LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 19 maggio 2016

Giochi

Tempo fa avevo rallegrato i lettori con un'interessantissima proposta di sibilla casalinga e giocosa.
La sibilla in questione consisteva in un ventaglio di opzioni fino a ventisette, concomitanti con combinazioni di frutta secca e cioccolato di copertura, a cui abbinare risposte a quesiti esistenziali più o meno ramificati. Meglio dell'oroscopo, che ha solo dodici varianti e oltretutto ci vincola a una sola opportunità per niente cangiante nel tempo.
Nel caso delle dragées, invece, ci si può sbizzarrire nell'inventare, più degli astrologhi, risposte assurde su ognuna delle quali si può ricadere.
E le dragées stanno lì, tranquille. Non prendono decisioni svincolate dal loro proprietario, e finché non vengono mangiate tutte, assolvono al loro compito di dare risposte casuali a domande per cui non c'è risposta.
Il fatto è che, dopo anni e anni di scommesse da quattro soldi, peraltro quasi sempre sconfessate dalla realtà, che generalmente trova la ventottesima opzione a cui non si era assolutamente pensato, uno, dopo aver pensato di giocare con i cioccolatini, si rende conto che sono stati loro a prendersi gioco di lui, e che è diventato di 156 kg.

Al che si mette a fare jogging e smette di andare all'Eurospin.

Facendo jogging, si ritrova a passare sempre davanti a un negozio di musica, e il negozio si estende per una serie piuttosto lunga di vetrine specializzatissime, e in una di queste c'è un tavolino proprio attaccato alla vetrata e dietro il tavolino una sediolina, e sul tavolino un sacco di pezzi di tromba e attrezzi. Girato verso la strada, sulla sediolina, c'è un vecchietto canuto e barbuto, con gli occhi azzurri, una specie di babbo Natale magro specializzato in riparazione trombe. Invece di farsi un laboratorio come tutti farebbero, esiliato in un sottoscala nel retrobottega, si è messo lì, per guardare la gente che passa, per evitare di vedere sempre gli stessi colleghi e gli stessi clienti tipici di un negozio che, in quel preciso reparto, vende e ripara solo trombe.
Ovviamente non è sempre lì, perché si immagina che a volte debba andare in magazzino, altre parli con clienti, altre ancora stia al bar di fronte a bersi un caffettino.
E così, lo scommettitore folle che passa lì davanti correndo inizia a fare giochini sulla presenza o meno del riparatrombe.

E' una dipendenza, non si può smettere stando semplicemente alla larga da Eurospin e frutta secca con cioccolato.

E' come quando uno smette di mangiarsi le unghie
e inizia a scarnificarsi la testa a furia di grattate,
smette di scarnificarsi la testa a furia di grattate
e inizia a farsi cicchettini alle 8 del mattino,
smette di iniziare a farsi cicchettini alle 8 del mattino
e inizia a drogarsi,
insomma, cose che capitano a tutti.
Alla fine forse si ricomincia con le unghie.
Se va bene.

Se uno ha la dipendenza da insulse scommesse con se stesso, le farà comunque prendendo come pretesto qualsiasi cosa.
In questo caso, il riparatrombe.
Un po' come una puntata su nero o rosso della roulette.
C'è o non c'è.
Semplice, lineare.
"Sarò felice nei prossimi 50 anni? Se c'è sì, se non c'è no".
Se poi c'è, ci si compiace stoltamente.
Se non c'è, ci si dice che sono tutte cagate e ci si compiace stoltamente dell'essersi corretti nella propria assurda superstizione autoprodotta.
La costante è lo stolto autocompiacimento.

Un giorno, però, presi dalla scommessa in atto, si arriva davanti alla famigerata vetrina, ci si gira, il vecchietto c'è, ci si compiace stoltamente come sempre, ma succede qualcosa di imprevisto.
Il vecchietto ci vede.
Ci fissa con i suoi occhi azzurri interlocutori.
Ci osserva.
Cavoli, con la frutta secca non succedeva.
Ecco cosa accade a lasciare la via vecchia per la nuova.
Ci si rende conto che il vecchietto,
a sua volta,
scommette sul nostro passaggio o meno davanti alla sua vetrina.

E così,
si credeva di usare come giochino il vecchietto,
ma non che
anche il vecchietto usasse noi come giochino.
Cambia l'oggetto/soggetto,
non cambia il risultato.
Era solo più prevedibile,
essendo animato da un'anima.

Chi vuol giocare giochi,
ma poi non si stupisca di perdere
o di essere giocato.

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