LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 30 settembre 2011

Sempre troppo qualcosa per capire

Quando uno è piccolo, è troppo piccolo per capire.

Quando uno inizia ad assistere alla fioccata verticale dei propri neuroni dal cervello al suolo, con tanto di calpestamento del tappeto degli stessi creatosi, capisce che è troppo vecchio per capire.

Il punto è che il discrimine tra il troppo vecchio e il troppo giovane, ultimamente, coincide.

Con sovrapposizione, in questi tempi bambocciosi, delle due situazioni.
La cosa inquietante è che la popolazione sta invecchiando, e quello che da giovani si pensava essere saggezza ora si riconosce come rincoglionimento da fioccata neuronale, che inizia a 20 anni, per diventare intensa dopo i 34.

Il che spiega molte cose.

mercoledì 28 settembre 2011

Monito a concentrarsi sui lati positivi della vita


Quando uno lavora lontanissimo da casa, gli tocca usare per forza la macchina, e quando ci mette tipo un'ora o un'ora e mezza gli sembra già un miracolo, ché quando uno riesce per esempio a fare 150 km in un'ora e mezza, parcheggi inclusi, si sente veramente bene.
Se pensa alla spesa si sente meno bene, un meno bene virante al male, al verdognolo, al dilapidato. Ma lasciamo perdere queste venali osservazioni per concentrarci esclusivamente sul tempo trascorso amabilmente con le chiappe affondate nel sedile di guida, investito in ascolto di radiogiornali o musica.
Quel tempo lì è ben tollerato quando si lavora diciamo a 150 km da casa.
Quando però si lavora a 5 km da casa, un'ora e mezza trascorsa con il deretano sul sedile di guida non è più amabile, e si viene spesso investiti da crisi di nervi.
Non si pensa al fatto che, rispetto a quando si lavorava a 150 km di distanza, si impiega lo stesso tempo ma si spende molto meno. E che, tutto sommato, volendo spendere ancor meno, ci si può spostare a piedi, ché a fare 5 km si impiega lo stesso tempo, anzi, ancor meno, 1 ora e venti.
Perchè si è concentrati sempre sul peggio e si dimenticano i lati positivi della vita.

lunedì 26 settembre 2011

Sogno o son desto?


Quando uno sogna, sogna robe spesso assurde, inenarrabili, grottesche.
Si trova in situazioni in cui non si capisce come sia giunto, a fare cose che non capisce a cosa servano, poi si sveglia e tira un sospiro di sollievo, perchè era solo un sogno, e la realtà è diversa, la realtà è cartesianamente spiegabile, quello che fa capisce perchè lo fa, segue un filo logico, e le situazioni in cui si trova sono conseguenze delle sue azioni, e tutto, in un modo o nell'altro, quadra.
Perchè la realtà non è mica un sogno.

Poi, però, può capitare che uno si trovi in situazioni assurde, a fare cose che non capisce a cosa servano, che non afferri come diavolo sia finito in un posto a fare una cosa, e che inizi a darsi pizzicotti, a buttarsi di testa prima dal letto, e non si svegli. Nel secondo caso si può anche procurare una frattura della cervicale, ma svegliarsi no.

I casi sono due:
o è affetto da narcolessia allo stadio terminale
oppure è sveglio.

Quando sei un prof di sostegno


E' bello quando sei un prof di sostegno, perchè
  • sei troppo scemo per poter insegnare qualcosa alla classe, e l'unico detentore del SAPERE è il professore curricolare;
  • sei talmente in gamba che se hai un ragazzino che fa il programma della classe devi sapere alla perfezione tutte le materie, in qualsiasi classe e qualsiasi istituto tu capiti;
  • sei talmente scemo che potresti trovarti a ritagliare figurine e disegnare fiorellini per un anno intero, nel caso tu abbia un ragazzino che fa il programma differenziato;
  • sei talmente in gamba che tutti i verbali delle riunioni li prepari tu;
  • sei talmente scemo che nei consigli di classe il voto di tutti voi insegnanti di sostegno della classe, fossero anche cinque, vale come uno
Dopo qualche anno potrai tranquillamente farti assegnare un prof di sostegno, accusando una sindrome da sdoppiamento della personalità con skizofrenia persistente.

mercoledì 21 settembre 2011

Dialoghi elastici per professori di spastici


PRECISAZIONI PER I NON INSEGNANTI: gli insegnanti di sostegno sono insegnanti della classe, e, anche se hanno in particolare uno o più alunni, è bene non urtare la loro sensibilità appollaiandosi come avvoltoi presso di loro, facendoli sentire troppo diversi. Così dicono le SSIS e i manuali del perfetto professore di sostegno.

OSSERVAZIONE: sarebbe carino che i manuali del perfetto professore di sostegno fossero noti anche ai professori curricolari.

Dialogo veramente scambiatosi in una scuola superiore della provincia di Torino tra un'insegnante curricolare e un'insegnante di sostegno.

PROF SOS (entra in classe, dopo 3 giorni di lavoro sulla classe per dimostrare che è prof della classe, dopo sporadici tentativi di avvicinare il suo alunno senza insospettirlo)
PROF CURR: e tu chi saresti ora?
PROF SOS: sarei l'insegnante di sostegno
PROF CURR: di chi?
PROF SOS (interdizione): della classe
PROF CURR: della classe? Ma da che mondo è mondo il prof di sostegno è di un alunno, mica della classe. Forza, sputa il rospo!
PROF SOS (interdizione in aumento): ma no, il professore di sostegno è della classe, sono sulla classe.
PROF CURR: oh bella questa, è la prima volta che mi capita in anni e anni. Ma se il prof è della classe vuol dire che siete un ammasso di idioti!

lunedì 19 settembre 2011

Lance spezzate a favore della ASL (chi l'avrebbe mai detto?)


Un po' di giorni fa nella buca delle lettere ho trovato una busta della ASL.
Ho aperto e ho scoperto che avevo vinto! Ero stata selezionata per il Progetto Cuore.
Questo significava essere convocata una mattina alla ASL e ottenere aggratis tutto un ceck up molto completo per prevenire il rischio di malattie cardio-vascolari.
Memore di questa meravigliosa esperienza alla ASL, nonchè di quest'altra, e, last but not least, questa, mi sono sorti due dubbi atroci e contrastanti tra loro:
  1. è il caso di andarci, a questo controllo-premio, con tutti i casini che combinano alla ASL? Non è che rischio di morire di infarto a 80 anni, mentre sono ancora seduta ad aspettare che arrivi il mio turno?
  2. è il caso di NON andarci, quando normalmente tra ticket e analisi ti parte un patrimonio e stavolta è tutto grasso che cola?
Alla fine ha prevalso la parte genovese di me, anche in onore del fatto che ho vissuto nella suddetta città fino a pochi mesi fa, e ho deciso di andarci.

Il timore era talmente grosso che, quando sono arrivata all'ospedale avevo un batticuore da stress misto a pedalata per raggiungere il luogo che mi è durato tutta la mattinata.
Mi sono ritrovata davanti ad un gruppo di ragazze giovani in piena forma, che assistevano a una cortese e chiara spiegazione da parte di due medici, che dicevano di essere dell'OMS, e di averci pescati come campione casuale dai 25 ai 60 anni per un'indagine statistica che ci avrebbe monitorati per i prossimi 30 anni. Sarà stata la mattinata fortunata, ma se il campione fosse sempre quello che vedevo, mi sa che i dati pubblicati sarebbero parecchio sfasati. C'era una fila di ragazze giovani, tutte in forma smagliante.

Ora si capisce anche come mai nel 2010 da un'indagine statistica Torino è risultata la città più inquinata d'Italia, in barba a posti come Milano, Napoli, eccetera. Io non so voi, ma non sono molto convinta di questi dati, soprattutto dopo il risultato del monossido di carbonio presente nei miei polmoni non fumati ma abituati a galoppate ciclistiche in mezzo al traffico torinese: 0,2 %.

Tornando a noi, con grandissima efficienza sono stata analizzata tramite molteplici esami, spostati in orari compatibili con i miei impegni, e dopo 2 giorni ho avuto i risultati delle analisi, nella brochure tutta colorata con le regole della buona alimentazione. Insomma sembrava di essere in Svizzera, anzi, no, perchè in Svizzera costa tutto caro, e invece questo era gratis!

Non ho capito bene dove abbiano preso questi soldi, mentre nell'ambito del Ministero dell'Istruzione stanno nascendo questi casini, in ogni caso mi sa che c'è qualche raccomandato in più al Ministero della Sanità che a quello dell'Istruzione.
Se non altro, se mi verrà un infarto sul lavoro, a scuola, nei prossimi 30 anni, sarò assistita dal Progetto Cuore...

venerdì 16 settembre 2011

Lettera sulla scuola e sui precari di sostegno tecnico a Torino

In questi giorni di inizio scuola ho letto e ascoltato notizie di ogni tipo riguardanti la situazione lavorativa dei prof precari di sostegno delle superiori, nonché quella della scuola in generale.
Vorrei fare alcune puntualizzazioni su fatti che ai non addetti ai lavori possono risultare poco chiari.

Per iniziare, vorrei chiarire l'esistenza di più aree disciplinari anche nell'ambito del sostegno: la AD01, matematico-scientifica, la AD02, umanistica, la AD03, tecnica, e la AD04, motoria (aree a cui si accedeva seguendo un anno di S.I.S. in più rispetto a chi non era specializzato, dopo aver conseguito l'abilitazione sulla propria materia (due anni, concorso di accesso, esame finale, moltissimi esami disciplinari e trasversali – circa una trentina all’anno, a seconda delle discipline). Questo accade alle Superiori, mentre alle Medie esiste soltanto l'area AD00.
Nelle scuole ci sono due tipi di valutazione per i ragazzi che necessitano di sostegno: quella differenziata e quella per obiettivi minimi. La prima si prevede per i casi più gravi, che non riuscirebbero a seguire il programma della classe: alle Superiori l'alunno con programmazione differenziata matura un semplice attestato di frequenza (alle medie, invece, ottiene la licenza). La seconda valutazione, quella per obiettivi minimi, presuppone che l'alunno sia in grado di diplomarsi, seppur con obiettivi legati allo stretto indispensabile, e che sia valutato in base ai suddetti, più limitati rispetto a quelli della classe, ma in linea con il programma di studi: se li raggiunge, matura il diploma alla fine del corso di studi.
La suddivisione per aree degli insegnanti di sostegno delle Superiori è stata effettuata per fare in modo che questi non debbano essere dei "tuttologi", ma soltanto dei "quasi-tuttologi". In teoria, ogni insegnante dovrebbe seguire gli alunni con obiettivi minimi soltanto per le materie concernenti la sua area. In pratica, può capitare quanto appena detto, ma si può anche essere assegnati a un singolo alunno, da seguire per tutte le materie. In questo caso l'insegnante di sostegno deve appunto essere un "tuttologo", oltre che un pedagogo, psicologo, esperto di relazioni, punto nodale di incontro tra alunno, famiglia, scuola, specialisti.
Non bisogna dimenticare che, mentre si dedica a tutte queste attività, l'insegnante è di sostegno a tutta la classe, quindi aiuterà tutti gli alunni, coordinandosi con tutti i professori curricolari (quelli che insegnano le varie materie).
Insomma, si tratta di una professionalità molto complessa, per cui molti insegnanti di sostegno specializzati (laurea, due anni di S.I.S. curricolare, un anno di S.I.S. di sostegno e anni di esperienza sul campo con contratti annuali) ancora non si sentono né idonei né preparati, tale è la differenziazione delle casistiche a cui si può andare incontro.

Dopo questa necessaria spiegazione, vorrei affrontare gli eventi torinesi degli ultimi tempi in fatto di nomine dei professori precari.
Siccome molti docenti delle Superiori specializzati S.I.S. curricolare e S.I.S. sostegno sono precari, ogni anno a fine agosto si trovano in aule magne di scuole Superiori o Medie, previa convocazione del Provveditorato pubblicata sul sito dell'Ufficio Scolastico Provinciale, per accaparrarsi un posto di lavoro, dopo due mesi di disoccupazione nel caso in cui l'anno precedente abbiano avuto una cattedra al 30 giugno (90 %).
Quest'anno, per la AD03 la convocazione è stata fissata mercoledì 31 agosto alle ore 12,30. I posti disponibili sulla AD03, pubblicati sul sito dell'USP, erano 306 cattedre intere, 30 spezzoni da 9 ore l'uno, 2 da 13,5 ore e 1 da 4,5 ore. Ogni insegnante avrebbe potuto accorpare spezzoni da un minimo di 6 a un massimo di 18 ore. Insomma, essendoci 230 persone iscritte in graduatoria a esaurimento, sembrava che si potesse star tranquilli. Peccato che una nota di errata corrige abbia assegnato una moltitudine di cattedre intere a docenti di ruolo perdenti posto (preponderantemente tecnici di laboratorio, per la maggior parte non solo non specializzati sul sostegno, ma nemmeno laureati). Trattasi di coloro che, ritenuti inutili dalla riforma Gelmini (a cosa serve fare attività pratiche di laboratorio, in un'Italia che procede così bene basandosi esclusivamente sulla teoria? A cosa serve che in un Istituto alberghiero ci sia gente che insegna a cucinare, a gestire una sala bar, a ricevere i turisti? Perché mai un perito dovrebbe mettere le mani su strumentazioni vere prima di diplomarsi?), sono stati riciclati in un'attività affine al loro ex lavoro: quella di sostegno nell'area tecnica AD03. Un lavoro identico a quello vecchio, che li ha visti ricevere l'assegnazione con grande serenità.
In ogni caso, con l'errata corrige, i posti disponibili sulla AD03 sono diventati 93 cattedre, 20 spezzoni da 9 ore, 2 da 13,5 e 1 da 4,5. Un ridimensionamento che, considerando solo le cattedre intere per comodità di calcolo, è dell'ordine del 213 cattedre, ovvero una diminuzione delle cattedre disponibili del 70%. Insomma, a noi specializzati sono rimaste solo le briciole. 93 cattedre da suddividere tra 230 persone.
Tutto ciò è avvenuto nonostante la sentenza del Consiglio di Stato 11 ottobre 1990, n. 899, secondo cui "l'insegnamento nelle scuole secondarie ad alunni portatori di handicap deve essere affidato, a norma dell'articolo 7 della legge n. 517 del 1977 e del D.P.R. n. 970 del 31 ottobre 1975, a docenti forniti di prescritto titolo di specializzazione, pur se si tratti di insegnanti di ruolo; onde, in mancanza di detto requisito, da parte degli interessati, deve farsi ricorso a docenti non di ruolo forniti del suddetto requisito".
Il 30 agosto il Provveditore in persona si è presentato all'Istituto "Pininfarina" di Moncalieri, dove erano state fissate le nomine, riconoscendo le sue colpe, e definendosi "una persona onesta", che sa quando ha sbagliato e sa porre rimedio. Tutti gli insegnanti della AD02, ma anche delle altre classi di concorso hanno passato tutto il pomeriggio, fino alle 19 passate, nell'aula magna con un'interruzione delle assegnazioni in attesa della liberazione promessa delle cattedre assegnate ai perdenti posto.
Le nomine sono state rimandate al giorno successivo, 1 settembre, data in cui i professori avrebbero dovuto prendere servizio nelle scuole per far decorrere i contratti dal 1 settembre. Invece erano tutti al "Pininfarina", sfibrati dalla giornata precedente e anche presi in giro, in quanto le cattedre aggiunte sulla AD03 erano 7 sull’area AD03, più una quindicina di quelle avanzate dalle assegnazioni delle aree AD01 a AD04, esaurite nei giorni precedenti. La presentazione delle cattedre disponibili è stata effettuata a voce per quelle AD01 e AD04, e su fogli limitatissimi nel numero per quanto concerne le cattedre della AD03. Nessuna pubblicazione delle disponibilità sul sito dell'USP...Se questa è trasparenza!
La domanda che ha aleggiato tra i presenti è stata: sulle 213 cattedre assegnate erroneamente ai perdenti posti, se ne sarebbero recuperate solo 7? E come mai le altre 206 cattedre, ammesso e non concesso che le 7 in questione fossero state sottratte ai perdenti posto, non hanno subito lo stesso trattamento?
Per continuare le assegnazioni con la massima chiarezza, ogni candidato, chiamato a voce, avrebbe potuto consultare gli elenchi delle cattedre AD01 e AD04 soltanto davanti alla commissione. Non si avevano a disposizione elenchi scritti con tutte le cattedre.
Noi della AD03 siamo stati convocati in un'auletta al primo piano, con capienza massima 60 persone. I primi 60 dentro, tutti gli altri fuori. Sarebbe questa la trasparenza delle nomine? Questo ha fatto sì che le persone in fondo alla graduatoria arrivassero estenuate verso le 22 di sera a raschiare il fondo del barile, dopo aver tentato per ore e ore di cancellare le cattedre assegnate sulle copie non aggiornate pubblicate sull'USP origliando dalla porta, ammassati in un corridoio con 2 o 3 sedie, seduti per terra o in piedi.
Le ultime cattedre erano tutte ovviamente scomode e lontane rispetto alla città, nonché non conformi a quanto carpito con un lavoro certosino di cancellazione dagli elenchi che si avevano a disposizione, mentre tra quelle assegnate ai perdenti posto ce n'erano moltissime in centro a Torino.
Ancora una volta abbiamo piegato il capo, accettando di prendere posto su cattedre scomodissime, e che i nostri diritti imprescindibilmente sanciti dalla legge venissero calpestati.
Sono continuate proteste e presidi vari, soprattutto da parte di chi non aveva ottenuto né una cattedra né uno spezzone, finché, in data 12 settembre, dopo un presidio davanti all'USP durato tutto il pomeriggio, non sono state messe a disposizione un'altra ventina di cattedre, senza peraltro liberare quelle dei perdenti posto. Contentino ridicolo, che permetterà tra l'altro ai primi esclusi di riuscire a insegnare magari in centro invece che qualche misero spezzone a Oulx, o Susa, trascorrendo più ore in viaggio che a scuola, spendendo più soldi in trasferimenti che quelli guadagnati. Ma alla fine il contentino zittirà molti, rischiando di permettere che dall'alto ci si senta legittimati a continuare questa condotta dequalificante e frustrante per una classe lavorativa che ha fatto della vocazione la sua ormai unica motivazione. E già si parla – ma queste per ora sono voci di corridoio – di un corso abilitante sul sostegno di 30 o 50 ore per i perdenti posto di ruolo, che l’anno prossimo potrebbero vantare un’abilitazione equiparata a quella che noi abbiamo maturato con 400 o 800 ore di corso S.I.S….
Tutto ciò per non parlare del TFA, il Tirocinio Formativo Attivo, nuovo canale di reclutamento, che, contrariamente a quanto annunciato in un articolo pubblicato proprio su "La Repubblica", prima o poi partirà, e permetterà a tanti giovani freschi e motivati, dotati di Laurea triennale, biennio specialistico e un anno di tirocinio gratuito nelle scuole, di entrare subito di ruolo sorpassando le vecchie cariatidi della S.I.S., antiche, ormai demotivate, con tutti i loro 5 anni di laurea specialistica, 2 di S.I.S. curricolare e 1 di S.I.S. di sostegno, nonché anni e anni di precariato sulle spalle, insomma una classe insegnante ormai antidiluviana che osa pure chiedere di bloccare le assunzioni dei giovani, perché non sa capire il progresso.
Resta da capire come faranno a definire il numero chiuso di accesso al TFA in base ai fabbisogni reali, quando in classi di concorso come la AD03 a Torino (un esempio che si potrebbe applicare a moltissime altre classi di concorso curricolari), di questo passo, servirà un centinaio d'anni per esaurire tutti gli insegnanti specializzati ancora non di ruolo inseriti nella graudatorie a esaurimento.

mercoledì 14 settembre 2011

Suggerimenti per riequilibrare l'umore in giro sfruttando il fatto di essere circondati da perfetti sconosciuti

E' interessante come quando uno è in giro sia possibile essere insultati e ringraziati in pochissimo tempo da persone diverse mai viste.

Se sei troppo di buon umore, se ti senti troppo un figo, basta che attraversi la strada con il rosso, magari quando sta arrivando un motorino ai 5 all'ora e basta, onde evitare di essere asfaltati e diventare troppo di cattivo umore. Quasi sicuramente, visto lo stato di crisi e skizofrenia italo del momento, il tipo in motorino inizierà a insultarti pesantemente, dandoti del pirla, della faccia di qualsiasi cosa, e chiedendoti se sei scemo. Anche se potrebbe evitarti tranquillamente, per lui è meglio scaricare la propria ira urlandoti dietro.

Se invece sei troppo di cattivo umore, forse perchè hai esagerato con la strategia qui sopra, o per fatti tuoi personali, puoi metterti davanti a un portone qualsisi non chiuso a chiave, e aprirlo a tutti quelli che passeranno. I più, per cortesia, ti diranno "Grazie", alcuni ti sorrideranno anche.

Se sei proprio giù di morale al massimo prenditi un giorno di ferie, mettiti in fila alle Poste. Prendi un po' di numeri ogni cinque minuti e poi distribuiscili a quelli che arrivano dopo di te. Se quelli che li precedono non ti pestano, sarai ringraziato tantissimo dai beneficiari e rischierai anche di farti offrire qualche caffè. Se ti pestano, cambia ufficio postale e ricomincia per ristabilire il buon umore presistente al pestaggio e incrementarlo successivamente.

Cosa dici?
Che se prendi un giorno di ferie è meglio andare al mare?
Forse sì, magari non ad agosto.

lunedì 12 settembre 2011

Borse amiche


Ho già parlato in passato dei sacchetti biodegradabili che si biodegradano mentre li stai riutilizzando per la seconda volta.
Oggi vorrei parlare delle nuove frontiere del sacchetto biodegradabile.
Che si biodegrada mentre lo stai utilizzando la prima volta, e dopo 3 minuti.

Le nuove frontiere di questo sacchetto, nella fattispecie, per non fare nomi, quello del Carrefour, portano a esperienze piacevoli e stimolanti.

Ieri, per esempio, sono andata in bici al Carrefour a 1 km da casa mia. Devo spezzare una lancia a favore di quelli a 3 km e a mezzo km da casa mia, con le cui borse appese al manubrio sono sempre arrivata a casa. Loro, le borse, le hanno all'antica. Delle borse vere, che quando la commessa te le dà ti viene quasi da commuoverti, che tutte le volte trattengo a stento un emozionato "Ma sono borse vere!". Non lo dico solo perchè l'ultima volta che l'ho detto mi hanno guardata storta.
In ogni caso, ieri, alla cassa del Carrefour a 1 km, dove non ero mai andata, ho scoperto con costernazione che l'uso di borse vere non è appannaggio di tutti i Carrefour di Torino.
Ho cercato di caricare meno le borse, mi sono perfino messa le pizze surgelate nel portapacchi, perchè gli spigoli non tagliassero le efebiche borsine. Poi sono partita, traballante con le mani ben salde sul manubrio, che oscillava al peso delle due borse.
Sono arrivata in un punto ostile, con il marciapiedi e i binari del tram a 20 cm l'uni dall'altro, e le mie ruote e le mie borse appese al manubrio in quei 20 cm. Dietro di me, lo sferragliare del tram in lontananza relativamente prossima. Dopo aver fatto il cammino di Santiago in bici con pacchi su pacchi e su sterrato, mi reputavo idonea ad affrontare senza problemi quel tratto di strada, ormai a mezzo km da casa. In realtà, però, i pacchi del cammino di Santiago non erano di plastica velina come le borse del Carrefour, e, complice il caldo che nel frattempo mi stava cuocendo la pizza nel portapacchi, o forse a causa di un prolungato stoccaggio di magazzino dei borsini, questi hanno iniziato a decomporsi proprio lì, nel punto ostile, proprio con il tram in arrivo, e tutto il contenuto è franato ai piedi della mia bici, sui binari, con gran rotolamento di yogurt in tutta la strada.
Ho dovuto compiere un'operazione che potrebbe tranquillamente essere introdotta nel film Speed 3, per mettere tutti i pezzi sul marciapiedi prima dell'arrivo del tram.
Dopodichè, ditemi voi cosa può fare una persona con due borsate di roba su un marciapiedi a 300 metri da casa sua, contemplanti la presenza del contenuto (di cui buona parte precedentemente surgelata) ma non del contenente.

a)
b)
c)
d)
...

venerdì 9 settembre 2011

La gente è spessissimo malvagia, spesso asociale, e se è socievole spessissimo lo è perchè è malvagia


L'altro giorno ero in stazione, alle macchinette automatiche per i biglietti, e mi stavo beatamente comprando il biglietto, pigiando su quei bellissimi schermi touch screen tutti sfasati, che uno deve farsi i calcoli di trigonometria per poter beccare dove vuole beccare puntando il polpastrello in tutt'altra location, quando mi si è avvicinato un tizio con uno zaino e mi ha detto: "Scusa, mi mancano 50 centesimi per il biglietto, non è che li hai?". Io ho guardato, e non li avevo, avevo solo 5 centesimi, che le macchinette manco prendono, e porgergli il mio bancomat mi pareva esagerato. Allora gli ho detto "No, non li ho", ed ero sincera, e se li avessi avuti glieli avrei pure dati, quei 50 centesimi, ché poi se uno non li trova e non è bancomatdotato si ritrova a perdere il treno per 50 centesimi, e sono cose che danno noia. Il tipo mi ha mandata a stendere in malo modo, e la cosa non mi è sembrata carina nè giusta e anche un po' malvagia, dato che io ero in buonissima fede.
Dopodichè si è spostato dal mio vicino, che non l'ha considerato.
La gente è asociale e malvagia.
Non si prende la briga di aiutare il prossimo suo come aiuterebbe se stessa.
Ma non tutta la gente.
Infatti c'era una che era socievole e buona, e gli ha dato i 50 centesimi.
Intanto io mi ero imbambolata ad assistere alla scena, creando una coda di gente asociale e malvagia dietro di me, borbottante per via della mia lentezza.
Il tizio ha preso i 50 centesimi, poi si è messo a chiedere agli asociali e malvagi dietro di me se avessero 50 centesimi per il biglietto.
Al che ho capito che pure il tizio era malvagio, sebbene forzatamente socievole.

Quando, preso il treno, sono uscita dalla stazione, sono arrivata in un viale.
Camminavo beatamente sul viale, quando mi si è avvicinato un tipo con un bel sorrisone socievole, e io mi sono detta, toh quanta gente socievole incontro oggi.
Mi ha porto una banconota da 10 €, e mi ha chiesto se avessi da cambiarla con 2 banconote da 5 €.
Io ho guardato nel portafogli, e avevo le due banconote.
Contenta, le ho estratte e le ho porte con un sorrisone socievole al tizio sorridente.
Lui le ha prese e se n'è andato via velocissimo.
Lui, le due banconote da 5 €, e quella da 10 €.

Poi, la sera, tornando a casa, sotto i portici c'era un ragazzo con un ombrello verde e una borsa verde in mano.
Mi ha raggiunta, seguendomi, e mi ha detto: "Scusi...".
Io gli ho risposto: "No".
A volte nella vita si deve diventare malvagi.
Lui mi ha seguita, ripetendomi "Scusi...".
E io: "No!".
Ha continuato a seguirmi con quella borsa verde protesa in avanti, dicendo: "Scusi...davvero!".
E io: "No, non la scuso, e se continua a importunarmi chiamo la polizia!".
Alla fine ha desistito.

PS Qualcuno ha visto la mia borsa verde? Mi sa che qualche persona malvagia me l'ha rubata.

mercoledì 7 settembre 2011

Spettatrice peripatetica di fugaci visioni


C'erano due persone che camminavano l'una a fianco dell'altra, e me le vedevo venire incontro, sempre più vicine, lui sempre più grassottello all'avvicinarsi, insignificante, con quel sorriso stampato nella faccia grassa, tra due guance di maiale da latte, e lei vicino a lui, che ondeggiava le anche sui tacchi, sicura del suo bell'aspetto. Emetteva risatine stridule, e lui la seguiva come un gatto segue il filo del gomitolo svolazzato dal padrone. Avrebbe riso anche se lei gli avesse detto "maglione", e lei non si sa se rideva dell'avere quel cicisbeo alle calcagna, o se rideva perchè era scema e rideva per tutto, anche se uno non diceva nulla, anche se uno non diceva nemmeno "maglione", o se rideva perchè era furba, e sapeva di poter avere tutti i grassottelli, insignificanti ai suoi piedi scomodi sui tacchi, ma pur sempre piedi.
Mi sono passate a lato, fugace immagine dell'inutilità del rincorrersi umano, e del farsi rincorrere, in un eterno errore di valutazione e di scelte e di prospettive.
Poi, ho continuato a camminare sola in quella strada piena di altre persone, altre persone che recitavano sul palco della vita di cui ero spettatrice peripatetica.

lunedì 5 settembre 2011

Fischia che ti passa


Nella vita, a volte, ci si ritrova incastrati in ruoli che non ci si accorge nemmeno, ma ti hanno già messo manette a caviglie e polsi.
Insomma, invece di dominare i propri ruoli, se ne è dominati.
Ad esempio, prendiamo l'operaio.
L'operaio in strada è un condannato.
E' risaputo che se sei un operaio in strada sei costretto a fare apprezzamenti a quasi tutte le donne che passano.
Le belle, le decenti, le medie, e anche le indecenti se sono dotate di minigonna inguinale.
Insomma, un conto è se fai una cosa perchè ti va, un altro se la fai perchè sei costretto.
Insomma, se tu sei lì che lavori, e hai tutti i tuoi pensieri sul lavoro che stai facendo e passa una tipa bella, decente, media, e anche indecente se dotata di minigonna inguinale, devi smettere per un attimo di concentrarti e devi per forza fare un apprezzamento, o un fischio, o una cosa del genere.
E allora, non è mica più un piacere.
Diventa una costrizione.
Una forzatura.

E se non lo fai che succede?
Succede che la donna bella, decente, media, e anche indecente se dotata di minigonna inguinale, si chiede perchè tu non l'abbia apprezzata ad alta voce o perlomeno fischiata.
Perchè certo, si scandalizzano, certo, si girano dall'altra parte, certo, dicono "Siete proprio scemi", o lo pensano perchè sono troppo timide per dirtelo, oppure perchè sono troppo tarde nella risposta, però sotto sotto, se non lo fai ci rimangono un po' male.
E questo rimanerci male, nel tempo, si dilata, perchè le donne, anche se alcuni giurerebbero il contrario, pensano, e quando si pensa, i pensieri rimbalzano sulle pareti della testa, e si crea l'eco, come quando corri al Valentino sotto il ponte Isabella, e l'eco ingrandisce tutto, le voci e anche i pensieri, e così quel pensiero diventa grandissimo, e ingombrantissimo, e eccheggiatissimo, e alla fine le donne, caro operaio, vanno dallo psicologo.
E lo psicologo costa.
Caro.
Da 50 a 100 € a seduta.
E dopo anni, anni e anni di sedute per scoprire la scaturigine della scarsa autostima della donna bella, decente, media, e anche indecente se dotata di minigonna inguinale, lei scoprirà che la scaturigine su citata sei tu, tu operaio che hai osato concentrarti sul tuo lavoro e contravvenire alla regola dell'operaio d'oro.
E poi non stupirti quando riceverai una denuncia.
Se fossi al posto tuo, operaio, per essere proprio sicura sicura, fischierei tutte le donne, belle e brutte, e pure gli uomini, e anche i cani.
Tanto per essere proprio sicura.
Che le denunce, poi, sono abbastanza seccanti.

venerdì 2 settembre 2011

Quando uno ricomincia a scrivere


Quando uno scrive, e scrive regolarmente, perchè, ad esempio, è uno scrittore, o anche solo un blogger, per quanto penoso possa essere, è abituato a farlo.
Se uno è abituato a scrivere, si mette lì davanti alla tastiera del pc o davanti a un foglio con una biro e zacchete, scrive come se niente fosse, fiumi di parole che escono da sole dalla biro o dalla tastiera.

Poi arriva un bel giorno, anzi, tanti bei giorni, in cui si è impossibilitati a scrivere. Magari si ha troppo da fare, magari si è lontani dal pc e si ha la mano disallenata a scrivere su carta, anzi non si sa più scrivere su carta, si è analfabeti su carta di ritorno, e quindi non si scrive per un po'.
Ma lo scrivente, prima o poi DEVE riscrivere. E' una legge della natura. Prima o poi sai che devi riscrivere. E allora, mentre prima ti sembrava impossibile non scrivere, ora ti sembra impossibile scrivere. Come sei diventato analfabeta su carta di ritorno, così hai la sensazione che anche scrivere sul pc sia un'impresa. Inizi a fare le q al posto delle a, a scrivere cose come kdgjaeingvje pensando di scrivere in italiano. Oltre a questi problemi logistici, che si risolvono relativamente in fretta, a meno di lobotomizzazzione durante il periodo della non-scrittura, c'è il problema contenutistico. Cosa scrivere? Ci si mette davanti al video bianco e non esce fuori nulla. Eppure poco tempo fa si aveva un bombardamento di idee.
Se sei un blogger è imbarazzante, perchè è da un po' che c'è quel "chiuso per ferie" sul sito, e prima o poi bisognerà riaccattivare i numerosi lettori con il primo di una lunga serie di post.
Poi vai a dormire, e quando sei nel letto alle 2 del mattino, ecco che arriva una frotta di post nel tuo cervello. Sono così tanti che sei sollevato, ti dici che avrai post per 4 o 5 mesi, che è tornata l'ispirazione. Non riesci manco più a dormire per l'esaltazione, anche se non hai il coraggio di andare ad accendere il pc e scrivere nel cuore della notte.
Il mattino dopo ti svegli, anzi ti alzi dal letto, e vai al pc.
Lo accendi.
Enri nel tuo blog.
Il vuoto più totale.
Tutti i post sono tornati nel mondo da cui venivano la notte.
E' un po' come con i sogni.
Te li scordi al mattino.
Però è un po' diverso.
Con i sogni hai dormito.
Con i post hai passato la notte in bianco.