non trasformino la genuinità dei gelati e di Giulio in un'operazione commerciale, dove anche Dario Gardiol dovrebbe fare domanda in carta bollata e richiesta alla ASL per fare la sua dimostrazione di prodotti tipici...

2 commenti:

  1. Veramente un posto bello, questa gelateria :-) chiunque coltivi la differenza, l'originalità ed uno sguardo critico ed aperto sulle cose, è un benemerito :-)

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  2. Potresti passarci, se capiti a Torino! Però non poco prima della partenza del treno, che poi lo perdi!

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