LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 30 marzo 2012

Indovina l'acronimo


Una volta c'era PFM.
E lì nascevano un sacco di dubbi sul significato dell'acronimo.
Ed ecco che ho spiegato cosa fosse, e che poi, come d'incanto, PFM ha preso vita e me lo sono ritrovato intorno in 3D.
Ora, però, si è materializzato un certo MDM nei commentatori.
Vediamo se indovinate voi l'acronimo, utilizzando gli indizi disseminati nel blog.
Chi indovinasse, riceverà un premio mai udito prima.
PS MDM in persona non vincerebbe nulla se mai sciogliesse l'enigma, ovviamente.
(Non si sa mai).

lunedì 26 marzo 2012

Ma perchè?

C'è una cosa che non mi è chiara.
Io, in bici, ci vado.
La bici, quando posso, è il mio primario mezzo di spostamento, ma vado anche in mtb e in bici da corsa.
Durante l'inverno ho limitato l'attività ciclistica agli spostamenti. Questo ha significato fare circa 20 km al giorno e 100 km a settimana in sella a una Atala da città, con un bel sellino morbido, ma soprattutto con una postura prevedente la schiena perpendicolare al suolo. Comodo, pratico, permette di pedalare a velocità abbastanza simile a quella con cui si va con le altre bici "concepite per lo sport".
L'altro giorno, però, ho deciso di fare una delle prima uscite con una delle altre bici, una delle bici "da fighi".
Al che mi sono agghindata tutta da ciclista "figa" e sono partita.
Dopo 10 km avevo male alla cervicale e una spalla anchilosata dal dolore.
10 km sulla graziellona con i jeans e la borsa da lavoro a tracolla e sto benissimo, 10 km con la bici "da figa" e a momenti mi prende un accidente?
Ma dico io, perchè mai bisogna costruire delle bici con il sellino che troneggia, molto più alto del manubrio, che invece è posto all'altezza delle ginocchia? Perchè i ciclisti "fighi" amatoriali devono mantenere questa assurda posizione, quando si sa benissimo che l'attrito provocato dal loro corpo non è di certo ridotto in modo così significativo da giustificare la totale paralisi di schiena, spalle e cervicale?
Sinceramente, a me, di tagliare l'aria frega assai poco. Preferisco pedalare rilassata senza dolori atroci a tutto il tronco.
Vorrei tanto che qualche ditta facesse delle bici da corsa e delle mtb comode, su cui si possa andare in posizione eretta, senza nulla togliere agli stadi evolutivi della specie umana:


venerdì 23 marzo 2012

Il mio nome è My pix

Questa settimana sarà conclusa con una vena leggermente polemica a proposito di uno degli impazzanti deal di cui ormai sono una vittima certificata dalla ASL.
Uso il pc, ok, e nel pc che uso ho quintalate di foto, ma ogni tanto sono colta da attacchi di nostalgia per il passato e mi viene voglia di stamparle. Dato che questi attacchi sono piuttosto radi, mi ritrovo a dover gestire ingenti quantità di foto. Al che, in passato, ogni 3 o 4 anni, andavo su un sito a caso, che mi stampava una cosa come 400 foto a circa 30-40 €, spese di spedizione incluse.

Ad esempio, il 30/08/08 ho comprato 350 foto dal sito foto.com alla cifra di 37,11 €. Spese di spedizione: 12,49 €.

L'altro giorno, girando su Groupon, ho trovato un'offertona: 400 foto a SOLI 17,20 €.
Cos'ho fatto? L'ho subito comprata, dato che avevo ben 545 foto da sviluppare già bell'e che pronte in varie cartelle in base ai formati richiesti dagli album che mi ero procacciata.

Ecco qui il deal comprato:
Pare una figata!
Uno si dice: "Pago 17,20 euro, e, come dice il coupon, spenderò 11,25 euro di spedizione (infatti, anche se voi non lo vedete io lo vedo e se vi fidate fate bene, se non vi fidate forse fate meglio ma non ne sono così convinta, c'è scritto che le spese di spedizione sono a partire dagli 11,25 €), quindi 17,20 + 11,25 che fanno 38,45 € più la spesa per altre 145 foto.
In più, iscrivendosi al sito, ti regalano altre 50 foto, il che significa che, oltre ai 38,45 € devi pagare soltanto 95 foto, su cui, udite udite, c'è pure una promozione del 50% in meno!!! Facendo i calcoli in base alle tariffe di foto.com, sarebbe come pagare 47 foto e mezzA, una bazzecola, una cifra intorno all'ordine di [(37,11-12,49)/350]*47,5= 3,35 €. Insomma, la spesa attesa, con TUTTE QUELLE PROMOZIONI E IL DEAL, era di 38,45+3,35= 41,80 euro. Insomma, una cinquantina di euro e mi sarei tolta la paura da sindrome di distruzione dell'HD.

Non vado a parlare qui di tutte le difficoltà avute per caricare tutte quelle foto (notti intere con il pc acceso) e per poter inserire il codice che non funzionava, di tutte le telefonate al call center, che per fortuna su Groupon è un numero verde, di tutte le e-mail, anche perchè, dopo un calvario di qualche giorno, sono riuscita a risolvere il problema dell'inserimento del codice promozionale.

Quello su cui mi vorrei soffermare è lo scostamento del prezzo finale da quello atteso: ho speso 59,50 € solo sul sito, più i 17,20 €, il che fa 86,70 €!!!!!
Le spese di spedizione a partire da 11,25 € hanno fatto moltissimo cammino, perchè sono arrivate a 24,90 €!!!!! Immagino che il centro di stampa delle foto sia in Papua Nuova Guinea.

Vi piazzo qui l'immagine purtroppo non molto leggibile del salatissimo conto che mi è arrivato, e che ho pagato solo per giustificare le ore di caricamente delle foto proprio su quel sito e tutte le telefonate, e onde evitare di rifarne altrettante per farmi rimborsare il coupon...


Un acquisto così?
MAI PIX!

mercoledì 21 marzo 2012

Ti amo sempre, anche oggi

Ti amo
Perché non riesco a dirtelo
A volte
Ma te lo vorrei dire
Sempre.

Ti amo
Pericolosamente
Perché sono invischiato
Fino al collo
E oltre
E mi piace il vischio,
Che è vischioso.

Ti amo
E poi ti odio
E poi ti amo

E non è mai indifferenza.

Ti amo perché
Non so i perché
Ti amo
E basta.

lunedì 19 marzo 2012

Ecco perchè da grande non farò la scrittrice


Non pubblico libri, non tanto per la fatica di trovare qualcuno che te li pubblichi, ma per il problema della biografia sulla copertina posteriore.
Il problema della biografia è il più spinoso di tutti, quello che mi convince che no, non farò la scrittrice.
Va bene la fatica di scrivere un libro intero,va bene la fatica di trovare un editore, ma predisporre una biografia per la quarta di copertina, no.
Insomma, ormai ho più di trent'anni, avrei trent'anni e più da scrivere in questa biografia.
E cosa ci scriverei dentro?

"La persona tal dei tali, nata a... il 197., dopo le scuole dell'obbligo e un'università a caso, si è ritrovata a a scrivere cose che nessuno avrebbe mai letto, coprendo la sua attività di scrittrice impubblicata con una serie di lavori casuali arraffazzonati e accozzagliati a caso per mantenersi.
Nel periodo (gli scrittori, e gli artisti in generale, hanno sempre dei periodi) torinese ha scritto cose che facevano cagare, e infatti nessuno gliele ha pubblicate, ragion per cui ha dovuto svolgere accozzaglie di lavori casuali per mantenersi.
Nel periodo nizzardo ha scritto cose che facevano cagare, e infatti nessuno gliele ha pubblicate, ragion per cui ha dovuto svolgere accozzaglie di lavori casuali per mantenersi.
Nel periodo cunese ha scritto cose che facevano cagare, e infatti nessuno gliele ha pubblicate, ragion per cui ha dovuto svolgere accozzaglie di lavori casuali per mantenersi. Dopo aver vinto un concorso per seguire un corso in una scuola detta "per scrittori" dove le hanno insegnato a scrivere cose come tutti vogliono leggerle, in serie come tutti gli scrittori di successo scrivono, non è riuscita comunque a non scrivere cose che non facessero cagare tutti. Al che ha pensato di allietare orde di internettiani aprendo un blog. Il suddetto blog è stato caratterizzato da una durata continua e inesauribile fino ai giorni nostri, attraversando il periodo genovese e quello torinese bis. Le hit sui lettori giornalieri si sono attestate intorno a un centinaio di media, di cui novantanove capitati lì per caso, e subito uscitine, e uno capitato lì perchè l'ip era del suo ragazzo, ma chi manovrava il pc era lei stessa, in cerca di almeno un fan (finto). Ogni tanto qualche blogger ubriaco salvava il suo blog tra i preferiti, probabilmente a causa di un'errata digitazione o del crollo della testa priva di sensi proprio su quel tasto. A volte il suo blog veniva salvato anche tra i preferiti di internettiani con animali domestici liberi di zampettare sulla tastiera dei loro proprietari".

No, no, ho deciso, non posso accettare una simile umiliazione.

Da grande non farò la scrittrice.

venerdì 16 marzo 2012

La pedalatrice notturna


Pedalavo nella notte
e la notte era nera più del nero
e io ero senza le luci davanti.
Ne avevo solo una dietro
che era incastrata selvaggiamente nel portapacchi
e io non lo sapevo ma lei si era capottata e faceva luce
soltanto ai raggi della ruota dietro.
Davanti il nero assoluto.
Poi avevo anche un casco,
non in testa
ché in testa ho già i capelli
e poi il casco più i capelli in testa
fa sì che i capelli diventino unti e schiacciati
sul cranio
come i peli di un cane bagnato
pur essendo asciutti.
Avevo quindi questo casco appeso al manubrio,
cosa notoriamente utile.
In realtà la cosa si rivelò anche velatamente utile,
in quanto il casco del Decathlon ha sul di dietro
una lucina rossa, con due modalità: fissa e intermittente.
Anche tre modalità, se contiamo quella spenta.
Io avevo la terza modalità,
ma lampo di genio volle che decidessi
di metterlo sulla modalità fissa,
tenendolo appeso al manubrio.
Ciò fece sì che mi ritrovassi
ad essere
nel nero più nero
una lucina rossa piccolina
che avanzava.
L'unico dubbio fu questo:
se le macchine sanno che chi va in senso contrario a loro
ha la luce bianca
e chi va nel loro senso ha la luce rossa
cosa penseranno mai di me?
Che vado nel verso contrario
a quello in cui sto realmente andando
o che ho messo una luce rossa sul davanti
invece che sul di dietro,
oppure ancora che sto pedalando a ritroso
su una di quelle bici che
comunque giri i pedali
rispondono con un avanzamento
conforme al giramento?
O forse
semplicemente
i guidatori notturni
non pensano.
O perlomeno non pensano a te.
Al massimo, ti schiacciano.
Poi, allora,
lì,
sì che ci pensano,
a te.
Forse.

mercoledì 14 marzo 2012

Perchè leggere un mio post quando potete leggere questo?


Invece di stare qui a leggere un mio pessimo post, oggi su questa copertina qui sopra, andate sul sito, ordinate una copia di questo libro e leggetevelo, sperando che vi arrivi per il week end.
Almeno siete sicuri di leggere qualcosa di bello.

martedì 13 marzo 2012

Non è giusto!


L'altro giorno parlavo con una persona, che mi diceva: "Non è giusto!" ogni tre o quattro frasi.
E si stupiva immensamente di questo, e voleva che tutto fosse giusto.
Questa persona era bassissima, grassa, strabica, con una faccia picassiana, e non era nemmeno che brillasse per intelligenza o simpatia. Diceva che tutta la sua famiglia era soggetta a diabete e le erano morti 4 nonni di Alzheimer.
Io le avrei voluto dire: "Ma come fai a pretendere che nel mondo accadano cose giuste, quando la tua sola esistenza dimostra che, fin dalla nascita, nulla è giusto? Non è mica come in un gioco di ruolo, in cui ognuno nasce con 10 punti da spalmare a scelta tra varie caratteristiche, e la cui somma dà sempre 10. No, tu nasci con 5 punti, altri con 100. E poi pretendi che in un mondo così ci sia giustizia?"
Poi ho pensato di lasciar perdere.
Non mi sarebbe piaciuto creare una nuova dipendenza in una persona così ingiustamente sfortunata.

lunedì 12 marzo 2012

Telecomandi


Ogni tanto mi viene da pensare a un mondo in cui ognuno può spegnere una componente di se stesso, ad esempio con un telecomando.
C'è chi ha il telecomando del garage, chi quello della tv, chi quello, per esempio, della propria sessualità.
Se ognuno avesse il telecomando della propria sessualità, un bel telecomando desessualizzante,
Nel momento in cui lo mettesse su off, non avrebbe più un'identità sessuale. Sarebbe non un essere ermafrodita, ma un essere zerofrodita.

Mettiamo che una donna, che ha il telecomando su on, e magari ha in mente che prima o poi potrebbe volere un figlio, debba fare un colloquio di lavoro: zacchete, mette su off e via. Se quello che gli fa il colloquio ha il telecomando su on, si vede davanti un essere umano non meglio identificabile, e deve assumerlo sulla base di quello che sa fare, e non su quella della sua idea di avere un figlio prossimamente, o anche in base a quanto è attratto da lei.

Forse ci sarebbero un po' di denunce di telecomandi rubati da fidanzati/e o ex gelosi/e, che li trafugherebbero per tenerli a comando o perennemente su off, il che farebbe sì che la polizia possa assumere più personale, diminuire la disoccupazione e di conseguenza la crisi.

Mettiamo che uno possa comprare un numero di telecomandi pari alla sua disponibilità economica.

I poliziotti addetti alle pratiche sui telecomando desessualizzanti potrebbero comprarsi tantissimi telecomandi di tutti i tipi, per spegnere e accendere di tutto.

L'importante è che un poliziotto di quelli non sia anche un fidanzato o un ex fidanzato geloso, ché poi dovrebbe arrestarsi da solo e, come spesso accade, tutto gli tornerebbe indietro come un boomerang.

venerdì 9 marzo 2012

Lacune

Ora, io continuo a vedere da anni ormai la città costellata di manifesti di Buquicchio. Non so perchè, ma sempre lui mi tocca di vedere, e, alla fin fine, mi ritrovo pure a leggerli, questi manifesti.
Questo, per esempio:

- ASL = - poltrone, ok, basta studiare la matematica.
+ risparmio è una conseguenza logica, basta studiare l'economia.
Non ho capito bene da dove vengano più servizi se ci saranno meno ASL...ma forse per capire questo bisogna studiare qualcos'altro che non ho studiato...

mercoledì 7 marzo 2012

La gente pensa

La gente pensa sempre a quello che le manca per essere felice.
Non pensa quasi mai a quello che ha di troppo per essere felice.

lunedì 5 marzo 2012

Come ti trasformano un idillio in una caccia all'uomo


C'è gente che corre per la performance.
Io no.
Io corro per il relax e per il proliferare di idee dai pori insieme al sudore. Il problema è che poi, quando torno, puzzano, come il sudore. Sono come il pesce, ma puzzano dopo 35 minuti, e così capita che non le usi più per non appestare voi lettori.
In ogni caso, non sono i post sudati il nocciolo di questo post, sebbene la corsa e chi corre per la performance.

Ho sempre corso in un francobollo di isola pedonale in pieno centro di Torino, luogo dove non c'era nemmeno un corridore di quelli che corrono per la performance, dato che già solo fare la virata in fondo all'isola pedonale ogni 200 metri inficierebbe la performance stessa con conseguente frustrazione abissale.
Quindi correvo tranquilla, guardando la gente, inventando post su quello che vedevo, e a volte li scrivevo pure.

Adesso ho cambiato casa e vado a correre in un posto che è pieno di quelli che corrono per la performance. La cosa divertente è che non li incontro nel parco, che è un gran bel parco per correre, ma non è il posto pieno di quelli che corrono per la performance. Li incontro sull'orrido stradone dritto di un chilometro asfaltato e pieno di autobus che passano a tutta canna e ti impanano di polvere. Lo devo attraversare per forza per raggiungere il parco. Loro sono tutti lì con i loro gps che corrono sull'asfalto (mica sul largo marciapiedi sterrato, che potrebbe creare attrito e rovinare la performance) e controllano quanto impiegano a fare un chilometro. Non dicono "vado ai 17 km/h", dicono "vado a 3 e 30".
Ma la cosa peggiore è che appena ti vedono, iniziano a seguirti. Tu non vai a 3 e 30, ma loro rallentano per seguirti e poterti invitare a iscriverti alla loro podistica.
Allora tu dici che non sei interessata e ti metti a correre in luoghi che rovinano la performance, tipo cumuli di neve, dirupi, cespugli di rovi o il luogo esattamente opposto a quello che ti indicano loro, ma niente, devono tesserarti a tutti i costi, e ti seguono parlandoti nelle orecchie e rilevando la tua velocità ogni 30 secondi.
Non essendo riuscita a toglierteli di torno con la lentezza, ci provi con la fuga.
E loro ti seguono comunque, perchè amano la performance e la competizione, gridandoti: "Ehi, vai a 3 e 25, devi assolutamente iscriverti".

Provi allora ad andare a correre a ore assurde, ma più sono assurde più ce ne sono.
All'alba lo stradone pullula. Quelli che vanno a lavorare nella mega fabbrica di fornte allo stradone devono zigzagare tra i podisti che schizzano in ogni dove, conh il naso piantato nei loro gps.

Purtroppo dove abito ora quello è uno dei pochi luoghi dove si può correre.

Anche se sto meditando di mettermi a fare jogging sulla rotonda del centro del paese.
Se non altro, lì non ci corre nessuno.
Ma temo che mi uscirebbero post un po' ripetitivi e avvitati su se stessi.

venerdì 2 marzo 2012

Luoghi strategici

Appurato che lo si dica perchè è vero, dire ti amo non è mica una cosa semplice.

Se uno dice ti amo in certi frangenti, pur avendone piena consapevolezza, l'altro potrebbe pensare che sia in un momento di scarsa lucidità, e non prendere la cosa sul serio.
Per esempio, se si dice ti amo all'altro mentre si stanno facendo robe o subito dopo, l'altro potrebbe non essere del tutto credulo.

Se si dice ti amo mentre si regalano dei fiori o a San Valentino, o il giorno dell'anniversario, sempre che se ne abbia uno, o in momenti romantici non disturbati da eventi spiacevoli, l'altro potrebbe pensare che ci si senta costretti a dirlo, e anche lì non va bene.

Se lo si dice dopo averne combinata una grossa, l'altro potrebbe pensare che lo si stia dicendo per sviare l'attenzione dal fatto spiacevole, e comunque per evitare di farlo arrabbiare troppo, il che provoca generalmente il risultato di far arrabbiare l'altro ancor di più. O rarissimamente di far la pace (nei film).

E allora quando lo si deve dire?

In momenti insospettabili, nè troppo romantici, nè troppo annebbianti, nè troppo drammatici.

Momenti ideali per dire ti amo sono:
  • durante la fila alla cassa del supermercato (più è lunga più si può approfondire l'idillio, senza perlatro ricadere nella prima casistica vista, per questioni di atti osceni in luogo pubblico, ma soprattutto perchè poi non si rientra più nella situazione appropriata)
  • facendo benzina (più il serbatoio è vuoto, più si approfondisce l'idillio, ma bisogna fare attenzione a conservare una parte attiva del cervello al controllo di che tipo di carburante si sta mettendo nel serbatoio, per evitare di ricadere nella casistica "evento spiacevole")
  • a colazione, magari in settimana, mentre si mangia in piedi e si pucciano i biscotti nella tazza mentre si infila il piede destro nella scarpa sinistra
  • ...(si accettano prosecuzioni)