venerdì 31 ottobre 2008
Mi biodegrado e mi spezzo anche
Dato che domani vado via ( a proposito, non mi dovreste leggere fino a lunedì, a meno che non sia colta da febbre del blogger spaesato calamitato in internet-coffee viaggifero), oggi ho voluto accedere ai miei mitici due sacchetti nella cassettiera. In realtà, però, di sacchetti ce n'erano più di due, dato il mio ordine leggendario.
Ragion per cui, ne ho preso uno di quelli che di solito non prendo, tanto per dare ai miei sacchetti da cassetto pari opportunità di vedere il mondo.
Ho preso il più grande e ho inziato a metterci dentro mutande calzini canottiere reggiseni eccetera eccetera.
In realtà, però, più ci mettevo roba dentro, più la roba stava fuori, perchè il sacchetto era pieno di buchi, e poi mi sono ritrovata in mano tanti buchi pieni di sacchetto, e poi c'erano solo più buchi e niente sacchetto.
Già, perchè ora la natura conta più di prima.
Dato che la natura conta di più, i sacchetti, invece di essere contati, sono sempre più biodegradabili.
Il che significa che, invece di avere 3 sacchetti biodegradabili di un certo spessore, che riciclo per altri usi oltre quello della spesa, al supermercato mi danno 457845 sacchetti dello spessore delle ali di una farfalla anoressica, con su scritto: "sacchetto biodegradabile". E spesso "usami più volte". Allora tu, ignaro consumatore fiducioso, prendi i tuoi 457845 sacchetti, li pieghi e ripieghi tutti a triangolini pittoreschi, li metti tutti in un sacchettone grosso, e poi li vorresti usare per molti altri usi: peccato che, quando li apri, abbiano già iniziato il loro processo di biodegradazione.
Risultato: usi una volta sola 457845 sacchetti, invece di usare 152615 volte 3 sacchetti.
giovedì 30 ottobre 2008
Fallimento e fastidio
E' giunto il momento di arrendersi.
Non ce l'ho fatta.
Vi ricordate di questa idea?
Questa qua sotto:
Se non ve la ricordate, cliccate sull'immagine qui sopra e rileggetevi il post, con tutti i commenti.
L'idea sembrava buona, tanto che anche il mitico eiochemipensavo me l'aveva pubblicizzata, e pure Stark si era offerto di partecipare all'hackeraggio.
Ebbene, in tutto questo mese di ottobre ho continuato a inviare alternativamente i tre messaggi di risposta proposti a tutti i sondaggi ( quasi a tutti, quando non ero impegnata a gestire code e pentole a pressione volanti o frotte di adolescenti o frotte di tardolescenti).
L'idea, però, non si è rivelata buona.
Non è mai stata pubblicata una risposta preconfezionata.
Ora, le opzioni sono due, e io propendo fortemente per una delle due.
Ma non vi dico quale.
OPZIONE 1: quelli del tg2 sono troppo forti, e hanno capito che le risposte erano una presa per i fondelli.
OPZIONE 2: quelli del tg2 leggono il mio blog.
mercoledì 29 ottobre 2008
Pressioni incontrollate
martedì 28 ottobre 2008
lunedì 27 ottobre 2008
Dalle stalle ALLE stelle, ma dalle stelle ALLE stalle?
sabato 25 ottobre 2008
Fame chimica
giovedì 23 ottobre 2008
martedì 21 ottobre 2008
Prospettive
lunedì 20 ottobre 2008
Entre les murs
- Ragazzi quasi sempre seduti;
- ragazzi che interagiscono con il prof SEMPRE;
- silenzio di sottofondo.
Mettete ragazzi quasi sempre in piedi, che gridano quasi utto il tempo, che interagiscono con te ogni tanto, ma ogni tanto non vuol dire sempre, e ottenete qualcosa di simile alla realtà.
Bel film, da vedere.
venerdì 17 ottobre 2008
SONO RAZZISTA
- Ero razzista quando a due anni seguivo il vu cumprà sulla spiaggia perché era nero, e cercavo di capire se si era dato la tinta, e gli davo una carezza per vedere se era ancora fresca. Di solito non seguivo i bianchi in spiaggia.
- Ero razzista quando andavo a insegnare l'italiano agli stranieri. Non mi sarei alzata tutti i sabati all'alba per fare lezioni di francese alla mia vicina di casa caucasica.
- Ero razzista quando fallivo nel tentativo di convivere nel privato con persone di cultura diversa dalla mia.
- Ero razzista quando preferivo gli immigrati agli indigeni.
- Ero razzista quando, in spiaggia, rifuggivo i magrebini. Con le altre persone parlavo.
L'unica cosa in cui posso sperare è l'integrazione tra le culture a livello di Paese, dato che a livello individuale e, soprattutto, privato, e, ancor di più, intimo, proprio non ci sono riuscita.
Ora che leggo questo, e poi questo, mi chiedo cosa vada più nel verso dell'integrazione, come surrogato ultimo del non-razzismo forse irrealizzabile, perlomeno non realizzabile fin nei nuclei delle più piccole cellule che esistono su questo mondo.
La mozione Cota, proposta dalla Lega, propone classi differenziali per gli alunni che non passano test di italiano all'ingresso delle scuole. Io non dico che questi stranieri non debbano imparare l'italiano, ma non sono d'accordo con le classi differenziali per i seguenti motivi:
- i corsi di alfabetizzazione esistono già, a latere rispetto alla normale frequenza scolastica, e si potrebbe perfezionare questo aspetto, che è già avviato, invece di investire soldi in un progetto complicatissimo che richiede uno sforzo organizzativo di cui forse le scuole, nello stato ( e Stato) in cui versano, non sono all'altezza ( o bassezza). Un'idea potrebbe essere quella di organizzare un mese di corsi intensivi PRIMA che inizi l'anno scolastico, in modo che chi non sa la lingua possa imparare le basi;
- è importante essere in una classe in cui non ci sono solo stranieri ( normocomposta) fin dall'inizio, perchè altrimenti si rischia di creare gruppetti monoculturali, da cui poi sarà difficile uscire. Un gruppetto monoculturale si può facilmente formare in poco tempo, e lo può fare anche in una classe integrata, figuriamoci in una in cui ci sono molti più esponenti dello stesso gruppo culturale insieme. Questo capita non solo a scuola, ma nelle società in generale, e non mi pare il caso che la scuola incoraggi situazioni che facilitino l'isolamento di una classe culturale nella sua bolla.
- pensateci: se vi trovate in Inghilterra da soli, e dovete sopravvivere, e magari vi interessa pure quell'inglese lì, che incontrate ogni tanto, siete più o meno stimolati rispetto all'essere in Inghilterra insieme a 4 o 5 italiani, 5 o 6 spagnoli, 7 o 8 francesi, in una scuola dove c'è un solo inglese, il vostro professore, che vi insegna l'inglese? La necessità aguzza l'ingegno, e l'integrazione aguzza l'apprendimento della lingua.
- il mio terrore è che, seppur l'idea di classe differenziata preveda pochi mesi di "isolamento", per poi essere integrati in una classe "normale" ( cosa già di per sè non molto bella ai miei occhi), una volta formate ( faticosamente) le classi, poi queste rimangano immote per molto più di qualche mese. Siamo in Italia, il Paese dove nulla è definitivo come il provvisorio!
- se le classi "normali", senza immigrati che devono imparare la lingua, procedono più velocemente nel programma, e quelle differenziali, dovendo insegnare anche la lingua, vanno ragionevolmente più adagio sui programmi, " i differenziali" rimarranno sempre indietro rispetti ai "normali", e si creerà una crepa di scissione tra i due che farà sì che le classi "differenziali" si perpetuino nel tempo.
Ma vi rendete conto di cosa ho scritto nel punto 5? Ho fatto una differenza tra "differenziali" e "normali": insomma, due classi di persone, le persone di serie "differenziale" e quelle di serie "normale".
A questo porta la mozione Cota.
PS Da ricerca condotta da Fischer e Fischer nel 2002, risulta che il sistema scolastico attualmente vigente non solo non costituisca un ostacolo per gli stranieri, ma anzi possa diventare uno strumento di mobilità sociale. Infatti, su un campione di 500 studenti stranieri di terza media, a parità di condizione sociale, gli autoctoni hanno avuto un 30% di insuccesso scolastico, contro il 23% degli immigrati!! Del resto, in Italia, le uniche cose che derogano al principio secondo cui nulla è definitivo come il provvisorio, sono quelle che funzionano, che vengono immediatamente cambiate.
giovedì 16 ottobre 2008
Che fortuna!
- non ha perdite urinarie ( e io non le ho, quindi dovrei sentirmi sollevata);
- non ha la dentiera che balla ( e io non ho la dentiera, al massimo mi ballano i denti se mi prendo un pugno sul grugno);
- non ha le controindicazioni della menopausa ( e io ho ancora un po' di anni prima di preoccuparmene, a meno che non decida di farmi sterilizzare nei prossimi giorni).
Penso che registrerò tutte le pubblicità mattutine per guardarmele e sentirmi incredibilmente fortunata.
O, forse, mi basta registrarne tre minuti, dato che le tre pubblicità erano una dopo l'altra!
mercoledì 15 ottobre 2008
File militari
martedì 14 ottobre 2008
Il ritorno alla carta
lunedì 13 ottobre 2008
Microonde multitache
Ma questa ricettina credo non l'abbiate ancora provata ( o forse qualcuno sì).
INGREDIENTI
un microonde;
1 accendino/fiammiferi;
due sottotazzina da caffè;
un bicchiere bello grosso, tipo boccale da birra;
un pezzo di carta arrotolato.
SVOLGIMENTO
Aprite il mocroonde, e piazzate i due sottotazza sul piatto. Appoggiatevi sopra il boccale rivolto all'ingiù, in modo che ci sia uno spazio tra il boccale e il piatto. Se non riuscite con i sottotazza, procuratevi altri sostegni, purchè introducibili nel forno in funzione senza danni. Quindi, accendete il pezzo di carta arrotolato e piazzatelo sotto il bicchiere, in modo che la fiamma rimanga al suo interno. Con la fiamma ancora accesa, chiudete lo sportello e accendete il forno a potenza massima.
Allontanatevi e osservate cosa succede.
Assicuro che non vi esploderà in microonde, e non vi saranno danni osservabili.
Vi consiglio caldamente di provare a fare l'esperimento senza guardare cosa succede ( cosa che potete fare cliccando qui ). Ché se no vi rovinate la sorpresa.
sabato 11 ottobre 2008
Spleen
Sur l’ésprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l’horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits;
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l’ésperance, comme une chauve-souris,
S’en va battant les murs de sons aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris;
Quand la pluie étalant ses immenses trainées
D’une vaste prison imite les barreaux,
Et qu’un peuple muet d’infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrement.
Et de longs courbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme; l’Espoir,
Vaincu, pleure, et l’Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir."
Come un coperchio al gemebondo spirito
Preda di lunghe accidie, e a noi, abbracciando
Tutto il cerchio dell'orizzonte, versa
Un buio lume, più triste che notte;
Quando la terra si trasforma in umido
Carcere dove la Speranza, come
Un pipistrello, se ne va sbattendo
Contro i muri la sua timida ala,
Urtando il capo a putridi soffitti;
Quando la pioggia, stendendo le sue
Immense strisce, imita le sbarre
D'una vasta prigione, e un muto popolo
Di ragni infami al fondo del cervello
Viene a tenderci le sue reti,
Campane erompono furiose e lanciano
Verso il cielo uno spaventoso urlo,
Come spiriti erranti e senza patria
Che diano in gemiti, ostinatamente.
E dei lunghi, funerei cortei
Vanno sfilando nell'anima mia
Senza tamburi né musica, lenti.
È in lacrime, ormai vinta, la Speranza;
L'atroce Angoscia mi pianta, dispotica,
sul cranio chino il suo vessillo nero.)
venerdì 10 ottobre 2008
Consigli per vivere sani, belli e rilassati. Insomma, come me. Quasi.
giovedì 9 ottobre 2008
mercoledì 8 ottobre 2008
Nevica
martedì 7 ottobre 2008
Ricchi & poveri
- i ricchi sono ricchi perchè hanno delle entrate/riserve pregresse di molto superiori ai loro fabbisogni, ragion per cui, soddisfacendo sia le loro esigenze basali, sia qualche velleità aggiuntiva ( perchè posso permetterselo) avanzano ancora tanto denaro.
- i poveri, invece, sono quelli che hanno delle entrate/riserve pregresse di molto inferiori ai loro fabbisogni, ragion per cui non arrivano o arrivano a stento a soddisfare le loro esigenze basali.
Quindi, in queste zone, a parità di entrate ( chiamiamole entrate medio-alte) e riserve ( chiamiamole riserve pregresse nella media) ci sono coloro che:
- economizzano di più -> si arricchiscono di più, a scapito del godersi la vita -> vivono nell'avarizia -> muoiono ricchi, riservando agli eredi riserve pregresse al di sopra della media.
- si godono la vita economizzando meno -> rimangono abbastanza poveri -> si godono la vita, forse a scapito degli imprevisti, che li colgono di sorpresa -> muoiono poveri, assicurando ai discendenti riserve pregresse al di sotto della media.
Questa potrebbe essere la dimostrazione del perchè molte persone ricche sono avare e viceversa.
c.v.d.
lunedì 6 ottobre 2008
La macchina della poesia
giovedì 2 ottobre 2008
Manifestazione a Roma del IX ciclo S.I.S.
In effetti, vi chiederete come faccia ad essere qui davanti al pc e anche a Roma. Infatti sono qui e basta. Per il dono dell'ubiquità sono ancora in lista d'attesa. Prima di girare per il mondo con un pc sulle ginocchia connesso via satellite aspetto di avere il cervello lobotomizzato al 100% ( la cosa accadrà verso aprile, quando sarò abilitata).
Ebbene, io sono qui nonostante avessi ferma intenzione di essere là perchè ho deciso di fidarmi delle dichiarazioni dell'Aprea, che assicura che saremo inseriti nelle graduatorie di prima fascia a pettine. Per i non addetti ai lavori, questo significa essere trattati nè più nè meno come i nostri predecessori di altri VIII cicli S.I.S..
Io sono qui perchè mi fido.
Loro sono là perchè non si fidano.
Oggigiorno, chi si fida pare essere lobotomizzato al 90%.
Ecco perchè, prima che sia Aprile, mi manca solo più un misero 10%.
Io , però, in linea generale, preferisco provare ancora a fidarmi, nonostante tutto.