LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

sabato 31 luglio 2010

Simpatia portami via

Sono di nuovo in Francia, la cara vecchia amata Francia, piena di gente veramente a modo che tiene alto il buon nome della propria patria.
Ieri sono andata in panetteria, e l'idea di infarinarmi le ascelle come due fettine da fare in padella non mi ispirava affatto. Il donnone che troneggiava dietro al bancone mi ha incartato una baguette lunga come - lasciamo perdere com'era lunga - in un pezzettino di carta delle dimensioni di un cleenex.
Le ho chiesto se avesse un sacchettino, vista anche la percentuale di sale e residui di alga presente sotto le mie ascelle. Lei mi ha guardata e, seria e imponente, ha affermato: "una baguette, un foglio". Impossibile contravvenire a questa regola ferrea indispensabile per mantenere l'ordine sociale.
Io sono una delle poche fautrici della non odiosità del francese medio.
Oggi, però, proprio ora, mentre sto scrivendo questo post nel parco del municipio, e proprio il giorno dopo l'incontro con la simpatica panettiera, ho una nonnina canuta e stanca seduta in braccio, proprio sulle lettere di sinistra della tastiera. Asdgsahjasdwqseqwdsd. Ecco: si sta muovendo per accomodarsi meglio. Del resto, c'ero solo io seduta prima di lei, lei era vecchia canuta e stanca, io no, io ero solo poco canuta e poco stanca e poco vecchia, quindi aveva il diritto di detronizzarmi.
Per fortuna un evento ha riequilibrato le sorti: è arrivata una signora adiposa, con tutti i rotolini di ciccia che le pendevano dal reggiseno sulla schiena, oscillando gelatinosamente ad ogni passo. Mi ha fissata e mi ha detto: "Voglio il computer del Municipio", in francese.
Io mi sono prodigata a spiegarle che questo pc è mio, e che il pc del municipio se lo tengono nel municipio e non lo danno certo a me, ma lei pareva non capire. Se n'è andata contrariata perchè non le ho prestato il mio pc, che secondo lei continuava ad appartenere al municipio.
Non ha neanche salutato.
E non era neanche francese.
Era italiana.

venerdì 23 luglio 2010

Vecchi


Stamattina sono passata vicino a un prato di una casa, e nel prato c'era un pino con tanto spazio sotto, e sotto il pino c'erano due sedie di quelle da bar, verdi di plastica.
Allora, me le sono visualizzate alla grande, le due vecchie, che dopo poco sarebbero arrivate lì, avrebbero preso le due sedie, e si sarebbero sedute nel prato a chiacchierare, all'ombra del pino e della casa, e sarebbero state lì, a ripararsi dall'afa cittadina con le chiacchiere tra persone tranquille, senza motivi di agitazione.
Due vecchiette sedute placide su due sedie di plastica, con le loro orecchie grandi e i loro nasi grandi, possono essere placide e tranquille perchè hanno finito le preoccupazioni della vita.
Insomma, hanno ormai solo da morire.
Il che, letto così, non sembra tanto bello.
Sembra pure tanto brutto.
Ormai solo da morire.
Ma ci pensate voi cosa vuol dire aver ormai solo da morire (e, ovviamente, non essere nè in coma nè in condizioni di malattia o di compromissione della salute)?
Vuol dire non avere un lavoro da fare, ma, per ora, una pensione con cui mantenersi, non avere più un mutuo da pagare, e generalmente avere una casa, non avere più figli petulanti e questuanti tra i piedi, avere un'infinità di tempo libero da impiegare con puro divertissement.
Ricordandosi di considerare il divertissement come puro divertimento fine a sè stesso e ricordandosi di dimenticare questo.

mercoledì 21 luglio 2010

lunedì 19 luglio 2010

Il sindacato dei personaggi inventati

Gli scrittori, gli scenografi, i registi e quelli che inventano in generale storie in cui esistono personaggi che fanno cose, hanno a volte una vena piuttosto perversa e un cuore piuttosto leggero.
Questi poveri personaggi non hanno un attimo di respiro. Gliene capitano sempre di tutti i colori.
Leggevo questo libro qui, e mi chiedevo cosa potessero pensare i suoi personaggi, che venivano continuamente colpiti da colpi di scena, pallottole, pugni, schiaffi, eccetera.
Insomma, ancheloro hanno il diritto di starsene un po' tranquilli.
Proporrei un sindacato.

lunedì 5 luglio 2010

Donne dell'altro mondo

In giro ci sono delle donne, ma delle donne, che mica sono di questo mondo.
Sono perfette, con vestiti sciccosissimi, camminano su scarpe bellissime, oscillando su tacchi altissimi con stile perfettissimo, hanno pelli levigatissime, profili per nulla greci, con nasi isoscelissimi, fisici armoniosissimi, tutto che si combina in un quadro di assoluta perfezione, tale che uno le guarda e si dice questa è una donna dell'altro mondo.

Ecco, io invece sono una donna di questo mondo.

A volte provo a passare all'altro mondo, provo a pettinarmi, insomma pettinarmi no, ma diciamo almeno a lavarmi i capelli, a vestirmi in un certo modo, a mettere le scarpe alte, a otturare le imperfezioni della pelle con chili di fondotinta (vecchio e secco perchè mai usato), ma niente.

Rimango di questo mondo.

In questo o in quel mondo si nasce, e ci si resta.

O forse no?

venerdì 2 luglio 2010

Grazie grazie grazie (di che?)


Prendo la bici e faccio per infilarmi nel portone.
Una signora mi apre il portone e mi fa passare.
Le dico: "Grazie".
Lei mi risponde: "Grazie a lei", mentre si sposta tutta di lato, rischiando di farzi infilzare dal mio manubrio sinistro.
Del resto, tenere il portone aperto e farmi passare dev'essere un gran piacere.
Non si può non ringraziare per un simil spettacolo.