LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 30 aprile 2009

Mi piace non mi piace


Quano un ominide ha una certa età, generalmente piuttosto ridotta, ha una chiara idea di quello che gli piace e di quello che non gli piace.

Cerca sempre di fare quello che gli piace e non fare quello che non gli piace.

Alcuni lo chiamano anche principio di piacere.

Poi, crescendo, inizia a sentirsi in dovere di fare anche quello che non gli piace.

Gli alcuni di cui sopra lo chiamano principio di realtà, e vanno molto fieri dell'adultità del suddetto comportamento.

Alla fine si trova a incrementare sempre di più le attività che non gli piacciono, e a diminuire sempre di più quelle che gli piacciono, seguendo il principio di complementarietà (secondo cui l'ampiezza di un angolo la cui ampiezza, sommata a quella di un altro angolo, deve dare 180°, sarà tanto maggiore quanto minore è l'ampiezza dell'altro angolo...però, che principio complesso da scrivere e semplice da capire...).

Per un perverso meccanismo della mente umana, l'ominide in questione inizierà a dimenticare il bello delle cose che gli piaceva fare, tanto poco le pratica, e ad apprezzare quel poco di buono che c'è in quelle che non gli piaceva fare. Infatti, dedicandoci il 99% della sua vita, dovrà pur ben giustificare il fatto di trascorrere la propria esistenza dedito a cosa sgradite. Per questo le trasformerà in cose gradite, convincendosene talmente da esserne (quasi) totalmente persuaso. Nella maggior parte dei casi, si può tranquillamente togliere il quasi.

Immagino che sia per questo che molta gente ricca, e quindi piena di opportunità di spesa, gode nell'operare in Borsa, marcendo ringobbita davanti a schemini ondulanti sul pc e perdendo un sacco di soldi nell'illusione di guadagnarne un sacco. Invece di farsi una bella passeggiata nei campi (quasi gratuita), un bel viaggio chissà dove (spesa equivalente più o meno all'operare in Borsa, secondo le statistiche, ovunque sia il chissà dove), o altre cose belle della vita che hanno dimenticato di apprezzare.

mercoledì 29 aprile 2009

Recensione del mio libro "Mal d'Africa(no)"


Non so se questa recensione vi farà venire voglia di leggere il mio libro (se guardate qui a destra, vi accorgerete di poterlo acquistare cartaceo per 10 €, cliccando sull'immagine della copertina, o scaricare gratuitamente), ma ve la incollo. Non si sa mai.

E' l'esito della partecipazione al 22° premio Calvino:

Sofia, studentessa di Cuneo residente a Torino, conosce Mamour, immigrato di seconda generazione che insegna a Parigi. Tra i due nasce una storia d'amore. Le differenze sono tante, di età, di provenienza geografica (nel doppio senso della nazionalità e delle radici africane), di religione. Ma i due si amano e in incontri che si succedono negli anni (all'interno dei capitoli sono scrupolosamente annotate anche le date) la loro storia d'amore dura tra mille difficoltà e crescenti perplessità. È una storia metafora del nostro tempo curioso e avventuroso, ma anche precario, insicuro e necessariamente insoddisfatto. La ragazza sente di essere degna di una dimensione più stimolante della provinciale Cuneo, e le circostanze lavorative la allontanano dal suo amante per portarla in varie città: la loro storia costituita di successioni di incontri è caratterizzata da viaggi in tutta Europa in cui i due estranei riescono a conoscersi nella scoperta di realtà sempre nuove. È la precarietà e la mobilità il tratto che consente loro di stare insieme, un equilibrio nel non esistente, ma non hanno scelta. Lo stile è frizzante e giovanile e la condizione d'amore difficile è narrata con molta naturalezza così come i momenti di crisi; a volte, purtroppo, il ritmo rallenta e si avverte una certa ripetitività.

Il Comitato di Lettura

martedì 28 aprile 2009

Unità di misura


Ma voi quando aspettate un evento brutto, o uno bello, o uno che volete togliervi di torno, come contate il passare del tempo? In giorni? Minuti? Ore?

Io, quando l'evento bello o brutto è ragionevolmente lontano, conto i week end, e man mano che si avvicina inizio a contare quante notti mancano, poi quanti pasti, poi quanti respiri, anzi no, i respiri no, perchè poi diventa troppo complesso il calcolo.

E per i prezzi? Beh, le mie unità di misura preferite sono i gelati. Anche se la cosa si fa complicata al crescere del numero di cifre. Allora ogni tanto ragiono in termini di quanti soldi mi servirebbero per arrivare da qui alla morte tardiva senza dover più lavorare nemmeno un giorno. Però sono calcoli complicati. Allora mi limito a guardare se i soldi che ho sul conto corrente bastano a sostenere la spesa. Poi la sostengo. E, se è una spesa per relaizzare un evento bello, quando sono in pieno eventi, uso le modalità di cui sopra per contare il passare del tempo.

Ora dite la vostra.


E, già che ci siamo, sempre in campo sociologico, scrivetemi tre canzoni significative per voi, e la data relativa. Poi vi spiegherò perchè.


Questo post dovrebbe continuare nei commenti, se no, invece di diventare un fighissimo post, rimarrà un post da 4 soldi. Anzi, da 4 gelati mignon.

lunedì 27 aprile 2009

Sogni postiferi


Stanotte ho sognato che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando che stavo sognando di scrivere un post.

Il post non lo ricordo.

venerdì 24 aprile 2009

Che tti ridi, merda?

L'altro giorno stavo camminando in via Sacchi, sotto i portici, nè felice nè triste, con l'inclinazione della bocca a forma di sorriso ingiustificato di circostanza che solitamente rivolgo ai miei interlocutori, anche se sono imbufalita.
Mentre procedevo con quella specie di paralisi facciale rivolta al mio interlocutore, è passata una qualche presenza alla nostra destra, e ho sentito un vocione gridare: "Che tti ridi, merda?".

Poi, la presenza è passata oltre, mentre percepivo qualcosa di nero e grosso ai margini del mio campo visivo.

Io e il mio interlocutore ci siamo girati insieme, e, a venti metri, anche la presenza si è girata.

Io avevo gli occhiali da vista ed era sera: un cocktail perfetto per non vedere una mazza.

Infatti non ho visto, ma me l'ha raccontato l'interlocutore (del resto, se interlocutore era, questo appellativo doveva pur ben avere un senso), che:


  • la faccia del personaggio era grossomodo questa:

  • Il personaggio mi stava facendo più o meno questo gesto:
Chissà perchè, poi.

giovedì 23 aprile 2009

Ma che tti ridi?


Certo che noi umani siamo ben strani.

Vediamo uno di noi che si sta per spezzare l'osso del collo, tipo inciampando, prendendosi una storta, spiaccicandosi contro ad un palo o ad una portiera aperta, precipitando giù da uno scalone trionfale a rotoloni, e cosa facciamo? Ridiamo.

Salvo, poi, sentirci un po' compassionevoli se l'osso del collo se lo spezza veramente.

mercoledì 22 aprile 2009

Presenze ricorrenti


Dove vado a correre c'è spessissimo un signore di una certa età, diciamo 60 anni, con la giacca leggera, beige (sempre quella, autunno-inverno-primavera-estate), i pantaloni di flanella marroncina, le scarpe tipo le Canguro, non quelle che ci sono oggi, quelle che c'erano vent'anni fa, di cuoio, con il bordino, e un laccetto di pelle che passava sui lati, con non si sa che scopo.

Questo signore, vestito di tutto punto, si mette a correre e percorre tutto il viale, rimbalzando sui pavimenti gommosi dei giochi per bambini. Poi sfiancato, si riposa un po'. Poi ricomincia. Il che a me non dà alcun fastidio.

Oggi, però, si è messo a correre proprio vicino a me, al mio fianco.

Vi assicuro che avere un sessantenne con la giacca e i pantaloni con la riga in mezzo che sbatacchia pesantemente i suoi mocassini sul pavimento gommoso dei giochi per bambini, vi costeggia mentre correte per dieci minuti e vi supera pure è molto più faticoso che correre senza un sessantenne con la giacca e i pantaloni con la riga in mezzo che sbatacchia pesantemente i suoi mocassini sul pavimento gommoso dei giochi per bambini, vi costeggia mentre correte per dieci minuti e vi supera pure.

martedì 21 aprile 2009

Caleidocicli

Ma voi sapete cos'è un caleidociclo?
E' una roba di carta (detta anche origami) che, in certe sue forme, può essere girata all'infinito.
A me, sta cosa del girare all'infinito, piace un sacco.
In più, sulle sue facce geometriche ci sono dei disegni, che si combinano in diverso modo mentre il tutto gira. Il che è bellissimo, perchè, se se ne ha voglia, si può inventare tutta una serie di immagini mutanti girevoli con significato più o meno denso.

Io da piccola ho avuto un libro in regalo, questo qui.

E, dopo un bel po' tempo, ho fatto questo caleidociclo:

Dopo un altro bel po' di tempo, ho fatto questo:


Se siete stressati, provate a fare un bel celidociclo.

Vi rilasserà.

Peccato che ci perderete tre ore di tempo come minimo, e quando smetterete di rilassarvi sarete ancora più stressati di prima...

lunedì 20 aprile 2009

Citazioni e aforismi


Un aspirante scrittore, nonchè creatore di aforismi, ha ideato questa frase:

La vita è una giostra. I più si divertono. Qualcuno scende e vomita.

Io aggiungerei alcune considerazioni:
  • Se la vita è una giostra, chi scende non fa più parte della vita. E da cadaveri è dura vomitare.

  • Quando l'impulso del vomito viene, viene sulla giostra. Poichè le giostre sono poco soggette al volere dei singoli, e girano a prescindere dalla loro volontà, ma seguono soltanto il volere del giostraio (il che, in effetti, ben ci sta, con la vita), i singoli con l'impulso del vomito hanno la libertà di divincolarsi, di resistere, di prendersi un sacchetto rubato su un aereo, insomma, hanno un margine d'azione, ma non la possibilità di scendere. Ragion per cui è probabile che vomitino sulla giostra, quasi sempre senza essersi premuniti di sacchetto.

  • Essendo ben note la forza centrifuga, centripeta e la velocità dei sellini della giostra, è molto probabile che quelli che si divertono siano ammantati da un pulviscolo denso di vomito degli altri avventori.

  • Una giostra normale dura qualche secondo, la vita può durare qualche anno, fino a 100 o anche più. Ora, chiedetevi quante persone si divertano ancora su una giostra che gira dopo mezz'ora. E quante non abbiano voglia di vomitare. Figurarsi per 100 anni (o meno, o più). Per cui, pensate all'effetto del punto prima moltiplicato per quasi tutti quelli che sono sulla giostra, vecchie querce escluse.

  • Su una giostra, non si può mangiare nè dissetarsi. Dovendoci stare anni, c'è bisogno che qualcuno passi agli avventori cibo e bevande. L'unica soluzione è quella di lanciarli al volo, come nelle gare di ciclismo. Certo, non sarà molto facile dissetarsi e nutrirsi in mezzo al vortice di vomito e con la nausea, ma sarà necessario.

  • Ogni tanto un sellino si stacca, e si fa un bel volo pindarico nel blu dipinto di blu. Se fa brutto, nel grigio dipinto di grigio.

sabato 18 aprile 2009

Metodi per raggiungere gli obiettivi della vita

La gente, si sa, è diversa, e quindi agisce in modo diverso per raggiungere, se li ha, i suoi obiettivi.

Io ho notato varie impostazioni:
  • TEORIA DELL'ESATTEZZA: la teoria in esame si caratterizza per la sua suprema inesattezza. Ho un obiettivo, faccio esattamente quello che mi pare giusto ed equo fare per raggiungerlo. Peccato che sia facile sbagliare, e quindi si rischi che qualcosa non vada per il verso giusto, e che lo scopo non si raggiunga.

  • TEORIA DEL BERSAGLIO: in questo caso, si punta il più in alto possibile, sapendo che la traiettoria sarà sempre una parabola. Si spera che, nella discesa, la freccia atterri nel centro del bersaglio. In questo caso, si rischia di arrivare ben al di sopra dell'obiettivo, o di lanciare la freccia così in alto da riceversela in testa. Il che fa abbastanza male. E poi è faticoso.

  • TEORIA DEL MINIMO SFORZO E MASSIMO RENDIMENTO: la teoria in oggetto è caratterizzata da grandi oscillazioni. Di solito, però, lo scopo ultimo è la sufficienza e la possibilità di ritagliarsi tempo per raggiungere altri obiettivi (tipo il cazzeggio totale). Si tratta di fare il minimo indispensabile per raggiungere gli obiettivi minimi. Teoria adatta alle persone cool, che non puntano al massimo, ma vogliono vivere in santa pace. Molto spesso, però, può capitare di avere risultati ottimi anche adottando questa teoria. Il che fa irritare molto i fautori delle altre cateogire, soprattutto di quella che segue.

  • TEORIA DEL MASSIMO SFORZO E MINIMO RENDIMENTO: questa è la teoria dei pazzi. Non incorrete nell'errore di credere che sia adottata da pochi.

Se ne avete altre, date libero sfogo ai vostri inarrestabili commenti.

venerdì 17 aprile 2009

A ogni età i suoi crucci


Da giovane si hanno i brufoli. Edè un cruccio.

Da vecchi si hanno le rughe. Ed è un cruccio.

Il doppio cruccio è avere insieme ancora i brufoli e già le rughe.

mercoledì 15 aprile 2009

Fallimento

Stanotte ero nel letto che non dormivo, colta da raffreddore fulminante.
Mi è venuto in mente un post bellissimo.
Me lo sono studiato nei minimi dettagli.
Quasi quasi, avevo voglia di alzarmi e scriverlo, ma il ripieno di catarro che avevo in testa me l'ha impedito.

Stamattina ho deciso che avrei scritto questo post.
Di solito, i post pensati la notte o giorni prima li ricordo.
Se non proprio le esatte parole, almeno l'argomento.

E invece niente.
Nemmeno l'argomento.

Ho passato tutta la mattina, fino ad ora, a pensarci.
Niente.
Sperate in domani.
Se no ho perso un'ispirazione fantastica, che era già quasi post.

giovedì 9 aprile 2009

Chiuso per Pasqua


Quest'anno, per Pasqua, chiudo il blog e me ne vo un po' via.

Se volete sollazzarvi con post pasqualini, non vi resta che leggere i post degli altri o i miei vecchi, tipo questo o questo.
A martedì o mercoledì prossimo.

mercoledì 8 aprile 2009

(I)podisti più veloci di me



  • Sarà che io non uso le scarpe Nike, perchè ho i piedi scheletriti e mi calzano meglio le Adidas,

  • sarà che quando mi dico: sto post lo faccio quando mi finiscono le altre idee poi mi vengono sempre altre idee e così il tempo passa e quel post non lo faccio mai,

  • sarà che le idee che mi suggeriscono altri le hanno già pensate altri ed è molto probabile che altri ancora le pensino senza suggerirmele,

...ma questa volta, alla competizione men vs women sono arrivata in ritardo.


Ha vinto lui.

martedì 7 aprile 2009

Ipocrisia da terremoto


L'uomo per natura guarda ai propri interessi.

Se gli cade in testa la casa, quello è un suo interesse, e quindi vi guarda.

Se cade in testa la casa a uno che è imparentato (o amico o simili) con lui, vi guarda nella misura in cui la parentela ha interesse per lui.

Se cade in testa la casa a uno che non è imparentato (o amico o simili) con lui, vi guarda magari con curiosità, pena, commiserazione, ma fondamentalmente non con tutta questa partecipazione.

Ditemi che il mutuo della vostra casa, la cassa integrazione vostra, il vostro problema sentimentale, l'inezia che vi mette in ansia sono passate in secondo piano dopo che avete avuto la notizia del terremoto dell'Aquila.

Sì, avrete sentito compassione.

Sì, magari avete pure mandato un obolo.

Può anche darsi che abbiate pensato a quanto le vostre problematiche siano inezie al confronto (se lo sono; se non lo sono è chiaro che abbiate continuato a metterle in primo piano).

E' probabile che l'abbiate anche DETTO agli altri: "Sei proprio un egoista, tu: pensi a ste stupidaggini mentre all'Aquila c'è gente che ha problemi veri".

Ma un secondo dopo avete ripensato all'inezia che vi tormenta, e l'inezia ha continuato a tormentarvi, in pole-position.

lunedì 6 aprile 2009

Odi et amo


Si può non odiare qualcuno, e al tempo stesso non amarlo.
Si può odiare qualcuno e anche amarlo?

venerdì 3 aprile 2009

Consigli per un week end impegnativo, ovvero presentazione del BAR CROCE ROSSA A TRAVERSELLA (specialità fritto misto alla piemontese)

Oggi devo proprio lanciarmi in questo lunghissimo ma proficuissimo post, in un parodico tentativo di imitare il mitico blog di Altissimo Ceto.


Lo faccio anche in preparazione di questo week end, dato che qualcuno che abita nei pressi di Ivrea potrebbe essere colpito da voglia di trigliceridi nel sangue.


Iniziamo dunque con la visita a questo fantastico ristorante, chiamato:


BAR TRATTORIA DELLA CROCE ROSSA
10080 Traversella (TO)
16, VIA MARCONI
tel: 0125 749122


Visita pappatoriale effettuata in data 28/03/2009, con grande soddisfazione delle papille gustative.


Costo del pasto intero, comprensivo di coperto, bevande ad libitum e caffè: 22 €.


Panoramica della proprietaria incesellata nel bancone del bar:


Le portate, provenienti da una cucina pulitissima in cui lavorava un ragazzo giovane solo per noi sei, hanno previsto 8 round, 4 dolci e 4 salati.

PORTATE SALATE:

1) salsicce;

2) salsicce in formato tondo (hanno un nome, ma nella perdizione del grasso è stato rimosso);

3) cavolfiori;


4) bistecche bovine dimensione A4;

5) melanzane;


6) bistecche di tacchino formato A3;

7) zucchine;

Piatto splatter:

8) cervello;

9) fegato.


PORTATE DOLCI

1) semolini;

2) fragole;

3) mele;

4) albicocche;

5) pesche;

6) ananas;


7) amaretti;

8) pavesini.


Scusate il finale, ma che ci volete fare, c'erano artisti tra di noi (non io, io non sono nè un'artista nè una poetessa, come ho già avuto occasione di dire).

Buon appetito a tutti!

PS: avvertenza: la digestione può avere durata compresa tra le 6 ore e i 6 giorni.

PPS: se notate la presenza di strani individui intorno ai piatti, ignorateli, sono interferenze provenienti dalla vostra fantasia malata da lettori di blog mista agli effluvi di fritto misto emanati dal presente post.

giovedì 2 aprile 2009

Dubbi intellettuali


Non ho ancora capito se quegli individui che dalla natura hanno ricevuto cecità con necessità di occhiali spessi 4 dita e gobba incipiente siano diventati intellettuali come reazione a ciò, o se persone intellettuali, a forza di passare il loro tempo sui libri, siano diventate cieche con necessità di occhiali spessi 4 dita e gobba incipiente.

mercoledì 1 aprile 2009

Sirens

Ieri camminavo per strada.
Avevo un peruvianino davanti a me.
Poi, l'ho superato.
nel frattempo, è passata un'ambulanza. NI-NO NI-NO NI-NO per un bel po', con tanto di effetto Doppler.
Dopo un po', ma un bel po', l'ambulanza è andata via.
Il peruvianino, no, però.
E ci aveva preso gusto.
Per i restanti venti minuti della mia passeggiata, ha fischiato la melodia della sirena dell'ambulanza, passeggiando dietro di me, ché guarda caso andava nella mia direzione.
FI-FO FI-FO FI-FO.

Paese che vai, gusti musicali che trovi.