LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 20 dicembre 2007

Natale si avvicina

<< La città è un luccicare di lustrini regali Babbi Natale promozioni alberi di Natale pacchetti fiocchi. Da piccola avevo sempre amato l’atmosfera delle feste. Osavo perfino asserire che era il mio periodo preferito, perfino più dell’estate con i suoi tre mesi di vacanza. Affermazione significativa, per una bambina che al termine delle vacanze scolastiche (qualsiasi vacanza scolastica) avrebbe preferito prendere a testate un muro piuttosto che rimettersi sui banchi.
Camminiamo abbracciati. Mi piace affondare l’alluce dentro la sua cintura, e sentire tutta la struttura ossea del mio compagno assestarsi ad ogni passo. Il passeggero dubbio che Mamour sperasse che non ce la facessi a trovarlo e tornassi in Italia con le pive nel sacco è accantonato. Lui è felice, mi prospetta già i manicaretti che mi cucinerà mentre lavorerò, e che troverò sulla tavola imbandita al ritorno dall’hotel. Non mi sembra un atteggiamento da persona scocciata.
Ora la priorità è trovare un regalo per i suoi fratelli. Deve riuscire a condensare in una sola soluzione i gusti di ben sei persone. Il piccolo Ibrahim sicuramente vorrà un gioco. Le sorelle, Boirika e Penda, saranno interessate a ben altro, e lo stesso si può dire del secondogenito Malaw e di Mamadou, con i suoi sedici anni.
Alla fine viene stabilito che il dono più gradito sarà sicuramente una piattaforma per videogiochi, che metterà d’accordo tutti, soprattutto Mamour, che non vede l’ora di usarla a sua volta. Alla faccia della sua saggezza e maturità, dirai, caro lettore. Tutto sommato è un bene che il fanciullino che c’è in noi sopravviva, ti risponderò io.
Tutto va bene, la situazione volge al meglio, ma io non posso starmene in panciolle a godere di questo beato istante per più di mezz’ora. Infatti, all’incirca al trentunesimo minuto di passeggiata, esordisco con una delle mie solite osservazioni argute.
- Ma fate qualcosa per Natale?
Faccio la gnorri, pur sapendo che l’anno precedente aveva fatto un pranzo in famiglia.
- Certo, facciamo un pranzo.
- Ma mi sto chiedendo come mai ti preoccupi tanto per i regali natalizi.
- Beh, dopodomani è Natale, sarebbe quasi ora.
- Uh, sì, vero. Ma… che ne pensi di quest’atmosfera? La trovi natalizia?
Mi guardo intorno.
- Mah, sì, è natalizia, ci sono le decorazioni, i regali in vetrina, si, è natalizia, perché me lo chiedi?
Anche lui dà un’occhiata vaga all’ambiente circostante.
- Perché da piccola impazzivo per l’atmosfera natalizia, ora invece non la sento molto.
- Beh, si vede che è una festa particolarmente dedicata ai bambini. Anche io la sentivo di più da bambino.
Passano due ragazzini, tutti immersi nel loro videogioco tascabile. Ci urtano, talmente sono presi.
- Sì, ma quello che mi dispiace è il fatto che non si viva più il vero senso del Natale.
- Perché? Quale sarebbe il vero senso del Natale?
- Beh, lo dice il nome stesso…Natale…giorno della nascita, è la nascita di Gesù. La cosa è nata tutta da lì, ma la gente correndo e pensando solo ai regali ha scordato tutto.
Arrossisco, mentre gesticolo nell’aria per porre maggiore enfasi sulle mie parole, o semplicemente perché sono italiana, e, come dicono i francesi, per impedire di parlare ad un italiano basta legargli le mani.
- Ma cosa stai dicendo? Il Natale è una festa di tutti! Il Natale E’ farsi regali! Che cosa diavolo vai farneticando con il tuo spirito bigotto ed ottuso?
Alzando il volume e mettendosi a camminare in mezzo alla strada, a tre metri da me.
- No, il Natale è una festa religiosa, come origine. Non dico che sia sbagliato farsi i regali, ma non si tratta SOLO di questo, che tu lo voglia o no!
Mi accorgo di essere paonazza, guardandomi nello specchio che c’è nella vetrina davanti a cui ci siamo fermati.
- No, invece si tratta SOLO di questo!
Urla come un ossesso e tutti ci guardano, alla faccia dell’uomo calmo e misurato per cui si fa passare.
- Beh, probabilmente per la tua religione è una festa così senza motivo, e mi pare anche normale, dato che i musulmani non dovrebbero nemmeno festeggiarla!
- Ma cosa stai dicendo? Il Natale è una festa laica, è una festa dello Stato, le scuole chiudono. Non ha nulla a che vedere con il tuo bigottismo.
Camminiamo a grande distanza, tra la folla, e alziamo sempre di più il volume.
- Ma che bigottismo! Sto solo dicendo che io come cattolica penso che i cattolici dovrebbero pensare che è il giorno della nascita di Gesù. E gli altri facciano come vogliono.
- Dovrebbero! Verbo dovere! Ecco! Tu sei una dittatrice, bigotta e ottusa. Questa me la segno, dopo quella del musulmano dell’anno scorso e questa del Natale, non pensare che ti veda con lo stesso occhio. Tutto questo va ad incidere sul mio atteggiamento verso di te e verso il nostro futuro.
- Ma che futuro? Noi non abbiamo futuro! Se ti comporti così ora, figurati se fossimo sposati. Mi USERESTI come sforna-figli e donna delle pulizie!
Entro in un negozio, ci aggiriamo tra le bancarelle basse cariche di oggetti luccicanti. Lui mi segue continuando la discussione.
- Ah, è questo quello che pensi di me! Bene. Io e te siamo una coppia a tempo determinato. Non penso di poter condividere la mia vita con un’integralista ottusa come te.
Questa volta è lui che s’intrufola in un grande magazzino tecnologico, e io cerco di raggiungerlo, lanciando le ultime cartucce.
- E neppure io con un invasato di matrimonio e figli musulmano!

Camminiamo più vicini. In silenzio.
Lo osservo.
Guarda dritto davanti a sé. I suoi lineamenti sono dolci e belli anche quando è arrabbiato. Cerco di rimuovere l’accaduto, di relegarlo in un angolo del mio cervello e chiuderlo a chiave, come dice di fare lui per non impazzire con me e i miei capricci e comportamenti sbagliati. Mi avvicino e gli prendo la mano. Me la scaraventa lontano. Lo abbraccio: stringo tra le mie braccia un tronco. Torniamo a casa fianco a fianco. >>


("M@l d'@fric@_no", Mattea Rolfo, Editore non si sa, 2006)

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