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giovedì 20 giugno 2024

Il non-latte al gusto di latte sugli scaffali corti della Esselunga

Uno si aggira per i lineari della Esselunga, che già di per loro sono minacciosi, e non si rende conto nemmeno del perché. Probabilmente perché la merce è tutta allineata in un modo completamente diverso rispetto a tutti gli altri supermercati. In quasi tutta la GDO, si vede un prodotto e gli altri esemplari sono incolonnati dietro al primo. In questo, invece, il lineare è poco profondo e molto largo, e i prodotti sono quasi tutti in vista, uno la replica dell'altro, come tanti gemelli omozigoti o cloni pronti ad avviluppare abbindolosamente il cliente che si aggira nei labirinti delle menti di chi ne ha concepito la disposizione. 

L'aggirarsi è legato alla ricerca del latte di avena, tanto apprezzato per il suo gusto di avena. 

Dato che in un supermercato come la Esselunga, con i lineari poco profondi, si creano dei percorsi lunghissimi, in cui si è bombardati non da tutta la gamma di prodotti, ma proprio da TUTTI i prodotti, in preda a un senso di vertigine da overdose commerciale, uno fatica tantissimo a trovare i latti. Che poi sono solo di mucca. Quelli vegetali sono altrove, in un'altra sfilza di cloni. Nell'ipnotico peregrinare sotto gli effetti psichedelici del marketing, uno incappa in 45 esemplari, tutti ugualmente in vista, di questo:
In preda a un frustrato sconforto, gira la confezione e legge:
Nel delirium tremens da Esselunga, gli basta la scritta AVENA. Non può ricorrere a Yuka, perché ha in una mano il cestino e nell'altra il bombardatore con cui scannerizza comodamente la merce senza dover poi passare in cassa. 

Tornato a casa, apre la confezione, con le ghiandole salivari tutte festanti all'idea di gustare il sapore dell'avena. Ecco. No. Il sapore è uguale a quello del latte. Ma proprio uguale. E dire che a uno il latte non è mai piaciuto. Fosse intollerante, ok. Ma proprio a lui non piace il gusto del latte. 
Poi guarda meglio gli ingredienti:
Oltre all'avena, lì dentro c'è di tutto: anche la cicoria e i piselli. Pure i fosfati di potassio, pieni di fosforo, che se già c'è nei dentifrici c'è scritto di sputare bene tutto, perché se si assume in eccesso può compromettere la mineralizzazione delle ossa, danneggiare i reni, aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e cancro al seno. Poi c'è un bell'aroma artificiale, probabilmente al gusto di latte. Tutte cose che nel latte vero e in quello normale di avena non ci sono.  
L'aspetto divertente è che c'è pure scritto "FONTE DI CALCIO", sia davanti, in grosso, sia dietro, in neretto (oltre che vitamina D2): c'è calcio in aggiunta, con dubbia utilità antagonista rispetto al fosfato, scritto tra gli ingredienti come se fosse innocuo: del resto, conta solo quello che è urlato e sbandierato. 

Insomma, per rendere latte simile al vero il latte finto, si mettono insieme un sacco di schifezze.

Uno, amareggiato, beve lo stesso il non-latte al gusto di latte, che si deposita come un mattone sul suo stomaco: non è intollerante al lattosio. Lo è alla stupidità.

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