LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 29 luglio 2011

Donne al volante (una delle quali sarei io)


Ero in una stradina che s'immetteva su uno stradone su cui c'era la coda per il semaforo rosso.

Sono arrivata allo stop e mi sono fermata di fronte a una spider decapottata con dentro due donne uguali, solo una più vecchia e più bionda dell'altra, probabilmente madre e figlia. Avevano tutte e due gli occhiali da sole, ma ho visto che mi vedevano attraverso le lenti, e la madre che era alla guida si era appiccicata con il paraurti contro il paraurti della macchina davanti, per essere sicura che io non potessi insinuarmi in qualche modo tra lei e la suddetta.
Ho lasciato perdere tentativi inutili e controproducenti, ché spesso con le bionde c'è poco da fare, e se sono bionde tinte è peggio ancora, lo ha detto anche Kundera, e se lo dice Kundera.

Dietro c'erano altre due donne uguali (tra loro, madiverse da quelle davanti), solo una più vecchia dell'altra, nessuna delle due bionda, quasi sicuramente pure loro madre e figlia. Non avevano una spider, avevano un'orripilante monovolume verde acqua più simile a una piscina per bambini che a un'automobile. Vista la non biondezza, l'assenza di decapottabile e altre variabili indefinibili a voi ignote ma al mio inconscio ben note, ho pensato che forse loro mi avrebbero fatta passare. Anche lì guidava la madre. Sfoderando il mio sorriso più aperto dal finestrino ribassato, ho indicato con un dito lo spazio tra la piscina viaggiante e la spider. La donna vecchia mi ha guardata attraverso gli occhiali.Anche quello è un particolare a cui non avevo dato importanza, ma la gente dietro gli occhiali si sente più sicura di sè e più libera di essere stronza. Infatti la donna mi ha sorriso, e io ho capito che potessi entrare. Non appena il semaforo è diventato verde, ha sgasato in modo abnorme, rischiando di tamponare la spider davanti (cosa che sarebbe stata piuttosto goduriosa ai miei occhi) e mi ha salutata con il palmo della mano ben aperto.

Ho dovuto aspettare che ci fosse un uomo

vecchio

con il cappello in testa

che mi facesse passare lasciando circa 300 m tra me e lui a scanso di equivoci.

mercoledì 27 luglio 2011

Vicariato esperienziale


Quando uno supera la soglia degli -enta, c'è poco da fare, ormai i suoi neuroni fioccano come forfora dal cuoio capelluto di uno stressato, sono inarrestabili, e più fioccano, più il decadimento cerebrale avanza.
Insomma, se prima si sapeva a memoria l'elenco dei calciatori di tutte le squadre di tutto il mondo, riserve incluse, dopo gli -enta ci si scopre a dimenticare quello che si è mangiato a pranzo, anche se sono le 14 del giorno stesso. Una volta si conosceva a memoria tutta la filmografia italiana dai telefoni bianchi in poi, oggi si pensa che i telefoni bianchi siano quelli che dava in comodato d'uso la Sip, anzi non si sa nemmeno più cosa fosse la Sip, e non si ricorda nemmeno più il titolo del film che si intende vedere al cinema, anzi, ci si scorda perfino di andarlo a vedere, e se non ci si scorda del film, ci si scorda del nome del cinema, e se non ci si scorda del nome del cinema ci si scorda della via per raggiungerlo.
Insomma, una vera disdetta.

Per fortuna, però, la mente umana è veramente avanti. Siccome non può frenare lo sforforamento dei neuroni, vicaria con l'esperienza. Bellissima questa espressione: quando ero alla SSIS mi piaceva un casino. Invecchio, ma vicario la caduta dei neuroni con l'esperienza.

La cosa migliore è che è quasi vera.
Io ho ormai 32 anni. I miei neuroni li calpesto ogni giorno, trovandomicene le suole delle scarpe piene. Eppure, udite udite, riesco ancora a fare le valigie.
Perchè?
Com'è possibile che non dimentichi delle cose?
Perchè nella mia vita dai 18 anni a oggi ho fatto e disfatto all'incirca una valigia a settimana, il che significa (32-18)*52= 728 valigie fatte negli ultimi anni.
Sto preparando la 729esima valigia.
Non è più uso della mente.
E' automatismo.
Sono un'esperta vicariante in valigie.

PS Questo è il mio 890esimo post...

lunedì 25 luglio 2011

Post adatto ad ogni tipo di coppia estiva (o meno)















Coppia estiva appena assemblata.

Accoppiato 1: Hai avuto molte storie?
Accoppiato2: Qualcuna.
Accoppiato 1: E come mai sono finite?
Accoppiato 2: Erano tutti/e pazzi/e e ho dovuto mollarli/e.
Accoppiato 1: E me mi trovi pazzo/a?
Accoppiato 2: Per ora no.
Accoppiato 1: Quindi per ora sono unico/a rispetto alle persone con cui hai avuto storie in passato.
Accoppiato 2: Già.
Accoppiato 1: Quindi non mi mollerai!?!?
Accoppiato 2: Beh, ti mollerò solo in due casi: se scoprirò in seguito che in realtà sei abbastanza pazzo/a, oppure se scoprirò in seguito che non sei abbastanza pazzo/a per me.

venerdì 22 luglio 2011

Quiz dell'estate: HAI FIDUCIA IN TE STESSO?

E' giunta l'estate, e con lei non mancano i soliti giornali pieni di quiz e test da fare sotto l'ombrellone.
I suddetti hanno un valore enorme, in quanto, svolgendoli doviziosamente, si capiranno cose di se stessi che mai si sarebbero sapute.

Prendiamo quello per capire se si ha fiducia in se stessi.
Ci saranno domande del tipo: se ti propongono un nuovo lavoro: a) accetti con brio e lo svolgi al meglio b) esiti c) fuggi.
Insomma, domande che non fanno affatto intuire quale sarà l'esito in base alla risposta prescelta. Sarebbe meglio scrivere: Hai fiducia in te stesso? a) sì b) a volte c) no.
Pratico, inutile come gli altri, poco ingombrante, con poca attrattiva.

E allora, cari spigolettori, vi propongo il mio intelligentissimo quiz estivo sulla fiducia in voi stessi, in modo da non essere seconda a nessun giornaletto da ombrellone.

HAI FIDUCIA IN TE STESSO?

Avendo probabilmente preso un'insolazione al cranio aggirandoti per l'Italia a luglio sotto il sole cocente senza cappellino nè crema solare, hai pensato bene di prendere una bici scassata e di recarti un un luogo isolato, dove i soli segni di vita sono dati da un allevamento abusivo di incroci di cani pericolosissimi liberi di uscire dal cancello. Trattandosi di un'ipotesi, non puoi sfuggire a questa situazione: ti devi beccare il luogo isolato, i cani incrociati cattivissimi, il cancello aperto e pure una bici scassona. Puoi però scegliere, cliccando sulle lettere, uno dei seguenti comportamenti che adotteresti:

A) Pedalo per fuggire con il sudore che mi cola copiosamente da ogni poro, inondandomi e rendendomi per i cani un appetitoso pasticcino glassato. Non ce la faccio e vengo sbranato dai cani.

B) In preda al panico, scendo dallo scassone che mi dà poco affidamento, e corro, spingendolo e scappando dai cani. Non ce la faccio e vengo sbranato dai cani.

C) Pedalo per fuggire e riesco a seminare i cani. Just do it!

D) Scendo dallo scassone che mi dà poco affidamento, e corro, spingendolo e scappando dai cani. Quando i primi cani arrivano, lancio loro addosso la bici, e mi salvo arrampicandomi su un albero.

mercoledì 20 luglio 2011

Questo blog ha dei fan che mi chiedono l'autografo e mi consultano dal palmare

L'altro giorno ero a un matrimonio, e un fan è venuto a chiedermi l'autografo.

Ormai sono una star ;D

lunedì 18 luglio 2011

Pedoni


Quando uno va in macchina in moto o in bici o comunque su qualche mezzo di locomozione più rapido di un pedone e si trova in una strada, ma anche se va a piedi su un marciapiedi stretto, gli capita che ci siano persone pedestri che gli attraversano la traiettoria. La cosa divertente è che queste persone, nel 70% dei casi, si buttano in mezzo alla strada o al marciapiedi porgendoti la loro nuca, piena o sguarnita di capelli che sia.
Ora, per chi sta transitando è un gran fastidio dover frenare, ma può anche darsi che non freni affatto, e che prenda in pieno il pedone nucosfoggiante.
Ora, la domanda è: ma perchè mai un pedone deve attraversare un luogo di passaggio di pedoni sfreccianti o di autovetture quattro o biruotate porgendo ai passanti la nuca?
Istinti suicidi?
Istinti omicidi?
Istinti suomicidi?
No, necessità di ammortizzare a tuttotondo i soldi spesi dal parrucchiere facendo in modo che qualcuno sia costretto a guardarli anche sulla nuca.
Questo nel caso di chi i capelli li ha.
Nel caso di chi non li ha, si torna alle tre domande su scritte.

venerdì 15 luglio 2011

Tramonti


...e se gli alberghi
appena costruiti
coprono i tramonti
tu non preoccuparti
tu non preoccuparti...
Le Luci della centrale elettrica

mercoledì 13 luglio 2011

Inferno


"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo insieme. Due modi ci sono per non soffrirne.
  1. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
  2. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio"
Italo Calvino

lunedì 11 luglio 2011

Cose che nessuno vi ha (forse) mai detto sui robottini pulenti


Una volta, per pulire per terra, c'era la scopa.

Prima ancora, c'era la terra battuta, e se si fosse scopata troppo la terra battuta non si sarebbe più avuto il pavimento, quindi mi sa che manco si usasse la scopa. Men che meno che si lavasse per terra, onde evitare di avere fiumi di fango in casa.

Poi è arrivata l'era delle scope elettriche, aspirapolveri e diavolerie del genere.
Il problema però rimaneva. Insomma, si doveva sempre passare la scopa sul pavimento, elettrica o meno. Non si poteva fare un incantesimo alla scopa come Samantha, e farla pulire mentre si leggeva il giornale stravaccati sul divano.

Adesso, però, si può stare svaccati sul divano a leggere il giornale anche senza essere Samantha.
Infatti è nato il mitico robottino aspirante, in varie versioni, più o meno economiche.
Io, galvanizzata, ne ho comprato uno.
Ma prima ho pensato bene di farmene prestare un altro.
Anzi, PRIMA AVREI pensato bene di farmene prestare uno.
In realtà, invece di pensare bene prima, HO pensato DOPO, quindi male, perchè ormai il mio robottino stava ineluttabilmente avvicinandosi a me, e le mie economie già si erano allontanate dal momento dell'acquisto.

La prova del robottino altrui è stata caratterizzata da grandissimo entusiasmo iniziale. Ho preso tutte le cose mobili che erano per terra e le ho in qualche modo sollevate. Per la prima volta mi sono accorta che per togliere dal suolo tutti i tavolini, sedie, comodini, cavolate, libri, indumenti della mia casa impiego circa il triplo del tempo che mi ci voleva per scopare e lavare il pavimento spostandoli alla bell'e meglio durante le operazioni.
Con un livello di entusiasmo pari all'iniziale -1, seguendo i consigli del possessore del robottino, invece di uscire a prendere il sole, mi sono messa sul divano, perchè pare sconsigliabile lasciare il robottino in casa da solo. Del resto, si sa, via la gatta i robottini ballano. Ho tirato su anche le ciabatte, guai a creare ostacoli sul terreno d'azione.
Il robottino sarebbe concepito per crearsi una mappa del luogo, e passare in ogni punto, aspirando le polveri spesse e sottili, per poi tornare al punto di partenza. Nel caso non basti una carica, sarebbe così furbo da andare a ricaricarsi e finire dopo.
Tutti questi condizionali sono dovuti al fatto che, mentre ero soporiferamente immersa nel divano, il robottino è andato in loop sotto un comodino lasciato a terra. Dovendolo sollevare, ha perso tutta la mappa che aveva creato nel suo robotico cervello, e ha ricominciato daccapo, finchè, dopo 4 ore, aveva pulito una stanza sola 6 volte. Ho deciso di spostarlo a mano altrove, lontano da me.

Poi mi sono rimessa sul divano.
Rilassata.
Senza quel maledetto ronzio nelle orecchie. Anzi, con, perchè dopo 4 ore il ronzio ti entra in testa, si incorpora a te, diventa parte di te anche se non c'è più nella realtà dei fatti.

In ogni caso, ero rilassata su divano con il ronzio nella testa, quand'ecco si è aggiunto un altro ronzìo. Anzi più che un ronzìo, una scarnificazione. Il robottino, e si era mangiato l'antenna della tv, sputando fuori il torsolo, cioè i cavi interni.
Al che, ho deciso di controllarlo a vista. Mi sono messa sul letto della stanza e l'ho messo in azione sotto il suddetto. Appena mi sono rilassata un po', nel mio campo visivo è avvenuta una repentina variazione dell'arreamento. L'abat-jour d'epoca, prima troneggiante sul comodino d'epoca, è precipitata al suolo, perchè il robottino, non sfamato dall'antenna, ha pensato bene di papparsi pure il filo dell'abat-jour. Indi, si è aspirato pure i cocci della lampadina, come dessert.

L'ho preso e imbustato.
Ho agguantato la vecchia scopa in crine di cavallo, ho dato una passata a tutta la casa, poi ho lavato i pavimenti con lo straccio.
In un'ora.

venerdì 8 luglio 2011

Tuttofare


Quando uno se la cava a far qualsiasi cosa, anche la più schifosa, tipo studiarsi a memoria l'elenco del telefono, capita che, nella vita, gli si chieda di fare qualsiasi cosa, anche la più schifosa, tipo studiarsi a memoria l'elenco del telefono.
E così, questa persona, a meno che non sia un polemico ribelle, passa la vita a fare le cose che gli altri le chiedono, e le fa anche bene, e riesce in tutto, e così studia elenchi del telefono e cose del genere, finchè si ritrova vecchia e ingobbita, si guarda indietro e nota che ha fatto solo cose di cui non gliene fregava niente, però bene.

Poi vede uno che non era mai stato capace di far qualsiasi cosa, anzi non era nemmeno capace di studiarsi a memoria l'elenco del telefono, e quelli che gli chiedevano di studiarsi a memoria l'elenco del telefono rimanevano schifati da quanto lui dimenticasse tutti i nomi e i numeri. Chiunque gli chiedesse di fare qualsiasi cosa era deluso, amareggiato, lo mandava a quel paese, e così lui non aveva mai fatto qualsiasi cosa.
Perchè lui era solo capace di avere la testa nella luna.

mercoledì 6 luglio 2011

Recensione della trattoria Archivolto Mongiardino da Franco (Genova)

Quando si arriva in questo ristorantino immerso nei vicoli genovesi, tocca addentrarsi in una porticina piccola piccola con le tendine rosse e bianche, fidandosi dell'istinto o delle recensioni su internet.
Appena dentro, però, ci si imbatte in un ambiente curato e decorato in modo simpatico, e il proprietario si presenta accogliente e sorridente.


L'immagine qui sotto si capisce solo dopo essersi bevuti il vino che viene copiosamente offerto (per noi è stato tutto incluso nel prezzo del menù, ma io ho anche comunicato che avrei fatto questa fantastica recensione su questo visitatissimo blog... :D ...):

Noi abbiamo preso il menù degustazione...
...innaffiato da uno, anzi due, buoni vini. Il primo è questo Muller Thurgau:

Un brindisi speranzoso...

Ed inizia il menù...

...acciughe e burro...
...cozze alla Franco...
...taglierini al sugo di aragosta...
...altro vinello per affrontare la seconda parte della cena (cortese dell'alto Monferrato)...

...gamberi nostrani alla Franco...

Il proprietario ci fa ammirare un vino che non beviamo, fatto invecchiare in fondo al mare dalle parti di Portofino.
E si finisce con un dolce al cucchiaio tipico genovese con caramello (se qualcuno sa il nume mi aiuti che a quel punto il vino aveva già colpito duramente la memoria):

Ottimo rapporto qualità-prezzo, ambiente carino, anche se è meglio prenotare perchè i posti sono limitati.
Buon appetito a tutti!

venerdì 1 luglio 2011

Quando torni al paesello natìo

Quando torni al paesello natìo, generalmente è perchè, se sei relativamente giovane, hai lì genitori e/o nonni, se sei abbastanza vecchio devi fare da badante a uno o due genitori, se sei veramente vecchio hai da sistemare qualche conto in sospeso, o controllare gli affittuari della casa ereditata da genitori/nonni ormai defunti.

La cosa bella è che, quando torni al paesello natìo, che tu sia relativamente giovane, abbastanza vecchio o veramente vecchio, ti reincarni in quel te stesso che fosti, senze tener conto dello scorrere del tempo che, scorredo su di te, ha lasciato le sue ruote ben impresse suo tuo corpo (e probabilmente anche nella tua mente).
Al che, noncurante del suddetto scorrere, ti aggiri per il paesello natìo e vedi cose che un umano non dovrebbe, a rigor di logica, vedere. Ad esempio, nella giornaleria, vedi la giornalaia che aveva 89 anni quando tu ne avevi sei.


Ti avvicini alla vetrina, sfoderi un infantile sorriso che tira un po' le tue rughe da shar pei, agiti la mano con le cinque dita tese, sventagliando la tua pelle cadente a sinistra e a destra, e ti aspetti che la giornalaia ti riconosca. E' vero, nel negozio c'è una vecchia di 76 anni, ma all'epoca questa vecchia aveva 20-30 anni, e l'89enne è ormai uno scheletro impolverato coperto di brandelli di abiti marci sotto terra. Comunque la giornalaia, mossa a pietà, ti saluta lo stesso, chiedendosi chi diavolo tu possa essere.

Per sicurezza, saluti tutti, dato che tutti ti ricordano qualcuno in generale, sebbene nessuno ti ricordi qualcuno in particolare.
Se per caso una di queste persone che saluti è veramente quella che dovrebbe essere, non ti riconoscerà, perchè anche tu sarai cambiato. Se sei relativamente giovane, sei comunque diverso dall'essere seienne che si aggirava in biciclietta infilando le ruote nei tombini del paesello e massacrandosi le ginocchia sul ghiaietto: magari hai preso 20-30-40-50 kg, 30 cm di altezza, hai cambiato colore dei capelli, hai cambiato faccia, ti sei fatto una plastica, ti sei rifatta le tette se sei una donna, hai avuto un incidente e cammini su due moncherini di gamba, o cose del genere. Se sei vecchio, sei appunto uno shar pei umano, ed è difficile riconoscere le tue fattezze infantili tra le pieghe. Non importa, tu agiti la manina e pensi che ti riconoscano. Ma gli interlocutori, già sufficientemente rimbecilliti dalla loro vecchiaia, con gli occhi resi opachi dal tempo, ti prenderanno per un altro rimbecillito tipo loro, e ci saranno due casi possibili: o ti saluteranno per pietà (verso te ma soprattutto verso se stessi), oppure non ti saluteranno e scuoteranno la testa, dicendosi tra loro e loro che non si rimbecilleranno mai ai tuoi livelli.

Quando tornarai a casa, sarai quasi felice, perchè ti dirai che, comunque, rimbecilliti a parte, la gente del tuo paesello natìo ancora ti saluta (i pietosi sono numerosi, soprattutto quando non ci sono soldi da sborsare e basta salutare con un sorrisone di circostanza).
Ti dirai che al tuo paesello natìo non è poi cambiato così tanto.
Che la gente è sempre la stessa.
Che ti pare di aver fatto un tuffo nel passato.
Che la giornalaia deve essersi fatta un lifting, perchè sembra perfino più giovane di prima.