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martedì 15 dicembre 2015

Odissea smartphonica


Noi insegnanti quest'anno abbiamo il privilegio di poter spendere 500 € per attività di aggiornamento, visite di mostre, visione di film al cinema, acquisto libri, acquisto hardware destinato al lavoro a scuola.
Ho pensato di comprarmi un bello smartphone.
L'idea mi è balenata in mente ovviamente prima che le faq (in senso inglese del termine) del MIUR stabilissero che per hardware coperto dal bonus si intende ogni dispositivo informatico non atto a telefonare. Effettivamente, se uso uno smartphone per compilare il registro elettronico (dato che non ho un apposito dispositivo fornito dalla scuola) e caricare file su Dropbox ai miei alunni è molto meno didattico che semi avvalgo di un tablet per fare la stessa cosa.

Nella mia ignoranza in termini di faq, mi sono messa a studiare che telefono comprare. Mi sono decisa per il Sony Z3 compact, perché ho visto che può fare un intero ciclo in lavastoviglie e funzionare ancora, nonché essere scaraventato attraverso una strada e non rompersi. Si tratta di tutt'una serie di attività a cui mi dedico giornalmente. Non perché lavi i telefoni, ma perché sono così distratta che, quando carico le stoviglie, magari scrivendo messaggini o telefonando, capita che mi metta a digitare su un bicchiere e piazzi il telefono sulla griglia dell'elettrodomestico. Quando mi sposto per la città in bici smessaggiando, telefonando e facendo ricerche su google, spesso mi scappa di mano lo smartphone e si fa un giretto sull'asfalto.
Il telefono, purtroppo ma anche per fortuna, non mi è mai arrivato dal famoso sito di elettronica on-line pluripallato, che mi ha rimborsato la cifra dopo un mese di attesa.

Dopo la pratica di rimborso, ho pensato bene di procurarmi un bel Samsung Galaxy S3 neo, che costava la metà del primo. Anche perché nel frattempo, nel giro di due mesi, avevo già usato quasi tutto il bonus in cinema, teatro, ingressi a musei e libri secondo la mia usuale vita sociale.
Per essere sicura, ho fatto l'ordine su Amazon. Nonostante la pietà per i dipendenti che devono tenersi la pipì per tutto il turno, correndo come gazzelle e senza avere nemmeno il tempo di pensare che stanno facendo una vita da cani (cosa tutto sommato più terapeutica che anni di psicologo), ho voluto tutelare i miei interessi di cliente di siti di vendite on-line. Le speranze sono state ben riposte Aleno apparentemente. Non avevo ancora cliccato sul bottone "Paga" di Paypal che già il pacco era nelle mie mani. Si trattava di un pacco vero e proprio: dopo essermi industriata con tutorial vari nel trasformare la mia antiquata SIM normodotata in una miniSIM al corrente con i tempi (subdotati), il telefono non me la leggeva. Affetta da egocentrismo esagerato, ho ritenuto di aver cannato l'operazione chirurgica sulla SIM. Ho pertanto speso 10 € e 2 ore di coda alla Vodafone per farmi creare una miniSIM nuova e scoprire che la mia andava benissimo e che lo smartphone era difettoso.
Ho pertanto seguito minuziosamente le istruzioni per la pratica di reso, che mi hanno portata a altre 2 ore di coda alle poste per spedire alla ditta di Amazon il vero pacco.

Abbastanza satura di code, ne ho fatta un'ultima per comprare un Wiko Ridge da Mediaworld, controllando che funzionasse, e comprando anche la copertina protettiva, per poi scoprire a casa di aver cannato quello che avrei potuto cannare al 50%, esistendo due modelli di Wiko Ridge. Andando il giorno dopo a cambiare la suddetta, ho lasciato cinque minuti la macchina con le doppie frecce in sosta vietata ma per nulla fastidiosa. All'uscita di Mediaworld mi sono ritrovata una bella multa da 40 €, con cui avrei potuto ricomprare altre 4 copertine, rivestendo il cellulare così tanto da garantirmi le performance lavastoviglio-stradali del Sony Z3 compact.
Il giorno dopo, come da legge di Murphy delle più stronze, mi è ritornato a casa il Samsung Galaxy reso ad Amazon, riparato. Mi sono ritrovata con due smartphone da 200 € l'uno. Chiamando la ditta, ho scoperto che - cosa mai accaduta nella vita della ditta - si sono incasinati e hanno confuso il reso con una garanzia. Soluzione? Rispedire lo smartphone. Mi armo di pazienza e mi godo altre due ore di coda alle Poste centrali. Quando esco mi sento leggera, felice e totalmente satura di code.

Dopo due settimane ancora la ditta non mi ha rimborsato i 200 € e le due spedizioni. Mi informo e mi dicono che il telefono non è ancora arrivato. Un bel venerdì notte mi ritrovo una letterina nella buca delle lettere, consegnata a mano, ma non da Babbo Natale con le renne. E' una stRenna pre-natalizia...un foglio delle Poste con su scritto di chiamare urgentemente un numero di cellulare. Al risveglio del sabato decido di farmi del bene iniziando il week end con la telefonata alle Poste. Mi risponde un tizio molto gentile, forse troppo gentile. Mi dice che - cosa mai accaduta nella vita dell'ufficio di smistamento generale dove lavora - il mio telefono è stato rubato, e devo attraversare mezza Torino per ritirare il cadavere dell'involucro e la denuncia, nonché un po' di pacche consolatorie sulla spalla. E' proprio necessario che attraversi tutta Torino, ritrovandomi, dopo un'ora di pedalata, in un edificio anonimo vicino a un campo ROM, nel remake del videoclip di "Black hole sun". Dall'usciere al postino, dall'addetto allo scaricamento camion all'impiegata, tutti mi sorridono con tutti i denti chehanno, e seguono il mio percorso girandosi e confabulando tra di loro.
"Ohhh, eccola, venga qui, venga qui". Una ragazza mi dà pacche simboliche sulle spalle con la sola forza dello sguardo. Sento a livello empatico i suoi "pat pat". "Non era mai successa una cosa così. E' la prima volta nella storia del mio contratto presso Poste italiane. Tutto quello che posso fare è darle l'involucro del cellulare e la denuncia del furto avvenuto nel centro smistamento di Napoli. Mi sono sbattuta un sacco per lei perché di solito nessuno ruba nulla in questi centri...". Mi sento lusingata anche se satura dalle perdite di tempo legate a un cellulare che non possiederò mai.
"Deve fare la pratica di reclamo sul sito di Poste.it". Pat pat.
"E mi verrà rimborsato il valore del cellulare, delle due spezioni, e del danno materiale e morale?". "No, spero caldamente che lei possa recuperare almeno i 9 € dell'ultima spedizione".

Pat pat.

Son soddisfazioni.

Non rimborsate dal MIUR.

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