LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 7 aprile 2009

Ipocrisia da terremoto


L'uomo per natura guarda ai propri interessi.

Se gli cade in testa la casa, quello è un suo interesse, e quindi vi guarda.

Se cade in testa la casa a uno che è imparentato (o amico o simili) con lui, vi guarda nella misura in cui la parentela ha interesse per lui.

Se cade in testa la casa a uno che non è imparentato (o amico o simili) con lui, vi guarda magari con curiosità, pena, commiserazione, ma fondamentalmente non con tutta questa partecipazione.

Ditemi che il mutuo della vostra casa, la cassa integrazione vostra, il vostro problema sentimentale, l'inezia che vi mette in ansia sono passate in secondo piano dopo che avete avuto la notizia del terremoto dell'Aquila.

Sì, avrete sentito compassione.

Sì, magari avete pure mandato un obolo.

Può anche darsi che abbiate pensato a quanto le vostre problematiche siano inezie al confronto (se lo sono; se non lo sono è chiaro che abbiate continuato a metterle in primo piano).

E' probabile che l'abbiate anche DETTO agli altri: "Sei proprio un egoista, tu: pensi a ste stupidaggini mentre all'Aquila c'è gente che ha problemi veri".

Ma un secondo dopo avete ripensato all'inezia che vi tormenta, e l'inezia ha continuato a tormentarvi, in pole-position.

5 commenti:

  1. curioso perchè su quest'argomento ci avevo pensato poco tempo fa, prima che arrivasse il terremoto dell'Aquila. E sono arrivata alla seguente conclusione: è necessario, per la salute mentale, distaccarsi dai guai del mondo. Non è nè cinico nè ipocrita, semplicemente se ognuno si facesse carico dei guai di tutti gli altri, l'umanità si estinguerebbe in pochi giorni per suicidi e omicidi causati dallo stress insostenibile. Se si è sensibili, si comprende la pena che stanno provando gli altri, ci si immedesima e se l'empatia è grande si cerca in qualche modo di dare una mano. Ma PROVARE lo stesso strazio, lo stesso dolore, è impossibile ed è SANO che sia così. Io sono mamma e quando sento di un bimbo a cui è successo qualcosa mi immedesimo nella mamma che sta soffrendo, provo compassione per lei, ma se provassi lo stesso dolore come se quella cosa fosse accaduta a mia figlia, impazzirei, e smetterei di essere una valida mamma. Detto ciò, quando il dramma è evitabile, anche se è poco probabile che caschi sulle nostre teste, è socialmente responsabile fare tutto il possibile affinchè non capiti a nessuno, amico, parente o estraneo che sia.

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  2. Wow, sono perfettamente d'accordo con te!

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  3. Katiuscia8/4/09 12:36

    beh che dire, è proprio ciò che ho pensato...e sai che inezie mi tormentano oggigiorno!!!!
    ma l uomo è un egoista e nn è certo una sorpesa!!
    Cmq penso che anche il leone se ne freghi tre cazzi se al rinoceronte è morta la moglie o crollata la casa...con questo nn voglio dire che sia giusto ma che è inutile fare finta del contrario....

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  4. Ci sono fior di biologi che hanno fatto studi su studi per stabilire se l'altruismo abbia un fondamento che lo rende utile alla perpetuazione della specie o se sia solo un fenomeno culturale. Non mi pare che una discussione simile aggiunga qualcosa di nuovo, nè spunti granchè interessanti. C'è chi si commuove nel vedere il dolore dei propri simili, c'è chi sa pensare solo al proprio, di dolore. E allora? Forse il vero problema è che chi non sente alcun coinvolgimento emotivo pensa di doversi giustificare perchè la nostra cultura (cattolica) ci impone di mostrare compassione anche quando non la proviamo per nulla. Personalmente propongo la mia soluzione: se mi commuovo, lo dico, se no, pure. In questo caso mi commuovo, eccome, anche se tra i coinvolti non ho parenti e anche se non sono cattolica. E non mi sento per nulla ipocrita. Cosa ci volete fare, sono solo un essere umano che piange la morte di altri esseri umani.

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  5. Un essere umano anonimo!

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