LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 30 gennaio 2017

Acqua senza parole


(foto di Rafal Makiela)

Quando uno sta sott'acqua e guarda la gente sott'acqua, vede che sono tutti perfetti, compatti, sfidanti la forza di gravità.

Poi, quando questi tutti escono dall'acqua, all'improvviso subiscono metamorfosi kafkiane.

La sirenetta che nuotava nella corsia vicino alla tua è in verità una grande obesa che cammina a fatica con gli interni coscia scartavetrati dall'attrito, le gambe bucherellate da una mitragliata di cellulite, le braccia allargate per l'adipe che le sborda dal giro ascella del costume intero, teso come la pelle di un tamburo sulle sue rotondità smagliate. Il seno che pareva innaturalmente pushuppato, sulla terraferma indulge sotto l'ombelico, incerto se fermarsi o continuare la sua discesa verso gli inferi.

L'atletico nuotatore che sfrecciava alla tua sinistra è in realtà il perfetto stereotipo di camionista, solo che le sue tette coppa 5, schiacciate dalla pressione dell'acqua, sembravano poderosi pettorali; la sua pancia, appiattita subacqueamente, ora che cammina mollemente sciabattando sul bordo vasca, è precipitata mollemente giù, oltre l'orlo del costumino da piscina che poco spazio lascia all'immaginazione e molto allo sconforto.

L'acqua crea un mondo diverso, dove i giudizi che normalmente si affibiano alla gente, volenti o meno, vengono meno: cambiano in base al cambiamento degli assi di riferimento.

 Sarebbe bello poter comunicare senza quelle barriere psicologiche che solo il mondo emerso crea.

Purtroppo, solo il mondo emerso permette di comunicare con parole, e quando si emerge per farlo, riemergono anche tutti i pre-, concomito- e post-giudizi legati a dove siamo abituati a giudicare.

E' sempre così, chi ha acqua non ha parole, e chi ha parole non ha acqua.

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