C'era una volta un Carrefour medio grande, con un enorme piazzale davanti, quasi in centro a una città quasi grande.
Ce n'era anche un altro medio piccolo non lontano, un Carrefour che sembrava una famiglia, dove non c'era granché da comprare ma ci andavi perché ci lavorava gente simpatica, e poi mettevano nei lineari la roba che scadeva dopo davanti e quella che scadeva prima dietro. Un sacco di fatica sprecata.
Un bel giorno il Carrefour medio piccolo ebbe sempre meno cose da comprare, poi i lineari diventarono vuoti come il frigo di un single e alla fine chiuse.
Nell'edificio di quello grande ci fu per un sacco di tempo un gran cantiere. Alla fine del gran cantiere sorse una Esselunga mega gigante, di cui ho già parlato per la bella sensazione che mi genera entrare lì dentro.
Il Carrefour medio-grande, però, ha resistito. Adesso sopravvive nelle spire del boa constrictor del colosso della GDA, che lo avviluppa proprio fisicamente.
Che poi, la Esselunga è italiana, il Carrefour francese: vediamo con le lunghe mani dell'influenza del pensiero trumpiano su quello meloniano cosa succederà.