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venerdì 5 dicembre 2014

Politica (scolastica) vs scuola (letteraria)


Ero tutta contenta di andare al Circolo dei lettori ad ascoltare la presentazione del libro di una mia ex collega, Raffaella Grisotto, che ha scritto "Diciotto ore".
Ho chiamato vari amici e siamo arrivati. Lei era là, tutta ben vestita, come ci si può vestire per presentare un proprio libro, con un vestito senza maniche. Io gelavo con il maglione ma immagino (molto ipoteticamente) che presentare un proprio libro faccia venir caldo.
Ci siamo seduti tutti e un'attrice ha iniziato a leggere estratti del libro. L'attrice era molto brava. Ero curiosa di sentire cos'avesse da raccontare Raffaella sul libro, sulla sua genesi, ero contenta che l'attrice fosse così brava e speravo che leggesse molto.
Mancava solo lei, l'assessore al lavoro, istruzione e formazione professionale. Era in ritardo. Nessuno se n'era accorto.
Poi, dopo dieci minuti, è arrivata.
Tutti se ne sono accorti.
Ha iniziato a parlare di politica scolastica.
Un fiume di parole ininterrompibile.
Ogni tanto l'autrice e l'editrice hanno provato a inserirsi, prendendo fiato, ruotando la testa verso di lei, alzando timidamente un indice.

Ma niente.
La Pentenero riempito tutto il tempo a disposizione per la presentazione di banalità scolastiche trite e ritrite.Nel pubblico, le testa andavano giù come birilli a uno strike.
Alcune andavano su, accompagnate da facce un po' indignate e da gesti di tentato intervento.
La Grisotto è riuscita a elaborare una replica di circa tre minuti al discorso-fiume, che è poi in qualche modo ricominciato con scuotimento della testa da parte del pubblico. 
Il tempo a disposizione è finito.
Siamo stati cacciati dalla sala.
Il libro è stato presentato per un quarto d'ora scarso su un'ora.
Gianna era molto soddisfatta del suo discorso, preparato in modo immutabile ed esposto in modo inobiettabile. Non perchè non lo fosse, ma perchè le parole erano inarrestabili e gli astanti educati. 
Tipica dimostrazione di come la politica si cali nella realtà scolastica e dialoghi con essa, lasciandole i suoi spazi espressivi.

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