LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 17 ottobre 2008

SONO RAZZISTA


Sono razzista.

Non vorrei, ma non posso.

E' da quando sono piccolissima che sono razzista.
  • Ero razzista quando a due anni seguivo il vu cumprà sulla spiaggia perché era nero, e cercavo di capire se si era dato la tinta, e gli davo una carezza per vedere se era ancora fresca. Di solito non seguivo i bianchi in spiaggia.

  • Ero razzista quando andavo a insegnare l'italiano agli stranieri. Non mi sarei alzata tutti i sabati all'alba per fare lezioni di francese alla mia vicina di casa caucasica.

  • Ero razzista quando fallivo nel tentativo di convivere nel privato con persone di cultura diversa dalla mia.

  • Ero razzista quando preferivo gli immigrati agli indigeni.

  • Ero razzista quando, in spiaggia, rifuggivo i magrebini. Con le altre persone parlavo.

L'unica cosa in cui posso sperare è l'integrazione tra le culture a livello di Paese, dato che a livello individuale e, soprattutto, privato, e, ancor di più, intimo, proprio non ci sono riuscita.

Ora che leggo questo, e poi questo, mi chiedo cosa vada più nel verso dell'integrazione, come surrogato ultimo del non-razzismo forse irrealizzabile, perlomeno non realizzabile fin nei nuclei delle più piccole cellule che esistono su questo mondo.

La mozione Cota, proposta dalla Lega, propone classi differenziali per gli alunni che non passano test di italiano all'ingresso delle scuole. Io non dico che questi stranieri non debbano imparare l'italiano, ma non sono d'accordo con le classi differenziali per i seguenti motivi:

  1. i corsi di alfabetizzazione esistono già, a latere rispetto alla normale frequenza scolastica, e si potrebbe perfezionare questo aspetto, che è già avviato, invece di investire soldi in un progetto complicatissimo che richiede uno sforzo organizzativo di cui forse le scuole, nello stato ( e Stato) in cui versano, non sono all'altezza ( o bassezza). Un'idea potrebbe essere quella di organizzare un mese di corsi intensivi PRIMA che inizi l'anno scolastico, in modo che chi non sa la lingua possa imparare le basi;

  2. è importante essere in una classe in cui non ci sono solo stranieri ( normocomposta) fin dall'inizio, perchè altrimenti si rischia di creare gruppetti monoculturali, da cui poi sarà difficile uscire. Un gruppetto monoculturale si può facilmente formare in poco tempo, e lo può fare anche in una classe integrata, figuriamoci in una in cui ci sono molti più esponenti dello stesso gruppo culturale insieme. Questo capita non solo a scuola, ma nelle società in generale, e non mi pare il caso che la scuola incoraggi situazioni che facilitino l'isolamento di una classe culturale nella sua bolla.

  3. pensateci: se vi trovate in Inghilterra da soli, e dovete sopravvivere, e magari vi interessa pure quell'inglese lì, che incontrate ogni tanto, siete più o meno stimolati rispetto all'essere in Inghilterra insieme a 4 o 5 italiani, 5 o 6 spagnoli, 7 o 8 francesi, in una scuola dove c'è un solo inglese, il vostro professore, che vi insegna l'inglese? La necessità aguzza l'ingegno, e l'integrazione aguzza l'apprendimento della lingua.

  4. il mio terrore è che, seppur l'idea di classe differenziata preveda pochi mesi di "isolamento", per poi essere integrati in una classe "normale" ( cosa già di per sè non molto bella ai miei occhi), una volta formate ( faticosamente) le classi, poi queste rimangano immote per molto più di qualche mese. Siamo in Italia, il Paese dove nulla è definitivo come il provvisorio!

  5. se le classi "normali", senza immigrati che devono imparare la lingua, procedono più velocemente nel programma, e quelle differenziali, dovendo insegnare anche la lingua, vanno ragionevolmente più adagio sui programmi, " i differenziali" rimarranno sempre indietro rispetti ai "normali", e si creerà una crepa di scissione tra i due che farà sì che le classi "differenziali" si perpetuino nel tempo.

Ma vi rendete conto di cosa ho scritto nel punto 5? Ho fatto una differenza tra "differenziali" e "normali": insomma, due classi di persone, le persone di serie "differenziale" e quelle di serie "normale".

A questo porta la mozione Cota.

PS Da ricerca condotta da Fischer e Fischer nel 2002, risulta che il sistema scolastico attualmente vigente non solo non costituisca un ostacolo per gli stranieri, ma anzi possa diventare uno strumento di mobilità sociale. Infatti, su un campione di 500 studenti stranieri di terza media, a parità di condizione sociale, gli autoctoni hanno avuto un 30% di insuccesso scolastico, contro il 23% degli immigrati!! Del resto, in Italia, le uniche cose che derogano al principio secondo cui nulla è definitivo come il provvisorio, sono quelle che funzionano, che vengono immediatamente cambiate.

2 commenti:

  1. ..ieri ho visto un film sull'integrazione nella scuola e sul lavoro dell'insegnante. Visto che è il tuo settore, se non l'hai visto te lo consiglio, si chiama freedom writers ed è tratto da una storia vera
    Bye

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  2. Visto. Storiam vera ma inverosimile, invero utopica.

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