LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 4 maggio 2012

L'attesa


L'attesa è qualcosa di inatteso.
Uno pensa che per attendere basti mettersi lì e, appunto, aspettare.
Robe che anche un rincretinito potrebbe fare.
Farlo sì, ma farlo con classe mica tanto.

Prima cosa, ci sono più tipologie di attesa.
C'è quello che attende inamovibile e quello che attende dinamicamente. Solitamente la seconda tipologia umana si reca sul luogo dell'attesa con una carriola piena di enigmistica, libri, Ipad, lettori di dvd con schermo e cose del genere. La prima porta se stessa e poi si mummifica in una posizione, che se si travestisse da Sfinge i passanti gli butterebbero le monetine ai piedi.
Ma c'è pure chi non attende in un luogo, ma attende qualcosa, e questo qualcosa può essere atteso in ogni luogo. In questo caso è proprio un'attesa inattesa, perchè uno si immagina l'attendente, che non è un soldato addetto alla persona di un ufficiale, ma proprio uno che attende, fermo immobile in una sala non per nulla detta d'attesa, invece l'attendente del caso vive e fa tutte le cose della vita normale come se non attendesse proprio un bel niente. In verità, però, dentro di lui, tutto è un passatempo in attesa dell'evento atteso. Tutto passa in fanteria, tutto diventa quasi superfluo, perchè la vera e prima attività è l'attesa. Alcuni finiscono per attendere tutta la vita e morire attendendo.

Poi c'è anche da dire che c'è chi attende una cosa bella, sperando che arrivi presto, e chi attende una cosa brutta, sperando che non arrivi mai.
La prima tipologia troverà l'attesa lunghissima, penserà che la cosa bella non arrivi mai, si farà dei film da mille e una notte sulla roba bella, e, spesso, quando la roba bella arriverà, si sarà fatto tanti di quei film che dirà: tutto qui? A volte no, a volt ela realtà supera la fantasia in beltà, ma quello succede solo a quei pochi che hanno grande fortuna.
La seconda tipologia, invece, attende temendo, quindi vive malissimo, pensa all'orrore dell'avvenimento, si distrugge la vita durante l'attesa e quando l'evento si verifica spesso è tutto diverso da quello che si era atteso, a volte in meglio, a volte in peggio, ma sarà comunque stata più dolorosa l'attesa che l'evento stesso, per quanto orrido possa essere.

Poi si può aspettare una persona, invece che un evento, anche se aspettare una persona coincide con l'attesa dell'evento rappresentato dall'apparizione della persona (attesa in assenza), o dal suo dedicarsi a noi invece che a altre cose (attesa in presenza). In entrambi i casi, l'attesa può essere concordata, se si è persone in anticipo sui tempi, oppure discorde, se sono gli altri ad essere in ritardo sui tempi. Nel primo caso, se uno si innervosisce son cavoli suoi, perchè se l'è cercata. Nel secondo caso, il nervoso facilmente crescerà in modo direttamente proporzionale al tempo intercorso tra l'ora dell'appuntamento e quella della manifestazione altrui (presenza fisica o presenza mentale). Il caso della presenza mentale è più insidioso rispetto a quello della presenza fisica, perchè si ha l'impressione che la persona ci sia, mentre è persa in universi paralleli a anni luce da noi. Insidioso e logorante.

Poi c'è l'attesa di qualcosa di burocratico, o di un mezzo di trasporto.
Quella lì è una bazzecola in confronto a quelle suddette. Si esaurisce in poco tempo, se si ha sfiga poche ore, se si ha molta sfiga pochi giorni.
Vladimiro ed Estragone, avessero dovuto attendere un treno invece che Godot, sarebbero stati contenti.
Forse.

2 commenti:

  1. Samuel Beckett.
    E' uno dei tre libri che ho letto.
    Che coinci!!!

    =)

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  2. E' uno dei tre(biliardi) di libri che non ho letto :D

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