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venerdì 8 giugno 2012

Effetti del troppo studio troppo protratto, soprattutto in determinati settori

Uno vive una vita normale, facendosi seghe mentali normali, del tipo "Chissà perchè non riesco mai a prendere il tram in tempo anche se vado alla fermata in orario", oppure "Chissà come mai l'autista del tram non accetta i miei continui inviti a uscire con me, anche se ultimamente non ho più potuto parlargliene per via del fatto che perdo sempre il tram".

Poi, di colpo, ha la ventura di incappare in studi neurologici. Diciamo che, fortunatamente, questi studi non capitano a tutti, ma anche i più insospettabili, prima o poi, se li potrebbero trovare tra capo e coda pur iscrivendosi a corsi apparentemente innocui.

Questo tipo di studi farà sì che le vostre piccole seghe mentali quotidiane, magari anche settimanali, bisettimanali o mensili, si moltiplichino e prolifichino come funghi di tarda estate dopo un acquazzone. Tra la selva felciforme del vostro cervello faranno capolino seghe mentali porciniformi, non tanto nel senso piemontesemente baccagliatore del termine, quanto in quello che saranno tutti porci affaracci vostri gestirle.

La sega mentale sarà più incombente all'avvicinarsi dei trent'anni di vita. Infatti, vi sarà detto che vi state rincoglionendo alla velocità della luce, che i vostri neuroni non possono riprodusi, e che dall'età di vent'anni stanno morendo stile campagna di Russia, con accelerazioni intorno alla trentina, e voi non potete farci quasi nulla, salvo mantenere comportamenti che evitino la velocizzazione della strage, tipo non alcolizzarvi, nè drogarvi e via dicendo (tutte cose che forse avete fatto copiosamente per sopportare tutti gli studi che hanno fatto sì che a trent'anni siate ancora sui libri).


A questo punto, per quanto già parecchio rincoglioniti, nonostante siate altamente propensi a dimenticare quasi tutto quello che avete studiato finora, l'immagine dell'ecatombe di neuroni si impossesserà della vostra mente in modo indelebile, e vi si insinuerà per sempre, annidandosi tra le felci cerebrali con radici imperiture, o perlomeno periture solo all'estinzione completa del vostro cervello.
Ogni giorno vi ricorderete che siete meno svegli del giorno prima, che vi ci vuole più tempo a ricordare le cose, ancora di più a capirle, e che qualcuno più giovane di voi potrebbe dilettarsi nel prendervi per i fondelli con maggiore facilità di quanto non avrebbe fatto il giorno prima.
Fior di dimostrazioni potrebbero fioccare sulla vostra vita, coprendola con uno spesso strato di convinzione di essere ormai degni dell'invalidità civile per insufficienza mentale.

Poi, però, leggerete questo pappardellone, perchè ve l'ho linkato io.
Scoprirete a pag. 19 che la situazione non è forse così drammatica.
Con i pochi neuroni che vi rimarranno, tutti dediti alla disperazione, ve lo scorderete.
E continuerete a disperarvi.

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