LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 12 ottobre 2012

Profumo - storia di un aSSISSino

Questo post sarà un post sui generis.

I motivi sono due:
  1. questo post sarà lungo. Deve essere lungo perchè la storia di un aSSISSinio è lunga da raccontare. Da ciò deriverà che questo post sarà letto solo da mia mamma. Forse. Fino a metà.
  2. questo post, contrariamente agli altri di questo blog, parlerà della mia vita personale, e citerà cose che mi sono realmente accadute. E' necessario che sia personale, perchè gli altri aSSISSinati avranno sicuramente vissuti diversi.
Partiamo dall'inizio, e cioè dalla mia carriera scolastico-universitaria.
Si è trattato di una di quelle carriere normali, caratterizzate da problemi apparentemente insormontabili e poi sormontati. Imparare a scrivere in prima elementare, quando non sapevo manco tenere in mano una penna e gli altri già scrivevano il loro nome anche se si chiamavano EZECHIELMAURINERMANNO è stata dura, ma ce l'ho fatta e non ho mai avuto incubi su questo step della mia vita. Idem si dica della Maturità, che è stata problematica e dolorosa, ma superata senza strascichi. L'Università alla fine è scorsa via veloce, in quanto me ne fregava assai poco e l'unica cosa che volevo, appunto, era farla scorrere via veloce. E si arriva già a 5+3+5+4 = 17 anni di studio.
Incubi mai.
Sopravvissuta sempre.
Abbastanza felice.

Nel frattempo mi è venuta voglia di insegnare.

Tutto il periodo del Liceo a dare ripetizioni gratuite di tutto alla vicina di casa non mi aveva acceso nessuna lampadina, quindi avevo scelto a caso un'Università breve, Economia Aziendale, che mi avrebbe permesso di insegnare una sola materia, solo alle superiori e solo in Istituti professionali e commerciali: Economia aziendale. Prevedibile ma vero. Resamene conto, ho pensato bene di scegliere la strada più semplice. Invece di fare il concorso per la SSIS (Scuola di Specializzazione per gli Insegnanti della Scuola Secondaria) di Economia Aziendale in Italia, ho pensato di andare a insegnare italiano in Francia, affrontando il famigerato concorso CAPES. Era difficile da superare, ma garantiva l'assunzione a tempo indeterminato in caso di successo. Un sistema ben diverso dal quello italiano, farraginoso e oscuro, che si contraddiceva di continuo. Dopo due anni di studio folle e disperato, intorno e durante i tre lavori che svolgevo per mantenermi all'estero, di notte e di giorno, durante le ferie, mentre guidavo, e pure in sogno, ho raccolto due delusioni cocenti ai due concorsi a cui ho partecipato. Ho raccolto baracca e burattini, e, con i remi in barca, ho veleggiato fino a un impiego in Banca in Italia, con la testarda idea di farmi poi assumere in Francia da una Banca italiana e poter continuare a sostenere il CAPES. Intanto l'ho dato ancora due volte come partecipante italiana, studiando mentre lavoravo in Italia, sempre intorno e non più durante le ore lavorative in cui mi toccava concentrarmi, sempre durante le ferie, sempre notte e giorno, sempre pure in sogno. Risultato: altre due delusioni cocenti. Questo lo scrivo non per farti addormentare, mamma, ma solo per rendere l'idea di quanto fossi cocciuta (anche se tu già lo sai...ma nutro ancora l'illusione che qualcun altro diverso da te legga almeno fino a queste righe).

Fin qui, è innegabile che ci sia stato un gran dispendio di energie, e una grande perdita di altre parti della vita, tipo divertimenti, relax, ferie senza portarsi dietro trolley pieni di libri, copertine idroresistenti per studiare mentre nuotavo, e cose del genere. In tutta questa vita di sacrifici e privazioni, ero comunque riuscita a raccattare PFM, che all'epoca era il compagno che sopportava i miei studi folli e disperati. Ero anche riuscita a far nascere e curare questo blog e a prendere il DALF (Diploma Approfondito di Lingua Francese), senza seguire nessuna lezione né studiare alcunché e dando tutti gli esami uno dietro l'altro nel giro di una settimana, tanto ero preparata dopo i quattro anni di CAPES. La motivazione è che l'entusiasmo che avevo all'idea di diventare una vera insegnante di scuole pubbliche era talmente elevato da rendermi possibile qualsiasi cosa. Qualsiasi, tramme vincere il concorso francese. A qualcuno potrà sembrare assurdo che ci sia tanta passione all'idea di svolgere un lavoro del genere, eppure c'era. E intanto ero già arrivata a 17+4 = 21 anni di studio. Dell'Economia non ricordavo granchè, perchè era stata sommersa da quintali di italiano, francese, traduzioni, letteratura, libri bellissimi che forse non avrei mai letto senza il CAPES.

Intanto, stranamente, nella Banca in cui lavoravo solo per poter tornare poi in Francia, mi stavano per far fare carriera. Non che la stessi per fare io. Me la stavano per far fare gli altri. Era una carriera passiva, nel senso che per me l'unica cosa che contava era diventare una prof. Al lavoro mi dicevano quello che dovevo fare, e io lo facevo. Proprio mentre mi accingevo a dare per l'n-esima volta il CAPES con ormai un po' di frustrazione, seppur fosse un'entusiastica frustrazione, è uscito in Italia l'ultimo bando SSISS prima della chiusura delle Scuole di Specializzazione (per ingolfamento del sistema...stranamente). L'ultima occasione per entrare nelle famigerate Graduatorie a Esaurimento. Da quel momento in poi, il Ministero dell'Istruzione italiano avrebbe pescato soltanto da quelle, e nessun prof sarebbe più potuto esistere se non uscendo dai vecchi concorsi, o dagli altri cicli SSISS, o da quell'ultimo, unico, mitico ciclo SSISS. Il IX ciclo.
E' vero, prima che nascesse la SSISS avevano detto che avrebbero calcolato il numero esatto di prof necessari per il biennio successivo, in modo da immetterli in ruolo immediatamente. Ciò, come succede sempre in Italia, non era avvenuto, anche perchè si erano attivate le SSISS quando ancora c'erano persone che avevano passato il concorso del 1999 in attesa di assunzione. Tutti i calcoli si erano rivelati sballati, e le Graduatorie a Esaurimento erano gonfiate a dismisura. Però era l'unico modo per poter entrare nell'insegnamento pubblico in Italia.

Che fare? La Francia era lontana, la possibilità di vincere il CAPES pure. Otto posti in tutto il Piemonte non erano molti. Mi sono buttata, e con me PFM. Ci siamo preparati come pazzi, rispolverando tutte le materie di Economia Aziendale. Mi sono pure ammalata un po' (ad agosto capita) e sono finita in mutua, ma alla fine ho studiato tutto lo scibile, meno l'ABC (che non è quello che credete voi (Ora dò pure del "voi" a mia madre)). Prima prova: passata. Entusiasmo bestiale, ottimismo infinito. Seconda prova: trenta domande tutte sull'ABC. Disperazione cupa, ubriacatura con un litro di Vodka subito dopo la prova, PFM che mi trascina prossima al coma etilico schiaffeggiandomi per evitare che muoia e amenità del genere. Questo è poco lusinghiero, ma rende l'idea di quanto fosse importante per me entrare in questa benedetta SSISS. Alla fine, come per un segno divino, rientro nella rosa dei sette eletti (uno si è perso per la via).
Mi licenzio in tronco dalla Banca, dove nel frattempo stanno per incoronarmi Quadro Direttivo, mando a stendere il famigerato lavoro a tempo indeterminato, e mi butto a capofitto in questa scuola, che immagino abbastanza rilassante. Quelli degli altri cicli mi hanno detto che facevano, a turno, simulazioni di lezioni, e alla fine venivano valutati. Peccato che negli altri cicli ci fossero 20-30 persone per corso. Noi eravamo sette.
Poi, i professori della parte disciplinare si erano scocciati di sentire sempre lezioni su lezioni. Eravamo troppo pochi: una tesina e una lezione a testa ogni pomeriggio per loro diventavano noiose. Era noioso pure dirci che eravamo delle schifezze perchè iniziavamo una lezione con un "dunque" e liquidarci con un 18 senza aver ascoltato niente del seguito. Per noi, invece, che arrivavamo a casa alle 20 e per le 14 del giorno successivo dovevamo aver predisposto una tesina e una lezione, non era una noia. Era un delirio. Loro, però, annoiati così, per l'ultimo anno hanno deciso di strafare. Ci annunciavano che dopo un po' avremmo fatto un esame di una qualche materia relativa alla Laurea in Economia, e ci proponevano, oltre alle lezioni da esporre, anche degli appelli, per ognuno dei quali abbiamo dovuto recuperare libri dell'Università che, personalmente, avevo arso su un'altissima pira appena laureata. Per divertirsi un po', ci davano un programma da studiare e ci sottoponevano esami di tutt'altro, con valutazione che rientrava nella media finale. A tutto ciò si è aggiunta la parte trasversale: esami di pedagogia, psicologia, docimologia e chi più ne ha più ne metta. Questi, almeno, avevano un iter regolare: un corso e poi un esame. Come all'Università. Poi c'erano i tirocini nelle scuola, da incastrare di mattina. Le lezioni e le tesina relativa quando si potevano preparare? Beh, la notte tra la lezione del pomeriggio e il tirocinio della mattina. C'è gente che è riuscita anche a lavorare in tutto questo delirio. Non so come abbiano fatto: solo per avercela fatta, darei loro la pensione da parlamentare italiano honoris causa.
Nel giro di due anni, oltre a una serie infinita di esami di ogni tipo, ho predisposto quattro tesi.
Non ho potuto ammalarmi mai, e se ero ammalata facevo finta di non esserlo. Sono andata alla SSISS con 40 di febbre, senza voce, con l'influenza.
Alla fine di tutto l'iter ho sostenuto, con i miei compagni di corso, anche questa volta con la febbre ai 40, un esame di Stato con valore concorsuale (era scritto nel Bando che avevo letto attentamente prima di licenziarmi dalla Banca, ma pare che in Italia ci si diverta a fare e disfare senza mai rispettare gli impegni presi) in cui ho dovuto preparare un ciclo intero di lezioni su un argomento estratto sul momento, sostenere un orale davanti a una commissione e discutere l'ultima tesi riassuntiva, che poi è stata anche pubblicata
Ricordo di aver visto:
  • gente avere il fuoco di sant'Antonio per la durata tutta la SSISS (e venire comunque a lezione)
  • gente con capelli e ciglia che si staccavano a mazzetti per lo stress
  • gente sentire i figli di tre anni chiedere "Mamma/papà (papà più raramente), ma quando finisce la SSIS torni da noi?"
  • gente allattare lattanti prendendo appunti durante le lezioni
  • gente chiamarmi alle due del primo gennaio chiedendomi di spiegare loro argomenti degli esami della SSISS
  • gente chiamarmi in piena notte piangendo per la paura di non farcela
  • gente mollarsi per non aver retto allo stress della SSISS (molto da vicino)
Poi la SSIS è finita. Sembrava eterna, ma è finita. Sono pure uscita con 80/80, unica del mio corso e con lo stesso voto di tutti quelli che sono usciti da alcune altre SSISS dislocate in altre città d'Italia, che non hanno sfornato sette, ma ottanta-novanta abilitati in Economia aziendale. Spesso in posti dove non ne sarebbe servito nessuno.

Ero esausta, avevo perso dieci kg, avevo speso tutti i soldi che avevo guadagnato negli anni di lavoro precedenti la SSIS (2.000 € l'anno di tasse universitarie, più mantenermi per due anni senza possibilità di lavorare perchè studiavo giorno e notte), e l'estate successiva avrei lavorato in un hotel in Francia per recuperare un po' di soldi, ma ce l'avevo fatta, e non avrei mai più dovuto studiare così tanto. 21 + 2 = 23 anni di studio, di cui gli ultimi mi avrebbero perseguitata negli incubi per anni, ma ce l'avevo fatta. Gli attacchi notturni di ansia che mi erano venuti per la prima volta durante la SSISS sarebbero continuati anche in futuro. Ma avevo scelto una strada ed ero arrivata alla fine del percorso difficile. Ora non mi restava che fare anni di precariato in attesa del ruolo, anche se, prima di predisporre le SSISS, il famoso contratto a tempo indeterminato era previsto per l'uscita dall'atroce percorso.

Ho scelto una Graduatoria a esaurimento dove avrei ragionevolmente potuto insegnare la mia materia. Ho studiato con un file Excel certosinamente preparato la situazione di TUTTE le Province d'Italia, incrociando possibili pensionamenti, numero di cattedre, numero di persone in graduatoria, entrate in ruolo e loro andamento storico, e ho concluso che la provincia di Genova andasse bene. Mi sono iscritta in quella graduatoria, noncurante di tutto quello che avrei lasciato a Torino (amici, casa, ecc...).

A settembre, alle chiamate per le nomine, sono dovuta andare tre volte a Genova, per essere ripescata per ultima a occupare l'ultima cattedra disponibile, che era a Busalla, un posto di montagna a 50 minuti in auto di tornanti da Genova e a due ore di autostrada da Torino. Il posto era piovosissimo e nebbiosissimo in autunno e primavera, nevosissimo d'inverno, caratterizzato da un'altissima concentrazione di raffinerie inquetanti e puzzolenti, ma io ero felicissima perchè finalmente ero un'insegnante di scuola pubblica.Precaria, ma per poco, pensavo.

Peccato che le previsioni per i futuri impieghi annuali fossero cupe, e la previsione di precariato fosse non più per poco ma per qualche decennio.
In contemporanea si è delineata la possibilità di pescare tra tutti gli abilitati SSISS di ogni regione quelli con i voti più alti per abilitarli anche sul sostegno. Un altro anno di SSISS.
Fino a quel momento tutti i sacrifici fatti erano per una buona causa: insegnare una materia nelle scuole pubbliche. L'energia che avevo avuto era finalizzata a ottenere un risultato molto desiderato. La mia indole, come ben sanno i miei lettori, anche se nessuno di loro sarà arrivato a leggere fino a qui, non è per nulla assistenzialistica, compiangente, tenera. Ho studiato tutto lo scibile di Economia aziendale per due anni da incubo al fine di poter insegnare questa materia. Però il timore di rimanere "a piedi" mi ha fatto vagliare l'ipotesi di fare l'ultimo possibile corso di abilitazione prima della fine delle SSISS.
E così ho pensato ingenuamente di poter seguire la SSISS di sostegno a Genova.
No, avrei potuto solo nella regione in cui avevo seguito la SSISS curricolare.
Almeno il tirocinio avrei potuto farlo presso la mia scuola di Busalla, però.
No, nemmeno quello: ho dovuto fare il tirocinio in Piemonte.
La mattina a Busalla, il pomeriggio a Torino, e le 150 ore per andare a Torino a lavorare gratis per il tirocinio. Nei week end preparavo lezioni audio riassuntive degli appunti presi durante la settimana, e durante i viaggi in macchina le ascoltavo. Ogni giorno 170 km di autostrada per andare a Busalla, 170 per tornare a Torino. Una tesi più lunga ancora di quella della SSISS curricolare, anche se effettivamente la mole da studiare era minore. Sono arrivata alla fine dell'anno scolastico distrutta, senza soldi di nuovo (altri 2.000 € di tasse universitarie, più autostrada e benzina per tutte quelle tratte Busalla-Torino...guardate su viamichelin i costi!), ma con un'altra abilitazione sul sostegno.

Ero arrivata a 23 + 1 = 24 anni di studi.

 In quel momento ho detto  
BASTA!!!!!!!!!!!

Fino a un anno prima avevo scelto consapevolmente di affrontare anni duri. L'anno di sostegno era stato quasi un obbligo: o sarei rimasta a casa, o avrei dovuto frequentarlo.
Gli obblighi non mi piacciono, ma seguendo la SSISS di sostegno mi ero garantita la presenza in due graduatorie a esaurimento, e la sicurezza (????) di dover soltanto aspettare per entrare di ruolo, come accaduto a molti altri SISSini prima di me.

Non avrei più studiato un secondo per poter insegnare, se non per preparare le lezioni di economia per i ragazzi.

In ogni caso, da quel giorno non ho più studiato un secondo manco per preparare le lezioni di economia ai ragazzi, perchè ho insegnato unicamente sostegno, spesso in scuole/classi dove la mia materia manco era prevista. Posti di lavoro di Economia aziendale manco a morire. I miei compagni della SSISS curricolare non abilitati sul sostegno o hanno cambiato lavoro o hanno fatto supplenze saltuarie brevi, magari ripescati sul sostegno dopo mesi di disoccupazione.

Il primo anno di insegnamento sul sostegno, a Genova, mi sono ritrovata in una situazione ben al di fuori della legge, con troppi alunni disabili troppo gravi in aule troppo affollate e spesso da sola. Sono stata picchiata da un'alunna per tutto l'anno. Grazie a questa situazione insostenibile, dopo un mese di lavoro avevo già una denuncia sulle spalle perchè una studentessa gravissima era fuggita dalla scuola.
Più volte a notte mi svegliavo di soprassalto e per un attimo credevo che tutta quella situazione fosse un incubo, invece era vera.

Adesso sono al terzo anno di sostegno (ovviamente come precaria, pagata solo dal 1 settembre al 30 giugno) e non ho ancora capito bene cosa si debba essere per essere buoni professori di sostegno: si passa dal dover essere tuttologi che sappiano spiegare a persone in difficoltà tutto lo scibile, a disegnare fiorellini e contare fino a 3 per un anno intero, a sferruzzare in uno stanzino a fianco di uno studente che è un vegetale incapace di muoversi (ma pure lui ha il diritto all'"istruzione").

Sono tre anni che non insegno Economia aziendale. Ipotizzo di aver dimenticato tutto quanto, ma non accetto mai ore supplementari di Economia aziendale nelle scuole in cui ho una cattedra di 18 ore per non danneggiare colleghi più indietro di me in graduatoria. Non dò ripetizioni private in nero perchè non amo le attività sommerse ed essere fuorilegge. Mi sto quindi dimenticando tutto quello che avevo imparato così bene, perchè lo Stato ha pensato di prendere i migliori nell'insegnamento delle loro discipline e far cambiare loro lavoro, di far svolgere loro un lavoro a cui mai avevano pensato e che si sono trovati tra capo e collo all'improvviso, per evitare di rimanere "a piedi". Poi forse a qualcuno è pure piaciuto. In ogni caso penso che pochi abbiano iniziato il lunghissimo iter per fare l'insegnante con il fine di diventare prof di sostegno.

Alla fine di tutto questo, il caro Ministro Profumo se ne esce con l'idea che le SSISS fossero solo una preparazione per accedere al concorso ordinario, e che essere abilitati SSISS o laureati prima del 2002 vi dia allo stesso modo accesso. In più, per accedere alla cattedra di sostegno, un partecipante al concorso specializzato sul sostegno dovrebbe sperare che la sua materia sia oggetto di concorso (cosa che nel mio caso non è avvenuta) e, una volta ripassata per l'n-esima volta tutta la sua materia ormai scordata, rinunciare alla cattedra curricolare per scegliere sostegno. Per chi non vede la sua materia oggetto di concorso, ciccia anche per il sostegno.

Io penso di avere già dato a sufficienza per fare l'insegnante.

Mi sono già sentita presa in giro a sufficienza.

Ho già scritto più volte al Ministro, l'ultima delle quali insieme a vari colleghi: ecco la mia personale e ultima lettera:

"Richiesta di bandire il concorso per insegnanti solo per le classi di concorso con la graduatoria a esaurimento esaurita

 Gent.mo Ministro Profumo,

Le scrivo, fiduciosa nella sua attenzione, per chiederle di riconsiderare il target del concorso per i docenti in via di definizione.

Lei ha asserito di volerlo bandire per tutte le classi di concorso le cui graduatorie sono esaurite. Con il termine “graduatorie” ha inteso solo quelle di merito, relative ai concorsi finiti nel 99.
Le graduatorie a esaurimento non sono state considerate nella sua affermazione, tanto che molti si sono chiesti la congruenza delle due frasi:
1)      Il concorso sarà bandito solo per le classi di concorso esaurite;
2)      Chi entrerà di ruolo verrà preso al 50% dai vincitori del concorso e al 50% dalle graduatorie.
La domanda che sorgeva era: come si fa ad attingere da graduatorie esaurite, in cui non c’è più nessuno per definizione? L’arcano è stato risolto: Le graduatorie a esaurimento non sono state considerate graduatorie, ma solo “depositi per abilitati in attesa di partecipare al concorso”. Ma allora perché alcuni degli abilitati sono entrati di ruolo “serenamente” e altri vengono posti di fronte alla SCELTA tra sostenere un altro concorso e raddoppiare i tempi di permanenza nelle graduatorie? E poi perché le graduatorie a esaurimento non rispetterebbero il merito? L’Esame di Stato SSIS ha una votazione in ottantesimi che viene convertita in punteggio!

In pratica, i due anni di SSIS da noi frequentati vengono ora equiparati all’anno di TFA.

Sicuramente, il TFA non ha  un Esame di Stato con valore concorsuale al termine, in quanto è previsto che l’esame con valore concorsuale sia appunto il concorso: una prova scritta con domande aperte su argomenti curricolari più una prova orale di esposizione di una lezione preparata su di un argomento estratto tre giorni prima, seguita da un colloquio di mezz’ora.
L’esame di Stato SSIS consisteva in una prova scritta di predisposizione di un’intera Unità Didattica estratta sul momento, più un colloquio di stampo tecnico e discussione della tesi finale (la terza, sintesi delle due tesi scritte sulla base dei due tirocini).

Per arrivare a sostenere l’Esame di Stato, alla SSIS, oltre a due tirocini (uno all’anno) con tanto di tesi per ognuno di essi, si erano dovuti superare (con valutazione in trentesimi) i seguenti esami trasversali, corredati da laboratori riguardanti didattica con l’uso dell’informatica e moderne tecniche di insegnamento:

1)      PRIMO ANNO:
a.       PEDAGOGIA GENERALE (75 ore)
b.       DOCIMOLOGIA (75 ore)
c.       DIDATTICA GENERALE (75 ore)
d.       PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO (75 ore)
e.       LABORATORIO TRASVERSALE (20 ore)

2)      SECONDO ANNO:
a.       PEDAGOGIA SPERIMENTALE (50 ore)
b.       SOCIOLOGIA DELL’EDUCAZIONE (50 ore)
c.       PSICOLOGIA SOCIALE (50 ore)

Inoltre, io personalmente, essendo iscritta alla SSIS per la classe di concorso A017, ho sostenuto, sempre con valutazione in trentesimi, i seguenti esami:

1)      PRIMO ANNO:
m     PARTE GENERALE
a.       FONDAMENTI DELL’ECONOMIA AZIENDALE (15 ore)
b.       FONDAMENTI DELL’ECONOMIA POLITICA (10 ore)
m     PARTE SPECIFICA
a.       DIDATTICA DELL’ECONOMIA AZIENDALE (30 ore)
b.       DIDATTICA DELLA RAGIONERIA (30 ore)
c.       DIDATTICA DELL’ECONOMIA E TECNICA DI MANAGEMENT (25 ore)
d.       DIDATTICA DELL’ECONOMIA E TECNICA DEI MERCATI FINANZIARI (30 ore)
m     LABORATORI
a.       ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE (25 ore)
b.       MARKETING (25 ore)
c.       LE RITRUTTURAZIONI D’IMPRESA (10 ore)

2)      SECONDO ANNO:
a.       IL BILANCIO E IL BILANCIO CONSOLIDATO (25 ore)
b.       LE ANALISI DI BILANCIO (25 ore)
c.       GLI STRUMENTI INFORMATICI PER LE DISCIPLINE ECONOMICO-AZIENDALI (25 ore)
d.       STRUMENTI PER IL FINANZIAMENTO DELLE IMPRESE (25 ore)
e.       PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO (25 ore)

Inoltre, mi sono abilitata per operare come docente specializzata di sostegno, facendo due altri tirocini presso le scuole e superando i seguenti esami corredati da laboratori, con votazione in trentesimi:

1)      PEDAGOGIA GENERALE (20 ore)
2)      PEDAGOGIA SPECIALE (20 ore), più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Progettazione individualizzata (10 ore)
b.       Problemi dell’orientamento e della valutazione (10 ore)
3)      DIDATTICA SPECIALE (20 ore) , più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Linguaggi non verbali (15 ore)
b.       Linguaggio logico/matematico (15 ore)
c.       Psicolinguistica (15 ore)
d.       Tecniche di apprendimento cooperativo (15 ore)
e.       Tecnologie dell’istruzione (10 ore)
4)      PSICOLOGIA CLINICA (20 ore) , più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Sensibilizzazione alle dinamiche di gruppo (15 ore)
b.       Tecnica del colloquio (10 ore)
5)      NEUROPSICHIATRIA INFANTILE (40 ore), più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Tecniche dell’osservazione (15 ore)
b.       Minorazioni uditive e visive (10 ore)
6)      PSICOPATOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA (20 ore)
a.       Disturbi dell’apprendimento (10 ore)
b.       Disturbi di lettura e scrittura (10 ore)
Alla fine del percorso, ho sostenuto un esame finale, con discussione della tesi relativa ai due tirocini e al portaolio creato in base a una tematica scelta.

Lei ritiene veramente che tutto questo iter sia riconducibile a un’abilitazione senza valore concorsuale? Non nota l’affinità tra le prove del suo concorso e quelle dell’Esame di Stato da noi superato? Non pensa che ci siamo meritati di entrare di ruolo come tutti coloro che, avendo frequentato la SSIS, hanno avuto la fortuna di appartenere a classi di concorso con graduatorie meno affollate e sono già stabilizzati senza necessità di dimostrare per l’n-esima volta le loro competenze, capacità e conoscenze?

Pertanto, alla luce di tutto ciò, le chiedo di aspettare che le graduatorie di ogni classe di concorso siano VERAMENTE esaurite, prima di bandire un concorso per la suddetta.
Questo velocizzerebbe l’eliminazione del precariato (che entrerebbe di ruolo al doppio della velocità di quella da lei prevista con il doppio canale), la stabilizzazione che lei tanto ricerca, e la prosecuzione con il nuovo sistema di reclutamento, lodevole in quanto pone termine al precariato.

Cordialmente,

Mattea Rolfo (Specializzata SSIS Piemonte tuttora precaria e inserita in Graduatoria a Esaurimento, classe di concorso A017, abilitazione sul sostegno AD03)"

Il bando è uscito lo stesso, è uscito per classi di concorso in cui non solo le Graduatorie a esaurimento non erano esaurite, ma pure le Graduatorie di merito del concorso del 99 erano ancora in piedi. Si prospetta, in questo ultimo caso, l'eliminazione delle vecchie Graduatorie di merito. E chi l'ha detto? All'epoca si era promesso il ruolo a chi avesse passato il concorso. C'è gente che aspetta dal 99 e il Governo che fa? Li cancella, perchè ha da fare il suo nuovo concorso! A che fine? Non si capisce proprio, probabilmente per farsi bello davanti alle miriadi di persone che nulla sanno del perverso meccanismo della scuola (e non è difficile non saperne nulla).
Ora ci hanno promesso che le graduatorie ad esaurimento rimarranno in piedi, "semplicemente" con un rallentamento del ritmo di immissioni in ruolo, ma chi ci crede più? E anche se così fosse, perchè per risolvere il precariato il Ministero dovrebbe assumere altre persone se non quelle che sono già in Graduatoria e lavorano da anni, come precarie grazie alle politiche dissennate dei vari Governi che si sono succeduti?

Alla luce di tutto questo,

NON FARO' IL CONCORSO.

PIUTTOSTO FARO' UN BEL RICORSO.

E magari nella prossima vita farò l'astronauta....forse studierò meno!

PS Si accettano nei commenti racconti di vita vissuta di altri SSISSIni, che saranno probabilmente incasinati come e quanto il mio!

6 commenti:

  1. come vedi ho letto tutto il tuo post( e non sono la tua mamma) e non ho potuto non condividerlo sia sulla mia home che sul gruppo FB insegnanti. Dopo il tirocinio nella mia classe (ti ricordi al Luxemburg) ho sempre seguito i tuoi progressi certa che ce l'avresti fatta. Pensavo ingenuamente che la tua preparazione ed il tuo entusiasmo per questa professione sarebbero bastati...Mi sono illusa. La tua sconfitta è anche un pochino la mia e quella di una classe dirigente incapace....
    Un abbaccio
    Mle

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  2. Ciao, grazie! Mi fa piacere che tu, insegnante di ruolo, segua i miei sviluppi, perchè sono quelli di tutti noi precari. Sinceramente non penso di non avercela fatta, e ancora spero di farcela e di trovare un modo per lottare contro queste n-esime ingiustizie, tipo l'innalzamento dell'orario a 24 ore, che a questo punto vorrebbe veramente dire la mia (e di moltissimi altri) sconfitta (rimarremo disoccupati, perchè, perlomeno sul sostegno, in cui si farebbero 24 ore di lavoro effettivo, 4 insegnanti diventerebbero 3). Spero che voi insegnanti di ruolo sarete compatti nella lotta contro le 24 ore, e vorrei che si trovasse un modo per contrastare veramente quanto deciso dall'ultimo patto di stabilità. Occupazione delle scuole da parte degli insegnanti? Sciopero ad oltranza per più giorni? Sono pronta a tutto e ancora entusiasta per evitare che la scuola pubblica finisca ancora più allo sfascio di adesso (cosa che credevo impossibile!)

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    1. laura pagnozzi12/10/12 22:29

      Ci chiedono di conoscere la logica e la comprensione del testo, mi chiedo ma i nostri governanti sanno cosa sia la logica, dalle cose che propongono certo che no. Sono precaria da anni e non dico gli anni perché sono davvero tanti, potrei sentirmi chiamare sfigata.Sulla scuola pubblica ne ho visto e sentito davvero tante nel corso di questi anni e sembra adesso vivere in una favola:
      C'era una volta un ministro, e una schiera di sapienti, ognuno poteva pronunciarsi su come riformare la scuola pubblica, o anche eliminarla, tanto non serve a niente, non ti inserisce nel mondo del lavoro, perché in quel mondo non ci sono abitanti e idee, non serve ai governanti perché i titoli se li comprano, compresa la laurea, nella scuola i ragazzi socializzano, imparano a ragionare, a far vivere i loro sogni, diventano adulti. Allora il ministro della favola, pensò di eliminarla, perché la cultura, può danneggiare i governanti. Con politiche di tagli e di pochi investimenti alla formazione il nostro futuro e quello dei nostri figli è stato spezzato.

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  3. Letto tutto, Mattea. e son senza parole.
    Sono scappata dall'Italia, e alla luce di quello che scrivi, forse non ho fatto cosi male! Lucia

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  4. Cara Lucia, leggi anche questo: http://spigoblog.blogspot.it/2012/10/a-questo-articolo-comparso-sabato.html e considera che qui non si muove nessuno per ribellarsi...a me pare ci siano prerequisiti da 68 bis...Boh, pare che la gente ami farsi mettere i piedi in testa e farsi schiacciare, e da soli non si combina nulla...Non mi sembra però che in America si stia tanto meglio...o sbaglio?

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    1. Come vedi Amauroto anch'io sono arrivato sino in fondo ...e non sono tuo padre, nè tuo fratello ...semplicemente il tuo racconto era così pieno di emozioni e di verità dette con il cuore ... che mi sono emozionato anch'io a leggerti!

      Sai come quando da piccolo guardavo i cartoni animati e speravo che arrivasse il buono a ristabilire il giusto ... Poi crescendo ho capito che i veri eroi sono i perdenti. Tutti siamo un po' perdenti, ma se ti rincuora il mio non vuole essere un messaggio fatalista o nichilista ...
      Ognuno di noi sa di essere stato, ma anche di essere a prescindere dal modo in cui gli altri ci rappresentano e ci considerano ... Noi pensiamo quindi siamo !!!

      Ciau

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