LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 17 febbraio 2023

La rosa calpestata

Sono al semaforo in bici, e c'è un venditore di etnia non chiara, seduto esausto sul marciapiede, con una transenna tra le scapole, un mazzo di rose incartate una a una in grembo. Lo fisso, sì, perché sono una brutta persona di quelle che fissano ciò che attira la loro attenzione, e noto che ha un'espressione stanca, di quella stanchezza senza speranza, o così mi sembra. Sembra materializzarsi il suo pensiero: "speriamo che non diventi mai più rosso per le macchine", ma invece il semaforo, con puntualità bovina, diventa rosso, e lui si deve alzare, e si tira su un po' come si tirano su alcuni alunni quando li chiamo a venire alla lavagna, e, con la stessa pesantezza con cui maneggiano il pennarello, maneggia il mazzo di rose, tanto che una finisce per terra e lui, travolto dalla pesantezza ineluttabile dei movimenti periodici, la calpesta, e io, lì, in bici, gli dico: "E' caduta una rosa!" Non uso il "tu", ché Mattia Feltri in un suo "Buongiorno" su "La Stampa" qualche giorno fa diceva che è da razzisti dare del tu agli immigrati (in realtà questo personaggio, può essere di qualunque posto, anche di San Mauro torinese). Per Feltri, la dignità, gliela si attribuisce dando del "lei", ma io del "lei" non glielo do, perché, non so bene in base a cosa, mi sembra che non gli darei nessuna dignità nemmeno così. E così non gli do del nulla, mi tengo sul vago, ma, evidentemente, l'avevo intuito che con lui non ci sarebbe stato né "tu" né "lei" che valessero: mi guarda con gli occhi sbarrati del capriolo braccato dal leone, e sussurra un "Chiedo perdono". 
Ma non c'è nessun perdono da chiedere.
C'è solo da chinarsi, prendere la rosa, provare a venderla insieme alle altre ai guidatori spazientiti chiusi nelle loro scatolette fumose. 

mercoledì 15 febbraio 2023

Duro vs Zelensky


Ok che è passata quasi una settimana ed è tardi, ma ci tengo a dire che al festival di Sanremo c'era il mio comico preferito che è Angelo Duro, che, qualsiasi cosa dica, a me fa ridere. Ecco, vado su Yotube, guardo un suo video qualunque e rido. Ora, mi chiedo perché, invece, a Sanremo, non facesse ridere. Secondo me era una strategia. Perché non è possibile che uno che fa ridere (me) sempre, poi, al festival non faccia ridere (me e nemmeno la gente seduta là, a giudicare dalle facce). In ogni caso, ci tengo a precisare che lui non avrà fatto ridere, ma è andato in onda dieci minuti prima dell'una, mentre Zelensky, sarà che non fa proprio per nulla ma per nulla ridere, nemmeno nelle aspettative, è andato in onda ben più tardi.