LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 29 febbraio 2016

Casino galattico per la vita annullata


Si sa, quando si parla o si scrive, capita spesso di commettere errori, che vengono poi definiti lapsus freudiani.

Fin qui, tutto noto.

Tutto noto finché non si passa all'attuale modalità di comunicazione: tramite smartphone.

Lo smartphone ha idrovorato talmente ogni conversazione che ci ritroviamo a scrivere ai colleghi d'ufficio tramite Whatsapp, i genitori mandano ai figli un messaggino Viber dalla cucina alla stanza per dire loro che è pronto in tavola, se si è con Qualcuno si parla con Qualcun Altro tramite Facebook messenger, per poi comunicare con Qualcuno via Hangouts mentre si è con Qualcun Altro.
La comunicazione in versione live si può definire assente, o, egualmente, un grandissimo lapsus freudiano (nel senso latino di caduta, morte dello scambio). Tutto quello che si potrebbe dire sfugge dalla punta della lingua, perché nel frattempo si è così impegnati nella comunicazione smartphonica via Telegram che, se si è a fare una merenda all'inglese da un'amica, si pucciano i biscotti nell'acqua del criceto anzichè nella propria tazza, che rimane in ogni caso vuota, dato che l'amica stessa ha versato il thè nel ficus benjamin, assorbita da una conversazione su Skype da cellulare.

Bisogna qui ricordare che gli smartphone sono dotati di tastiere a prova di polpastrello adulto. Bisognerebbe essere delle rane per poter centrare i tasti con sicurezza tale da digitare sulla tastiera qwerty touch screen e farne uscire frasi sensate. Invece siamo umani, e i nostri polpastrelli tondeggianti poco si adattano alle tastiere da noi inventate per noi stessi. E così ci siamo industriati e abbiamo inventato metodologie innovative per raggiungere una scrittura comprensibile eseguibile a velocità tollerabili.
Una di queste è il riconoscimento vocale, ché se uno sta guidando, detta e invia senza leggere quello che l'apparecchio scrive al posto suo, quando ferma l'auto e rilegge quello che ha inviato capisce che forse sarebbe stato meglio andare all'Ipercoop, comprare l'antico carabattolone Nokia in plastica da 25 €  e affidarsi agli sms una volta toccata terra con i piedi anzichè con le ruote, o anche tumularsi in un bunker segreto in cui non prenda nessuna compagnia telefonica e tantomeno il wi-fi.
Un'altra diavoleria contemporanea è lo Swype, che consiste nel trascinare il dito sulle lettere che più o meno compongono la parola che si vorrebbe partorire, più o meno nell'ordine giusto, per vederla comparire come per magia. Ma si sa, le magie vengono solo se si è bravi illusionisti, e la maggior parte di noi non lo è. E così, anche in questo caso, si rimanda a quello che sarebbe stato meglio nel caso del riconoscimento vocale.

Ché poi, quando uno sbaglia a digitare e invia compulsivamente il messaggio prima di controllarlo, tende a giustificarsi successivamente dicendo "E' stato il T9". ma che T9!?! Il T9 risale ai tempi del carabattolone Nokia in plastica dell'Ipercoop. Ormai dire T9 è come sostenere che si ha il contratto telefonico con la Omnitel, o quello del fisso con la Sip. Ma poi che fisso? Pure il fisso è out.

Chiediamo a un sedicenne cosa sia il T9. Ci guarderà con occhio vitreo da triglia andata a male sul banco del mercato del pesce. Ok, ci saranno buone chance che ci guardi così anche senza che glielo chiediamo, ma questo è dovuto alla paralisi oculare da eccesso di smartphone.

In ogni caso, e qui vengo al dunque (e, dato che sono vecchia, chiamerò T9 ogni metodo di inserimento di testo in finestre di messaggio, avvalendomi di licenza poformatica), a volte si mandano messaggi così sbagliati da sembrare visionari, o preveggenti, o postveggenti.
Ma si può parlare di lapsus freudiano?
Non siamo mica noi ad aver sbagliato a livello d'inconscio, è il nostro cellulare.
Ma il nostro cellulare non è forse colui con cui abbiamo passato più tempo?
E se già solo la pagina di ricerca Google ci sommerge di banner pubblicitari di materassi dalle mille molle insacchettate solo perché abbiamo cercato una nostra conoscenza che di cognome fa Materassi, figurarsi il nostro smartphone, dopo tutte quelle che ha visto.
Il nostro cellulare è ormai una parte di noi, un cervello sostitutivo del nostro ormai fumante per le onde elettromagnetiche, una specie di intelligenza centrale che quella di Solaris ci fa un baffo.
E allora, anche se è solo un errore di T9, quando invece di inviare
"Casino galattico x la gita annullata"
uno  invia
"Casino galattico x la vita annullata",
magari ci pensa un po' su.

8 commenti:

  1. Hahahahahaha! ops scusa... volevo dire ahahahahahahahah!
    L'occhio di triglia è eccezionale. ;-)

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  2. Andare a dormire ridendo due sette di fila non é male... O diventa ripetitivo? (Commento posteri DAK cellulare senza nemmeno un lapsus freudiano...)

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  3. lo Smartphone strumento oracolare...il prolungamento dell'inconscio in un'umanizzata low-tech come in un racconto di Ghidson o la profusione dell'anima negli oggetti con cui ci relazioniamo come in un romanzo di Pirsing... Quasi una tappa evolutiva,una nuova sinapsi che oltrepassa quelle desuete lobo temporali per passare a connessioni extra corporee...insinuando il dubbio se questo sia bene o male e oltrepassandolo scoprendo che non c'è bene o male ma solo vita che per quanto si cerchi di indirizzare offre sempre inaspettate relazioni con se stessi. Geniale!

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  4. Ho sempre apprezzato molto i libri di Ghidson, ma forse preferisco addirittura quelli di Pirsing

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  5. In effetti il post prospetta una smart-evoluzione che- non fosse per l'intruso (l'inconscio di Freud)- parrebbe realizzare il sogno del romanticismo trascendentale, il tormento di Schelling di trovare lo spirito in un oggetto. Lo smartphone si staglia sul paesaggio brullo delle relazioni come una natura- composizione artificiosa (ingiunzione paradossale) – in cui si materializza lo spirito che viaggia per tappe.
    Solaris certo, ma per continuare a fare abotte da fantascienziati , anche il monolito di 2001 Odissea Smartphonica ( scusate, lapsus linkato da T9!). Un telefono gigante che si staglia come un monolito nero lucido ronzante magnetico come rumori pensati sognati sepolti provenienti tuttavia da un'altra dimensione. Sarà il motivo per cui, per strada, in compagnia di qualcuno (lo scriverei con la minuscola minuscolissima per sottolineare la dimensione terrena) arrivino i ronzii pesanti oltretombali di Qualcun'altro (maiuscola perchè è un provenienza senza tempo e luogo da un punto omega fantascientifico e impervio per menti ignorantemente dotte, figurarsi quelle a grana grossa!) e, come i primati o gli umani del film, si resti incantati divanti all'oggetto raggiante lucore che mai i suoi raggi depone. Il Grande Telefono, soglia di una grande memoria, soglia di una grande preveggenza, soglia di una grande idiozia.
    Il T9 funziona allora come un diavoletto divertito, un robot suggeritore, una versione goliardica di Hal 9000, che moltiplica sul palcoscenico (sul postscenico no, grazie al mirabile autoediting del creatore-blogger) equivoci, giochi di parole grotteschi, effetti rivelativi, nuovi livelli di consapevolezza (!). Sottolinerei anche il suo valore giustificativo: errori di lessico iniettati dal diabolico dottor T9 sulla base dell''adusaggine' ad un vocabolario limitato. Più difficile che intervenga a giustificare l'oscenità del periodare, ma tant'è....
    Effetto diavoletto alla fine: poniamo a titolo di esempio che un romantico poeta (per tornare all'inzio) 'swaypi' il suo capolavoro in una situazione simile . Poniamo che col suo smart-romantico smartphone sia scrivendo la più grande poesia, trascinante al limite la spiritualità filosofica romantica. Poniamo che tale poeta – con un certo salto temporale certo - sia un assiduo lettore del blog presente.
    Striscerebbe serpentino sulla qwerty:

    'Ich sehe dich in Tausend Bildern
    …........., lieblich ausgedrückt,
    doch keins von allen kann dich schildern,
    wie meine Spigoblog dich erblickt.........'

    L'intruso è evidente, senza necessità di traduzioni; è bastato digitare la S e il diavoletto ha fatto il suo gioco pericoloso, perchè se poi la poesia era indirizzata al cielo o altri...boh....
    D'altra parte l'ironia era una caratteristica romantica....anche se non proprio in questo senso.....

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  6. Noto in questo commento un sacco di interessanti citazioni di artisti veramente esistiti/enti (a differenza di altri)...però ce n'è una non linkata...quella dei raggi...mai deposti dal monolito oscuro in questo caso...

    Non capisco bene se il monolito sia di sesso maschile/neutro (in tal caso c'è un errore di grammatica) o femminile (in quest'altro caso c'è un errore di battitura, forse del T9) ;) [come sono puntigliosa...]

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  7. PS Ho un commentatore DSA...ora predispongo il PdP...Ho finalmente capito (con aiuto dal pubblico) che in realtà Ghidson e Pirsing sono Gibson e Pirsig!

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  8. La puntigliosità starebbe meglio in una lista di pregi che di difetti!
    Trattasi di una citazione di un errore di grammatica....ehm....d'altra parte nella dimensione 'altra' la grammatica è gioiosamente ignorata....
    Sempre in ogni caso colpa del T9...
    o forse tanto digitò il lettore l'errore, che il povero T9 così lo memorizzò
    ....dilemmi da spacciato.....

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