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mercoledì 7 dicembre 2011

Atto di libertà


Ci sono tre elementi in un parco.
Un cane, un padrone di cane, attaccato al suddetto cane tramite un guinzaglio di quelli con lo scorrimento rapido bloccabile, e una persona che fa jogging.

L'elemento cane sta pascolando tranquillamente nell'erbetta affiancata al marciapiedi, dove tra poco passerà il corridore, calpestando con ogni probabilità la cacca sua o di un altro cane precedentemente pascolante nello stesso luogo.
Il corridore finalmente passa, e il cane lo vede, e sente un innato desiderio, forse derivante dai suoi antenati lupi, più ante che nati, a giudicare dal tipo di cane in questione. In ogni caso il microcane in questione sente l'innato desiderio di compiere un balzo canino verso il corridore. Non che sia una sua necessità, o che la sua vita possa trarre grande giovamento dal compiere questo balzo verso il corridore, che poi non si sa manco che finalità abbia. Ma ciò che conta è che il cane inizia a compiere l'azione, tutta la tensione nelle sue zampette posteriori è volta a raggiungere ciò che vuole raggiungere, e sente la forza della libertà del suo atto, e questo basta, e non importa affatto cosa voglia concludere. Ciò che conta è che la sua volontà è compierlo, e che lo sta compiendo, in un'azione assolutamente libera.
Ma ecco che l'elemento padrone, distratto in una prima frazione di secondo da un interlocutore anche lui canedotato, si accorge di quell'inconcepibile atto di libertà perpetrato dal suo cane, di cui è padrone e assoluto deus ex machina. E così, zacchete, con una leggera pressione del pollice opponibile, lo slancio del cane viene castrato in un modo così improvviso che se il cane fosse un uomo avrebbe bisogno di dieci anni di psicoterapia.

E invece no, il cane è un cane, si tratta di un essere vivente semplice.

Gli basta vedere il corridore scivolare rovinosamente sulla sua cacca per tornare a essere tranquillo e beato, con il collo inguainato nel laccio che lo tiene legato al suo padrone, alimentatore, mantenitore e alloggiatore.

2 commenti:

  1. ...per quanto riguarda i microcani guinzagliati spesso il balzo è del tutto simbolico col solo fine di dimostrare al padrone che lui è indispensabile per la sua sicurezza e sentirsi così gratificato! In verità se fossero sciolti si guarderebbero bene dall'attaccare un essere che pesa 20 volte loro e potrebbe facilmente hamburgherificali! Per quanto riguarda i cani grandi la situazione psicologica è differente: loro sono più o meno consapevoli del loro potenziale azzannatorio e quindi cercano di rincorrere il podista/ciclista di turno... d'altra parte se uno scappa avrà dei motivi per fuggire e loro vogliono scoprirli! Anche i cani quindi hanno da soddisfare le loro necessità psicologiche (talvolta molto simili a quelle degli umani) che però sono lontane dalle speculazioni filosofiche sulla ricerca della libertà!

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  2. Bella ricerca socio etologica :)
    Mica ci avevo pensato a tutte set cose.saranno pensieri da cani :D

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