LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 30 maggio 2017

Sapere all'improvviso

Vai in un bar o in un locale in pausa pranzo da tantissimo tempo.
Il vitto ti dà una soddisfazione tale da far sì che continui a frequentarlo. 
Ci mangi dei panini belli croccanti che la barista ti porge con le sue manine, dopo averli fatti sempre con le sue manine, e averli packagingati con le sue manine. 
E' bello quando ci vai, perché è un momento di relax, di piacevolezza per le tue papille gustative disgustate dall'acidità provocata dai vari eventi lavorativi che avviluppano e accerchiano il momento della pausa, isola di piacevolezza in mezzo a quel mare di burocrazia scocciature clienti rompiscatole colleghi lagnosi indisponenti arroganti.

Un giorno vai in bagno e ci trovi la barista, cioè, tutto subito non sai che lei è lì, ma senti i rumori tipici dell'evacuazione completa al di là della porta, mentre aspetti che venga il tuo turno. Quando arriva il momento esce lei, la tua barista. Ti riconosce, ti saluta, ti sorride. Tu ti inoltri verso la tazza, lei si inoltra a sua volta, ma invece che verso il lavandino, va direttamente verso la porta d'uscita.

Sono momento dolorosi, momenti in cui la consapevolezza ti trafigge con una spadata di realtà.

Fai quello che dovevi fare, ti lavi le mani con il sapone ripetendoti l'alfabeto dalla A alla Z mentre fai movimenti rotatori e sfregatori, poi esci e ti avvicini alla vetrina dei panini.  La contempli con la nuova consapevolezza che riveste ogni tramezzino di un velo di disgusto. Cerchi di non farci caso, ordini uno di quelli che prima ti facevano salivare con pavloviano istinto già lungo la strada verso il bar. Vedi la tua barista che agguanta (senza guanti) il prescelto con le due mani, per avvolgerlo nel tovagliolino prima di tendertelo. Vedi i suoi dieci polpastrelli toccare dieci microsuperfici di quello che dovrai addentare, masticare e deglutire.

Razionalizzi, ti dici che tutto sommato sono anni anni e anni che si svolge questa scena, e che l'unica differenza è che TU SAI.
Un po' come il marito o la moglie o il fidanzato/a cornificato/a da un sacco di tempo, che, fino al giorno della triste scoperta era felice, e da quel momento in poi cade nel buco nero del sospetto e della mancanza di fiducia.
E poi qualcuno ha detto che la verità rende liberi.
Già non si sa bene cosa sia la verità, poi la libertà non si crede manco che esista, direi che si è messi bene.

Per il momento ti puoi solo dire che la verità aiuta la dieta.
Infatti, niente da fare, il panino è diventato cattivo, troppo salato, troppo viscido, troppo umido, troppo poco croccante. La cameriera si sta trasformando davanti ai tuoi occhi un una specie di Gremlin cattivo, per quanto tu sappia benissimo che non è sola, che il mondo è pieno di Gremlin cattivi e che sei sempre sopravvissuto, e che, se fossero quelle le cattiverie del mondo, il mondo sarebbe salvo, e che hai fatto le peggio cose senza preoccuparti, tipo leccare gocce di yogurt che ti erano cadute su un pavimento lavato per l'ultima volta mesi prima, a volte anche su tappeti persiani mai puliti, insistendo con la lingua tra una setola e l'altra per evitarvi l'effetto "tutti pazzi per Mary", che hai mangiato insetti alle bancarelle di qualche paese orientale senza preoccuparti, anzi sentendoti un figo, ma niente.

Sei stato tradito dalla barista.

Ormai nemmeno il perdono può più nulla contro l'inarrestabile disgusto che creeranno tutti i panini che consumerai lì dentro.
La barista, ormai con le fattezze del Gremlin cattivo per il resto dei vostri giorni, ti potrà essere sempre simpatica, ma ad ogni addentamento di ogni cibo da lei preparato arriverà puntuale il conato di vomito che ti farà capire che hai perso definitivamente l'idillio iniziale.

Ti puoi dire che tutto sommato, da oggi in poi il disgusto lavorativo sarà intervallato da un altro disgusto, in modo tale che lo sbalzo tra disgusto e piccolo momento di estasi non ti faccia soffrire di più nel pomeriggio.

Puoi prepararti tu, nella tua casa, il pranzo, tanto sei così abituato e transigente verso te stesso che potresti anche tagliare il pane con la sega elettrica che usi in garage per spalmarvi dentro il Philadelphia con lo scovolino del cesso.

Oppure puoi cambiare bar, con tutti gli eventi nuovi e imprevedibili che potrebbero presentartisi.

Oppure puoi chiedere alla tua barista come mai non si lavi le mani.
Lei, se non è una tipa che si offende, ti risponderà candidamente che le fa schifo il lavandino del clienti, che preferisce lavarsi con il sapone antibatterico del bar (questo, ovviamente, anche se in realtà è una che se ne sbatte dell'igiene e non ha un sapone antibatterico).
Se invece è una che si offende, provvederà ad aggiungere ingredienti segreti ai tuoi pranzi.

Conoscere la verità non ti sarà concesso, come prima del resto.

Non ti resterà che il sospetto

5 commenti:

  1. Ma invece di fare le "lamentazioni" su di un blog perché non cambi bar o ti porti un panino da casa ?!

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  2. Io mica mi lamento, anzi, ringrazio la barista per avermi dato l'opportunità di scrivere questo post.
    E poi direi che non hai letto fino alla fine, perché ho previsto tutte le opzioni.

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  3. Esatto. Concordo con l'anonimo sopra. Ho letto tutto ma...son lamentazioni, non post...bho.. Tu chiamale se vuoi velleità artistiche

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  4. In realtà me lo sono pure inventato... Lamentazioni per una cosa che non esiste. Però mi sono divertita

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  5. Bé immagino visto che hai commentato ben 120 secondi dopo...

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