LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
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martedì 30 giugno 2009

Dipendenza subdola


Nell'hotel dove lavoro c'é il wi-fi gratuito in tutte le stanze.

Chi avesse letto i post precedenti, si stupirebbe di questa fantastica presenza.
Non si stupisca troppo, perché non funziona tanto spesso.

La settimana scorsa tutte le stanze straripavano di giovani pubblicitari provenienti da ogni angolo di mondo, per questo congresso qua.
Sabato, quando non c'era nessun altro se non io e la mia collega che ha iniziato con me un mese fa, un'orda di giovani pubblicitari disperati si é riversata su di noi, e questo per tutto il giorno, continuando anche domenica.

La disperazione era dovuta al non funzionamento del wi-fi.

Ho assistito a scene isteriche che voi umani eccetera eccetera.
(Questa l'ho rubata a lei, lo ammetto, dai, non sono mica una muta ed implicita ladra di idee, sono una ladra di idee esplicita).

Io, davanti a cotanta disperazione, ho scosso la testa, come i nonnetti canuti e stanchi, e ho detto: "Che generazione, che generazione, accidentaccio!! Pc-dipendenti fino all'osso!!! Meno male che noi non ne facciamo parte, noi trentenni siamo avanti, noi, della connessione a internet, ce ne facciamo un baffo o due!!".

I disperati domenica sono andati via in gregge.

Lunedi', ossia ieri, ero tutta tranquilla in reception, e surfavo su internet, dopo aver adempiuto a tutti i miei doveri receptionali.
Ad un certo punto c'é stato un black-out.
Quando ho riacceso il pc, un messaggio mi comunicava che il sistema non riusciva a identificarsi in un indirizzo ip univoco, e che la connessione era assente.
Diceva anche di contattare il tecnico del pc.

Erano le 16,30.

Avrei smontato alle 20.

3 ore e mezza senza connessione!

Panico totale.

Ho cercato di rianimare la connessione in tutti i modi.

Ho chiuso a chiave l'hotel.

Mi sono scapicollata fino al modem, in cantina, sfidando ragni degni di Indiana Johnes e il tempio maledetto.

Ho riavviato il pc.

Ho riguardato tutte le configurazioni.
Ero sudata fradicia, con le palpitazioni.
Avrei anche potuto avere come cliente Geal Garcia Bernal che bussava alla porta vetrata chiusa a chiave, ma non l'avrei considerato manco di striscio.

Alla fine ce l'ho fatta.

Meno male.

Stavo per morire di spavento.

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