LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 27 dicembre 2010

Il segreto dell'ascoltatore


Un buon ascoltatore è acclamato dalle folle.
Infatti, a meno che non siate cabarettisti o abbiate imprese mirabolanti da raccontare, il che vi trasformerebbe in fonti di intrattenimento al pari della tv o della radio, alla gente non frega quasi nulla di quello che avete da raccontare su di voi, e, in modo inversamente proporzionale, frega moltissimo di quello che ha da raccontare lei su se stessa.
Anche a voi, però, facendo parte della gente, probabilmente non frega quasi nulla di quello che l'altra gente ha da raccontare su se stessa, e, in modo inversamente proporzionale, frega moltissimo di quello che avete da raccontare voi.
Ordunque, per potervi ingraziare la gente, abbandonate per un attimo, se vi è possibile, l'idea di dover raccontare tutte le vostre cose alla gente. Potete ovviare a questa mancanza pagandovi un buono psicologo, o, se non avete soldi, scavando un buco nella terra e dicendo tutto lì dentro come il barbiere di re Mida. Un altro modo per evitare di partire raccontando tutte le vostre cose è pensare che voi le sapete già, all'interlocutore non frega assolutamente niente di saperle, e che quindi sia inutile narrarle.

Se volete apparire buoni ascoltatori, nonostante il fisiologico nombrilismo a cui vi hanno indotti la vostra natura umana e la realtà che vi circonda, dovete rispettare le seguenti semplici istruzioni.
  1. Ponetevi in una posizione corporea atta all'ascolto: girati verso chi vi parla, distesi, con gesti accoglienti (tipo senza leggere la gazzetta dello sport sulle vostre ginocchia sperando che l'altro non se ne accorga);
  2. Guardate l'interlocutore fisso negli occhi;
  3. Pensate ai cavoli vostri senza mai distogliere lo sguardo da quello di chi vi parla;
  4. Ogni tanto annuite con la testa, dite "Ma certo", oppure "Mi dispiace", senza lanciarvi in consigli prendendo la parola in modo da cambiare la direzione dei riflettori dalla capocchia dell'altro alla vostra, e cercando di continuare il vostro flussi di pensieri personali;
  5. Concludete sempre con un "E' stato un vero piacere parlare con te e spero che l'occasione possa ripetersi."

3 commenti:

  1. Analisi divertente e in gran parte vera, cara Mattea...ma forse un filino cinica :-) Io credo che ci sia ancora gente che sappia ascoltare...sono rari, ma non bisogna disperare di trovarli, e una volta rintracciati vanno tenuti in alta considerazione...con chi invece non ascolta mai una mazza, nessuna pietà: bisogna solo sparare una vagonata di banalità, oppure lasciarli parlare e parlare finchè non finiscono per ingozzarsi della loro stessa prosopopea :-)

    RispondiElimina
  2. Tutto questo mi ricorda un articolo geniale che ho letto un secolo fa su Men's Health, dove si davano consigli ai giovani manager che hanno il tempo contato, perchè il loro problema principale è la telefonata logorroica della mamma.
    Il consiglio consisteva nel ripetere alla mamma tre sequenze di risposte: "Ma certo!" "Ah-ha" "Sono sicuro che non è nulla di cui preoccuparsi".

    RispondiElimina
  3. Devo attuare la metodologia di Men's healt anche con chi mi chiama, magari preregistrando le tre frasi a caso e facendo partire l'mp3 mentre io vado a farmi una bella corsetta!

    RispondiElimina