LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 20 dicembre 2012

Spese natalizie, che passione!


Decidere di andare alla Auchan un mercoledì pomeriggio alle 14,45 mi sembrava un'idea arguta.
Era, ok, la settimana prima di Natale, ma era pur sempre il mercoledì della settimana PRIMA, con il Natale che cadeva il martedì dopo. La gente normale, alle 14,45 del mercoledì della settimana prima di Natale lavora.
Io non sono normale, infatti non lavoravo, e quindi potevo fare questa spesa intelligente. La spesa constava di un fiocco e un pacco di carta per un regalo, improrogabile (onde evitare, almeno quest'anno, il pacco dei pacchi), e tre cornici per me, prorogabili.
Alla deviazione per entrare nel parcheggio del supermercato ho notato uno strano accumularsi di automobili nervose, che si rubavano gli spazi di asfalto vuoti con voracità rara. Mi sono detta che fosse una casualità, ignara che fosse invece una causalità.
Il parcheggio, enorme, era un altro indizio di questa ignorata causalità. Non un buco, alle 14,50 (il tempo passa crudele). Dopo aver zigzagato invano per tutto il percorso panoramico di visita del parcheggio, ho trovato una signora che stava uscendo da un posto, alle 15,20. Nel delirio di corridori impazziti, il tempo si è fermato. Tutto intorno andava velocissimo, lei no. Lei era di una calma serafica. Probabilmente stava meditando di andare a fare l'artista di strada al rallentatore, e si stava allenando proprio mentre io aspettavo, con un clacsonare inferocito alle mie calcagna.
Nel supermercato, ho presto abbandonato l'idea di prendere un carrello: impossibile svicolare tra l'ammasso di corpi ravvicinati e dotati di energia entropica fortissima. Mi sono divincolata male anche con il cestino fino alla zona cornici, dove ne ho trovate tre che facevano al caso mio, di cui una tutta sgangherata, l'ultima. Ho pensato di andare all'assistenza clienti per chiedere se fosse possibile ottenere uno sconticino su quest'ultima. Quando sono riuscita a raggiungerla prendendomi sei o sette gomitate in vari punti del corpo e distribuendone altrettante, condite da qualche sgambetto (in)volontario, ho cambiato rapidamente idea. Ho provato a contare la gente in attesa: arrivata a quaranta, ho desistito.
Mi sono diretta subito verso le casse con i miei due articoli di impacchettamanto e le mie tre cornici. Non che io sia pigra, ma mi ha colta una mezza sincope all'idea di riattraversare tutto il supermercato, bello grande, per risalire la coda che c'era a tutte le normocasse. Bypassando l'ipotesi salmonata, ho accantonato anche quella di passare per una donna incinta, non tanto per la difficoltà di camminare in lordosi spinta, con tutta la pancia piena d'aria, quanto per il fatto che anche alla cassa speciale per gestanti la risalita da effettuare era parecchio salmonata. Mi sono quindi arresa alle casse amiche. Dicesi cassa amica quella cassa in cui si va se si è persone abbastanza sveglie da passarsi gli articoli da soli allo scanner, e abbastanza furbe da non andarci con due carrelli pieni di roba. Davanti a me, una coppia con due carrelli più straripanti del latte un secondo prima di essere versato, combattevano con il laser. Mi sono accodata a loro, aspettando fino alle 16,45, quando una ragazza che parlava al cellulare con una barbie in mano ha cercato con nonchalance di passarmi davanti, infilandomi il gomito nel costato. Io ho però fatto un rapido passo in avanti, snodato con reinserimento, fino a ritrovarmi esattamente dietro al carrellone ormai quasi svuotato, e ho riconquistato il mio posto. La ragazza, finita la telefonata, ha iniziato a dare consigli alla coppia su come velocizzare le procedure: "Schiacciate zero, per non prendere i sacchetti!", "Potreste usare la pistola, se quell'altro non va!". Insomma, molto meglio se avesse continuato a telefonare. Lo stesso trattamento è toccato a me. La cornica squassata non aveva il codice a barre, ma ne ho passata una sola selezionando "3" nella quantità. Mentre cercavo di posare i quadri, la ragazza mi urlava nelle orecchie che forse il "3" andava schiacciato prima. Non avendo sincronizzato la deposizione dei tre articoli sulla bilancia, il sistema è andato in tilt, mentre la tizia ha iniziato a schiacciare ogni tasto per risolvermi il problema, in attesa della commessa. Sono uscita scappando, rincorsa dalla suddetta commessa che voleva indietro il cestino di plastica. Dopo aver recuperato la macchina, mi sono fiondata verso casa, ma mi ha aspettata una bellissima coda a una rotonda in cui qualche genio ha deciso di mettere, solo per Natale, un semaforo per ogni strada, alternando quello verde. Risultato: mezz'ora di coda.
Ho parcheggiato vicino alla rotonda.
Sono scesa dall'automobile con le sue cornici.
Attraversare la rotonda con gli automobilisti appena liberati dal rosso che sgommavano rabbiosamente è stata una vera impresa.
Avrei voluto incontrare lì la signora del parcheggio.
Ma penso che fosse ancora nel parcheggio, a cercare l'uscita con calma.
A casa sono riuscita miracolosamente ad arrivare alle 18, piena di spirito natalizio e di bontà verso il genere umano.

3 commenti:

  1. Auchan di Cuneo ???

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  2. No! Un'altra. Perchè Cuneo?

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  3. perchè l'Auchan di Cuneo è il centro del mondo ...

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