LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
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mercoledì 22 febbraio 2012

Ricetta della nonna

Dato che ieri era Carnevale ed ero pure in vacanza, ho deciso di cimentarmi nella preparazione di una gustosa e leggera ricetta carnevalizia: le bugie vuote.
Ricordavo con bave alla bocca stile San Bernardo le bugie che faceva mia nonna. Leggerissime, impalpabili. Ti si scioglievano sulla lingua, e per farne un etto dovevi riempirne una betoniera, dopo aver messo sulla bilancia supertecnologica la betoniera e aver premuto il tasto "tara".
Ho deciso che avrei creato le stesse meraviglie, senza peraltro conoscere la ricetta delle suddette, nè aver la minima intenzione di chiederla a mia nonna.
Ho preso il primo sito che mi è comparso digitando su google "Ricetta bugie" e mi sono fidata ciecamente di quello che mi si proponeva, seguendo beceramente la "Ricetta bugie" scritta lì dentro. Ho ammatassato, impastandoli insieme, farina, un sacco di uova, un sacco di burro, grappa, sale, ho dimenticato lo zucchero, ma tanto mi ricordo che mia nonna non lo metteva, e mi pare anche che non mettesse il 90% degli ingredienti che ho messo io ma va bene lo stesso, probabilmente alla mia veneranda età ho scordato il 90% degli ingredienti che metteva mia nonna.
Poi, memore di quello che accadeva nella casa di mia nonna, ho preparato un pentolino alto pieno di olio. Mia nonna metteva l'olio d'oliva, ma io, molto più avanzata nella conoscenza grazie al mio nobilitante lavoro di prof di sostegno, ho vaghi ricordi di una lezione all'alberghiero in cui si diceva che l'olio ideale per friggere è l'olio di arachidi, che ha un punto di fumo molto alto. E allora, giù di olio di arachidi. Un litro nel pentolino.
Per inciso, devo dire che, dopo avervi linkato il punto di fumo e aver letto cosa dice Wikipedia, ho le idee molto ma moooolto più chiare di prima. In ogni caso prima non avevo linkato, non avevo letto wikipedia e avevo messo l'olio di arachidi.
Torniamo a noi.
Avevo la mia pasta passata quelle venti volte ognuna nella macchina per fare i fogli di pasta, l'avevo tagliata con forme casuali dettate dalla mia nota creatività (rombi e striscie), avevo rivestito i fornelli di scatoloni in modo da schermare gli spruzzi e già l'olio di arachidi assumeva forme geometriche inquietanti dentro il pentolino sul fuoco acceso. A destra del pentolino c'era un filare di scottex, che avrebbe garantito alle fragranti bugie di essere asciugate ulteriormente dal poco olio residuo dopo la frittura, per poi essere adagiate in un enorme vassoio e spolverizzate con lo zucchero a velo già inserito nel colino a maglie fitte.
Benedetta, a me, fa un baffo.
Ho anche inserito lo stuzzicadenti nell'olio, che ha sviluppato una serie di bollicine, proprio come doveva essere secondo il primo sito trovato per la ricetta.
Con grande spirito da pioniera, ho lanciato dentro il primo rombo di pasta.
Il rombo è sprofondato fino al fondo del pentolino, è rimasto un po' lì, poi è salito con un'apparenza bianchiccia da pancia di pesce morto.
Ecco, a mia nonna non accadeva proprio questo, ma è perchè non usava l'olio di arachidi.
Si sa, più bianco è il prodotto fritto, meno cancerogena è la frittura.
Aiutandomi con la forchetta, ho pescato la pancia di pesce, che nel frattempo era gonfiata con una rassicurante bolla, come quelle delle bugie della nonna.
Peccato che la forchetta abbia bucato la bolla, e l'olio abbia iniziato a entrarvi dentro.
Quando ho tirato su il prodotto quasi finito, mi ci sarebbe voluto un argano, infatti la forchetta e i miei muscoli piatti da rana convalescente non bastavano a tirar su cotanto peso senza che il tutto si sfracchiasse nuovamente nell'olio, lanciando lapilli unti sul mio pile seminuovo bianco.
L'operazione da "Con grande" fino a "seminuovo bianco" si è ripetuta per otto volte, sostituendo progressivamente a "primo" "secondo", "terzo", "quarto", "quinto", "sesto", "settimo" e "ottavo" e diminuendo di volta in volta lo spirito da pioniera con aumento inversamente proporzionale di macchie gialle sul pile e bruciature sulle mani, voglia di scappare gridando "aiuto!" e fumata bianca, che sfortunatamente non voleva nemmeno dire che Ratzinger era stato rimpiazzato da un papa furbo.
Il nono rombo di pasta è atterrato nel pentolino vuoto rovente.
Non so se quella grigliata valga come nona bugia.
Ero rimasta al fatto che si potessero fare solo fritte o al forno.

Risultato della battuta di cucina: otto bugie del peso specifico pari a quello del mercurio, e con apporto calorico di 500 calorie l'una.
Ottomila calorie in un piatto che pesa due chili.
Duecentocinquanta grammi a bugia.

Un boscaiolo finlandese potrebbe soddisfare il suo fabbisogno di calorie giornaliero ingurgitando quattordici bugie delle mie. Non sarebbe soddisfatto di me. Gliene mancherebbero sei, anche se non sono del tutto sicura che vorrebbe averne altre.
In compenso, potrei nutrire una coppia di caucasici con lavori semisedentari e moderata attività fisica per una giornata intera con solo otto bugie.

Ciò che mi rinfranca è il risparmio di spazio occupato dalle bugie.
In confronto a mia nonna, ho un'efficienza che è meglio della Scottex.


4 commenti:

  1. Questa non è cucina, ma ingegneria estrema!

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  2. Wow, sono un'ingegnera senza saperlo...anzi, forse è meglio che non lo sia, visto il risultato...pensa che creazioni che farei!

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  3. Il boscaiolo finlandese potrebbe soddisfare il suo fabbisogno di calorie giornaliero, ma verrebbe inesorabilmente sorpassato dalla tua insana golosità noncurante delle calorie contenute!

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  4. Solo se io cucinassi altre sei bugie per il boscaiolo e 60 per la mia sanissima golosità :D

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