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sabato 17 novembre 2007

Le origini della vergogna


Ero bel bella sul tram, a Torino (già, sarebbe questa la "nuova" città dove vivo).

Ero lì seduta con la mente che vagava nel mio mondo personale, fatto di consolanti gelati al cioccolato e minacciosa partita doppia, quando mi si è parato davanti agli occhi un wurstel sbocconcellato. Sono uscita dalla mia dimensione e ho messo a fuoco quello che era attaccato al salume: un tipo alto brizzolato, che mi sorrideva di un sorriso cariato. "Vuoi?". Dato che quello che mi si parava alla vista era l'incrocio tra una pubblicità realizzata "alla De Sica" (con attori non professionisti, ammesso e non concesso che De Sica avrebbe accettato di pubblicizzare un wurstel) e questo, ho espresso il mio diniego.

Dopo varie insistenze, il compagno di viaggio ha iniziato ad allungarmi sotto il mento una scatola di wafers. Si vede che seguiva una dieta particolare in cui si mangiano solo cose inizianti per w. Dopo il mio ventiseiesimo diniego, ha pensato bene di condividere la merenda con il suolo del tram, spargendo copiosamente briciole in ogni sua parte.

Poi, dopo un quarto d'ora, si è anche presentato.

Non con il nome, con l'origine.

"Io non sono di Torino".

Io sono spesso tonta come una foca monaca (anche se in certi momenti la foca potrebbe offendersi di ciò), stento a riconoscere qualsiasi cosa, non leggo nemmeno le scritte sui manifesti, ma era manifesto che lui fosse rumeno, come è manifesto che io discenda da millenni e millenni di avi piemontesi purosangue, con tanto di é chiuse e o chiuse.

"Io nemmeno, sono di Cuneo".

"Io invece sono SICILIANO".

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