Cito qui sotto Paolo Nugnes: è quello che ha documentato meglio la possibilità di esprimere il proprio dissenso ai partiti che si presentano a queste elezioni.
<<>Astensione Attiva:
...Tutto si basa su un uso "PUNTIGLIOSO" della legge D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104 (Il segretario dell'Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000).
...Tutto si basa su un uso "PUNTIGLIOSO" della legge D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104 (Il segretario dell'Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000).
Illustro nei dettagli il sistema:
ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E FARSI VIDIMARE LA SCHEDA
ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E FARSI VIDIMARE LA SCHEDA
- ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (DOPO VIDIMATA), dicendo: "Rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!"
- PRETENDERE CHE VENGA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA
- ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO DI AGGIUGERE, IN CALCE AL VERBALE, UN COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO (ad esempio "Nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta")
COSI' FACENDO NON VOTERETE, ED EVITERETE CHE IL VOTO, NULLO O BIANCO, SIA CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO CON PIU' VOTI.
Trasmetto il commento ricevuto da un presidente di seggio.
Il rifiuto a votare è previsto dalla nostra legge ancora in vigore, legge (più di una in verità con relativi regolamenti e varie) che regolamenta ciò che è consentito fare e non fare. Ho appena riletto gli opuscoli che vengono forniti ai presidenti di seggio all'atto delle presa in possesso del seggio stesso.Il rifiuto al voto fra l'altro rappresenta la bestia nera non solo per i presidenti di seggio, ma soprattutto per il segretario che deve compilare in triplice copia i verbali , indipendentemente poi dalla nota a verbale da parte dell'elettore. Mediamente si perde dalla mezz'ora (per i segretari più sgamati) all'ora buona, e se questo viene fatto durante l'ora di punta (prima dell'ora di pranzo e prima dell'ora di cena), si capisce bene che questo comporta un bel casino, con i santi che scendono dal paradiso da parte dei presidenti e segretari di seggio.Dal punto di vista politico è sicuramente molto ma molto più significante e rilevante rispetto sia alle schede nulle (al quale si dà il valore di chi non sa votare) sia delle schede bianche (valore di chi non sa decidere) che al non andare a votare (che addirittura scompare nell'oblio).Il rifiuto al voto può diventare quindi una risposta politica molto forte, ma ancora una volta senza nessun risvolto pratico immediato, ma solo simbolico. A patto però che questa sia una risposta di massa. Se si raggiungesse una percentuale del 4-5 % degli aventi diritto...Chi dovesse praticare questo metodo deve sapere che dovrà essere determinato, perché le azioni per scoraggiarlo saranno molto ma molto forti non solo da parte del presidente di seggio, ma anche da parte di vigili o rappresentanti della forza pubblica.>>
Mi permetto di essere amareggiata sul fatto che esercitare un diritto in Italia debba spesso diventare una fatica pazzesca, un atto di coraggio, mentre dovrebbe essere, appunto, un diritto.
E' normale che una persona che vuole praticare l'astensione attiva debba avere il coltello tra i denti ed essere pronta ad affrontare resistenze da ogni fronte?
E' normale che una persona che vuole praticare l'astensione attiva debba avere il coltello tra i denti ed essere pronta ad affrontare resistenze da ogni fronte?
Oltretutto l'azione sarebbe logica se la si facesse in tanti.
Ma quanti pensate che abbiano il fegato di affrontare una situazione simile, anche se animati da ferme intenzioni?
Siamo in Italia!
ATTENZIONE! LEGGETE I COMMENTI! (Parce qu'il n'y a que les imbéciles qui ne changent jamais d'avis, diceva un vecchio presunto saggio)
il diritto al non voto è una bufala che gira su internet da un pò di settimane!
RispondiEliminaqui ulteriori spiegazioni:
RispondiEliminahttp://www.grillonews.com/index.php?option=com_content&task=view&id=178&Itemid=1
Vero, vero, in effetti allora è inutile...azzz...
RispondiElimina“To vote or not to vote…that is the question…."
Valutazione utente: / 55
ScarsoOttimo
“Presentate il documento, prendete le schede vidimate che il presidente del seggio vi presenta, esercitate il diritto di rifiutare la scheda elettorale, pretendete di far mettere a verbale un vostro commento di motivazione al rifiuto. Il risultato? Evitare di far rientrare il proprio “non-voto” nei calcoli per il premio di maggioranza ed intasare i seggi”.
Questo, in sintesi, è il messaggio che sta circolando all’interno dei boards dei meetup, in giro per l’Italia, da un po’ di giorni. Senza alcun dubbio si tratta di una proposta estremamente evocativa se non fosse che non poggia su alcuna base normativa. Ma andiamo per ordine. In primis, la premessa contenuta in questi messaggi di esorto al “rifiuto della scheda” risulta giuridicamente erronea. Si sostiene, infatti, che le schede bianche e quelle nulle vengano fatte rientrare all’interno dei calcoli per l’assegnazione del premio di maggioranza: prima inesattezza. L’attuale legge elettorale (c.d. “Porcellum” – L. 270/2005 che modifica il D.P.R. 361/1957), prevede che i calcoli per l’assegnazione dei seggi (e quindi anche del premio di maggioranza) vengano effettuati sulla base dei "voti validi espressi" (vedi art.1 comma 12 della legge stessa). Risulta pertanto palese che con tale termine il legislatore si riferisce ai soli voti validi, ritenendo le schede nulle e bianche insignificanti ai fini dei conteggi. In secondo luogo, il nostro ordinamento in merito alla possibilità di “rifiuto del voto”, non prevede alcuna fattispecie di tal genere. Si potrebbe, per analogia, far rientrare questo tipo di “rifiuto” all’interno dei casi di “voto fuori dalla cabina” (vedi art.62 D.P.R. 361/1957) e di “artificioso indugio nell’espressione di voto” (vedi art.46 del T.U. n.570 del 1960 ovvero art. 44 D.P.R. 361/1957): in entrambi i casi, comunque, si tratterebbe di voto nullo. Ulteriore conferma è il fatto che queste schede, insieme con quelle deteriorate, verranno inserite dal presidente del seggio in un apposito plico, parificandole così alle schede nulle. Infine, in merito alla richiesta di inserimento in calce al verbale di seggio, di un commento dell’elettore “rifiutante”, è bene non creare confusione: se da una parte vi sono norme che regolano le modalità di espletamento del voto, ve ne sono delle altre che regolano il “buon funzionamento del seggio”. L’art.104 del D.P.R. 361/1957, unico riferimento giuridico a cui rimandano i sostenitori di questa proposta, rientra in quest’ultima categoria: prevede la possibilità, per l’elettore, di ottenere dal segretario di seggio la verbalizzazione di proteste o reclami relativi esclusivamente alle modalità di espletamento delle votazioni.
In sostanza la possibilità di inserire a verbale proprie considerazioni non ha alcun collegamento con il rifiuto della scheda ma è un diritto concesso agli elettori di segnalare alcuni "malfunzionamenti", di carattere procedurale, all'interno dei seggi. La norma in questione manifesta la chiara volontà del legislatore di garantire che anche l’elettore, oltre alle forze dell’ordine preposte, possa effettuare un controllo sulla regolarità delle operazioni di voto. Peraltro, bisogna sottolineare come la legge sancisca espressamente l’obbligo dell’elettore di tenere un comportamento che, all’interno delle regole descritte, non pregiudichi il normale svolgimento delle operazioni di voto (oltre alle norme suddette, si rinvia, per esempio, all’art. 102 comma 2 D.P.R. 361/1957).
Abbiamo ritenuto opportuno, pertanto, fare chiarezza sulle proposte di astensionismo attivo consci che il nostro non è un partito, consci che tra noi non partono direttive dall’alto cui occorre allinearsi per il “bene del partito” che va al di là dell’interesse personale. La personale visione del fenomeno meetup è di un movimento multiforme, post-moderno centrato attorno alla piattaforma elettronica che consente di scambiare quotidianamente una sterminata massa di informazioni, come sottolineato anche da Enrico Milič, che ha diretto una ricerca per conto di Swg avente come oggetto di studio quattro sedi meetup (Napoli, Prato, Trieste, Treviso). Alla luce di questa visione a quanto pare condivisa, messa in luce dallo studio suddetto, consideriamo il nostro movimento un gruppo di Individui Informati, ed è a loro che ci rivolgiamo principalmente: la rete meetup.com legata al blog di Grillo è un laboratorio di idee, uno spazio per confrontarsi e maturare un’opinione. E se qualcuno dissente non verrà sputato ed offeso come è accaduto all’interno del Parlamento.
Secondo l’analisi che si è condotta l’astensionismo, in tutte le sue forme, non garantisce alcuna visibilità al movimento che, per di più, non sarà rappresentato da alcuna entità politica a livello nazionale. Ciò non significa che i membri non siano liberi di votare scheda nulla o di rimanere a casa il prossimo 13-14 aprile. Il movimento si diluirà nel dinamico marasma delle alleanze che hanno dato un nuovo tenue colore al quadro politico italiano, e nel groppo in gola che accompagnerà le passeggiate di chi deciderà di non recarsi alle urne. Nonostante tutto continuiamo a pensare che stiamo maturando una dignità incomparabile a quanto accaduto al senatore Cusumano appartenente a quella “cosa” che ci ostiniamo a chiamare partito, rispondente al nome di Udeur di Clemente Mastella.
Io l'ho fatta l'astensione attiva con tanto di testimoni e quando sono uscito dal seggio mi sono sentito pienamente soddisfatto per aver finalmente espresso il mio vero pensiero.
RispondiEliminaQuindi dici che ha funzionato, nonostante tutto. Almeno per te.
RispondiElimina