LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
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lunedì 25 giugno 2012

Restringite afosa


In questi giorni di arsura, dato che è quando il gioco si fa duro che i veri duri continuano a giocare, io vado sempre a fare le mie corsettine al parco, sempre alle stesse ore.
Infatti, di mattina presto mi capita ancora di lavorare; di sera, quando la temperatura scema, se corro poi rimango adrenalinizzata e non dormo più la notte. Dopo i pasti ho da digerire. E così continuo a fare jogging nelle ore migliori della giornata: o verso le 12, oppure verso le 16.

Oggi verso le 16 sono uscita dalla casa in cui vivo a 25 gradi, perennemente dotata di pantofole di peluche e piumone, e mi sono immersa in quel brodo primordiale in ebollizione dei 34,8 gradi di Venaria Reale.
Non so se avete letto "Gli Sporcelli" di Roald Dhal. Se non l'avete mai fatto, fatelo, anche se sarete ridicoli a leggere un libro per bambini alla vostra veneranda età. Non è mai troppo tardi. Facendolo, scoprirete della temibile restringite, una malattia che colpisce chi passa troppo tempo con la testa al posto dei piedi e i piedi al posto della testa. Questo terribile morbo fa sì che la testa vi entri nel collo, il collo nel busto, il busto nelle anche, le anche nelle cosce, le cosce nelle ginocchia, le ginocchia nei polpacci, i polpacci nelle caviglie, le caviglie nei piedi, finchè di voi non rimarrà che un cumulo informe di vestiti usati.
Ebbene, oggi, correndo, ho avuto la nettissima sensazione di aver contratto inspiegabilmente la restringite contraria: i piedi mi sono fusi e mi sono entrati nelle caviglie, le caviglie mi si sono fuse e mi sono entrate nei polpacci, i polpacci mi si sono fusi e mi sono entrati nelle ginocchia, le ginocchia mi si sono fuse e mi sono entrate nelle anche. Poi ho smesso di correre perchè ho finito il giro.
Entrata in casa, ero alta settantacinque centimetri, e colavo come una fonte battesimale.
Per fortuna, mi erano rimasti testa per ragionare (postumamente) e mani per scrivere questo post e per andare a controllare la temperatura esterna, di cui ho scritto sopra, su ilmeteo.it.
Quando sono entrata su ilmeteo.it, mi è partito questo messaggio pubblicitario, prima che mi si dicesse che la temperatura dell'aria è quasi quella di ebollizione dell'acqua.
Principianti, ho pensato, avrebbero dovuto chiamare me in questo momento, avrei fatto scendere dalla mia schiena tutte le gocce necessarie senza bisogno di fotomontaggi.
Poi ho realizzato che, se sei alto settantacinque centimetri, certe cose, tipo la modella, proprio non le puoi fare.

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