LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 31 ottobre 2008

Mi biodegrado e mi spezzo anche

Nel mio cassetto dell'intimo tengo sempre due sacchetti, uno un po' più grosso, per contenere l'intimo pulito, e uno un po' più piccolo, per contenere quello sporco, quando vado via.
Dato che domani vado via ( a proposito, non mi dovreste leggere fino a lunedì, a meno che non sia colta da febbre del blogger spaesato calamitato in internet-coffee viaggifero), oggi ho voluto accedere ai miei mitici due sacchetti nella cassettiera. In realtà, però, di sacchetti ce n'erano più di due, dato il mio ordine leggendario.
Ragion per cui, ne ho preso uno di quelli che di solito non prendo, tanto per dare ai miei sacchetti da cassetto pari opportunità di vedere il mondo.
Ho preso il più grande e ho inziato a metterci dentro mutande calzini canottiere reggiseni eccetera eccetera.
In realtà, però, più ci mettevo roba dentro, più la roba stava fuori, perchè il sacchetto era pieno di buchi, e poi mi sono ritrovata in mano tanti buchi pieni di sacchetto, e poi c'erano solo più buchi e niente sacchetto.

Già, perchè ora la natura conta più di prima.
Dato che la natura conta di più, i sacchetti, invece di essere contati, sono sempre più biodegradabili.
Il che significa che, invece di avere 3 sacchetti biodegradabili di un certo spessore, che riciclo per altri usi oltre quello della spesa, al supermercato mi danno 457845 sacchetti dello spessore delle ali di una farfalla anoressica, con su scritto: "sacchetto biodegradabile". E spesso "usami più volte". Allora tu, ignaro consumatore fiducioso, prendi i tuoi 457845 sacchetti, li pieghi e ripieghi tutti a triangolini pittoreschi, li metti tutti in un sacchettone grosso, e poi li vorresti usare per molti altri usi: peccato che, quando li apri, abbiano già iniziato il loro processo di biodegradazione.
Risultato: usi una volta sola 457845 sacchetti, invece di usare 152615 volte 3 sacchetti.

giovedì 30 ottobre 2008

Fallimento e fastidio

Va bene. va bene.


E' giunto il momento di arrendersi.

Non ce l'ho fatta.

Vi ricordate di questa idea?
Questa qua sotto:



Se non ve la ricordate, cliccate sull'immagine qui sopra e rileggetevi il post, con tutti i commenti.

L'idea sembrava buona, tanto che anche il mitico eiochemipensavo me l'aveva pubblicizzata, e pure Stark si era offerto di partecipare all'hackeraggio.

Ebbene, in tutto questo mese di ottobre ho continuato a inviare alternativamente i tre messaggi di risposta proposti a tutti i sondaggi ( quasi a tutti, quando non ero impegnata a gestire code e pentole a pressione volanti o frotte di adolescenti o frotte di tardolescenti).

L'idea, però, non si è rivelata buona.

Non è mai stata pubblicata una risposta preconfezionata.

Ora, le opzioni sono due, e io propendo fortemente per una delle due.

Ma non vi dico quale.

OPZIONE 1: quelli del tg2 sono troppo forti, e hanno capito che le risposte erano una presa per i fondelli.


OPZIONE 2: quelli del tg2 leggono il mio blog.

mercoledì 29 ottobre 2008

Pressioni incontrollate


Ieri ho deciso di inaugurare la pentola a pressione.

Avevo un blocco ghiacciato di un kg di minestrone 20 verdure, quindi mi sono decisa.

Ho scartato la pentola, ci ho buttato dentro il monoblocco, e ho aggiunto acqua.

Quindi ho chiuso il tutto e ho messo sul fuoco.

C'era scritto: far cuocere per 20 minuti dopo il fischio.


Dopo 10 minuti, ancora nessun fischio.

Però mi sono accorta di avere una commissione urgentissima da fare, proprio sotto casa.

Allora mi sono detta: "vado, e cerco di metterci meno di 20 minuti".


Quando sono stata sotto, potevo vedere il balcone di casa mia dal posto dov'ero in coda.

Lo guardavo, e intanto ho pensato: non è che quando c'è il fischio si deve schiacciare quel pirulino sopra il coperchio, per evitare che la pentola diventi una bomba a pressione?

Mi è venuto l'impulso di mollare la coda e di tornare su a verificare.

Poi ero già troppo avanti, c'erano troppi vecchietti borbottanti dietro di me, l'idea di essere dietro di loro mi faceva venire l'acne giovanile. Allora son rimasta davanti.

Guardavo sempre il balcone.

Ad un certo punto, un bolide d'acciaio ho spaccato il vetro della porta-finestra, ha attraversato con un volo semicircolare il cielo, ed è atterrato in grembo a un mendicante che mendicava dall'altro lato della strada.

Questo mendicante aveva un cartello con su scritto "ò fame".

Ha aperto la pentola e ha visto il minestrone.

Ha storto il naso.

Ché lui, quello che vuole davvero, sono le sigarette.

lunedì 27 ottobre 2008

Dalle stalle ALLE stelle, ma dalle stelle ALLE stalle?


Ieri ascoltavo questa canzone.
Il testo dice:
"No, non è possibile
che l'uomo sia andato sulla Luna
avete mai visto il ritorno
in atmosfera della capsula Apollo?
No, no.
Non sono una professionista
e neanche abbastanza smaliziata
per dire il mio punto di vista:
no, non è possibile
che l'uomo sia andato sulla Luna.
No, no no.
Scusate la franchezza
ma lo pensano molti scienziati
e quindi
no, non è possibile
che l'uomo sia andato sulla Luna.
No, no no.
Ciò che mi riesce incredibile
è che parta dalla Terra
un razzo con uomini a bordo
come un impeccabile lunaggio
e dopo aver saltellato
decolli nuovamente dalla Luna
e torni poi bravino sulla Terra.
No, vi pare possibilec
he l'uomo sia andato sulla Luna.
No, no no.
No, non è possibile
che l'uomo sia andato sulla Luna.
No, no no."
Io non ci avevo proprio mai pensato, che l'uomo possa non essere andato sulla luna.
Poi, però, ho pensato a questa frase:
"avete mai visto il ritorno?"
Allora sono andata su GOOGLE e ho fatto questa ricerca:
"ritorno dell'uomo dalla luna".Guardate cosa esce: tutti risultati del ritorno dell'uomo SULLA luna.
Nemmeno uno DALLA luna...
Non va meglio con le news...
A voi trovare materiale del ritorno dell'uomo DALLA luna...

sabato 25 ottobre 2008

Fame chimica


Ho una fame bestia.
Mi guardo in giro, e in casa non c'è nulla da mangiare.
Apro la dispensa, e non c'è niente.
Apro il frigo, e non c'è niente.
Mi aggiro per la casa come un'assetata nel deserto, in cerca di qualcosa di commestibile.
Ad un certo punto, avvisto in camera la confezione che c'è nell'immagine sopra.
Leggo le istruzioni: ci sono due usi principali, ma ciò che c'è scritto ne sottintende altri.
USO NUMERO 1: "...un gel corpo, per momenti di particolare sensualità e divertimento". Ok, ma in questo momento, della sensualità e del divertimento non me ne può fregar di meno. HO FAME, io!
USO NUMERO 2: "...un lubrificante che aumenta il piacere durante i tuoi rapporti". Ok, ma se prima muoio di fame, è difficile che possa avere rapporti in futuro.
USO NUMERO 3: "...la sua formula è delicata sulla pelle grazie alla vitamina E". Ok, potrei essere affamata ma con una pelle morbidissima. Però mi viene in mente che la vitamina E è comunque edibile. E la cosa mi viene confermata dal soddisfacentissimo...
...USO NUMERO 4: "...ha un piacevole sapore dolce". OOOOOOOOOOOOOk, aggiudicato.
Prendo una tazza da colazione bella grande.
Verso tutto il contenuto del tubetto nella tazza.
Mi armo di cucchiaio e me lo mangio.
Però, la prossima volta, caro addetto al lay-out del packaging dal lato copy-writer ( faccio la figa, ma non so bene di che stia parlando, ché se so l'italiano e il francese per caso fortuito è già un miracolo), DILLO, CHE STO COSO SA DI INSETTO.

martedì 21 ottobre 2008

Prospettive

Ieri c'era un autista. Autista, nel senso di persona alla guida di un'automobile.

Questa volta, secondo me, era un uomo.

Probabilmente un attore, o uno di quelli che amano stare al centro dell'attenzione e a cui piace fare le cose originali.

Era là, nel traffico di Torino, immerso in corso Galileo Ferraris.

Il cielo era grigio, le macchine grigie, le facce della gente grigie, l'asfalto grigio, e gli è venuto un grigiore dentro, e ha detto no, no, questo grigiore non lo voglio, devo fare qualcosa.

Cosa fare, cosa non fare, e intanto il grigio avanzava, e stava quasi per diventare anche lui un uomo grigio.

Bisognava fare subito qualcosa.

Bisognava vedere subito le cose da un'altra prospettiva.

Allora, ha accelerato come un pazzo, è salito con la ruota destra sopra il marciapiedi, poi sopra il palo del semaforo, e la sua macchina, bel bella, si è ribaltata là, in mezzo alla strada.

E lui si è messo a guardare il mondo al contrario.
Come gli sporcelli, che attaccavano tutto il loro appartamento al soffitto con la colla nontimolla e poi si giravano a testa in giù e gambe in su. Ma, come tutti ben saprete, poi gli sporcelli si sono presi la restringite, e qui siamo in una società civile, dove la tutela della salute è per tutti, e non si poteva permettere che a questo uomo appartenente alla società la testa entrasse nelle spalle, le spalle nel busto, il busto nel bacino, il bacino nelle ginocchia, le ginocchia nelle caviglie, le caviglie nei piedi, e che di lui non rimanesse che un mucchietto di vestiti e le scarpe.

Del resto, la restringite èuna malattia molto meno socialmente accettata rispetto alla grigite.

E così, l'hanno portato via.

Quando sono passata di lì in bici, c'era solo più la macchina.

lunedì 20 ottobre 2008

Entre les murs


Mi chiedevo se questo film fosse un documentario o no.
Poi mi sono detta di no.
Perchè?
  • Ragazzi quasi sempre seduti;
  • ragazzi che interagiscono con il prof SEMPRE;
  • silenzio di sottofondo.

Mettete ragazzi quasi sempre in piedi, che gridano quasi utto il tempo, che interagiscono con te ogni tanto, ma ogni tanto non vuol dire sempre, e ottenete qualcosa di simile alla realtà.

Bel film, da vedere.

venerdì 17 ottobre 2008

SONO RAZZISTA


Sono razzista.

Non vorrei, ma non posso.

E' da quando sono piccolissima che sono razzista.
  • Ero razzista quando a due anni seguivo il vu cumprà sulla spiaggia perché era nero, e cercavo di capire se si era dato la tinta, e gli davo una carezza per vedere se era ancora fresca. Di solito non seguivo i bianchi in spiaggia.

  • Ero razzista quando andavo a insegnare l'italiano agli stranieri. Non mi sarei alzata tutti i sabati all'alba per fare lezioni di francese alla mia vicina di casa caucasica.

  • Ero razzista quando fallivo nel tentativo di convivere nel privato con persone di cultura diversa dalla mia.

  • Ero razzista quando preferivo gli immigrati agli indigeni.

  • Ero razzista quando, in spiaggia, rifuggivo i magrebini. Con le altre persone parlavo.

L'unica cosa in cui posso sperare è l'integrazione tra le culture a livello di Paese, dato che a livello individuale e, soprattutto, privato, e, ancor di più, intimo, proprio non ci sono riuscita.

Ora che leggo questo, e poi questo, mi chiedo cosa vada più nel verso dell'integrazione, come surrogato ultimo del non-razzismo forse irrealizzabile, perlomeno non realizzabile fin nei nuclei delle più piccole cellule che esistono su questo mondo.

La mozione Cota, proposta dalla Lega, propone classi differenziali per gli alunni che non passano test di italiano all'ingresso delle scuole. Io non dico che questi stranieri non debbano imparare l'italiano, ma non sono d'accordo con le classi differenziali per i seguenti motivi:

  1. i corsi di alfabetizzazione esistono già, a latere rispetto alla normale frequenza scolastica, e si potrebbe perfezionare questo aspetto, che è già avviato, invece di investire soldi in un progetto complicatissimo che richiede uno sforzo organizzativo di cui forse le scuole, nello stato ( e Stato) in cui versano, non sono all'altezza ( o bassezza). Un'idea potrebbe essere quella di organizzare un mese di corsi intensivi PRIMA che inizi l'anno scolastico, in modo che chi non sa la lingua possa imparare le basi;

  2. è importante essere in una classe in cui non ci sono solo stranieri ( normocomposta) fin dall'inizio, perchè altrimenti si rischia di creare gruppetti monoculturali, da cui poi sarà difficile uscire. Un gruppetto monoculturale si può facilmente formare in poco tempo, e lo può fare anche in una classe integrata, figuriamoci in una in cui ci sono molti più esponenti dello stesso gruppo culturale insieme. Questo capita non solo a scuola, ma nelle società in generale, e non mi pare il caso che la scuola incoraggi situazioni che facilitino l'isolamento di una classe culturale nella sua bolla.

  3. pensateci: se vi trovate in Inghilterra da soli, e dovete sopravvivere, e magari vi interessa pure quell'inglese lì, che incontrate ogni tanto, siete più o meno stimolati rispetto all'essere in Inghilterra insieme a 4 o 5 italiani, 5 o 6 spagnoli, 7 o 8 francesi, in una scuola dove c'è un solo inglese, il vostro professore, che vi insegna l'inglese? La necessità aguzza l'ingegno, e l'integrazione aguzza l'apprendimento della lingua.

  4. il mio terrore è che, seppur l'idea di classe differenziata preveda pochi mesi di "isolamento", per poi essere integrati in una classe "normale" ( cosa già di per sè non molto bella ai miei occhi), una volta formate ( faticosamente) le classi, poi queste rimangano immote per molto più di qualche mese. Siamo in Italia, il Paese dove nulla è definitivo come il provvisorio!

  5. se le classi "normali", senza immigrati che devono imparare la lingua, procedono più velocemente nel programma, e quelle differenziali, dovendo insegnare anche la lingua, vanno ragionevolmente più adagio sui programmi, " i differenziali" rimarranno sempre indietro rispetti ai "normali", e si creerà una crepa di scissione tra i due che farà sì che le classi "differenziali" si perpetuino nel tempo.

Ma vi rendete conto di cosa ho scritto nel punto 5? Ho fatto una differenza tra "differenziali" e "normali": insomma, due classi di persone, le persone di serie "differenziale" e quelle di serie "normale".

A questo porta la mozione Cota.

PS Da ricerca condotta da Fischer e Fischer nel 2002, risulta che il sistema scolastico attualmente vigente non solo non costituisca un ostacolo per gli stranieri, ma anzi possa diventare uno strumento di mobilità sociale. Infatti, su un campione di 500 studenti stranieri di terza media, a parità di condizione sociale, gli autoctoni hanno avuto un 30% di insuccesso scolastico, contro il 23% degli immigrati!! Del resto, in Italia, le uniche cose che derogano al principio secondo cui nulla è definitivo come il provvisorio, sono quelle che funzionano, che vengono immediatamente cambiate.

giovedì 16 ottobre 2008

Che fortuna!


Certo che di mattina si ritiene che la tv sia guardata da un certo target.

Certo che io forse non faccio parte del target specifico di quelli che guardano il tg di rai due alle dieci del mattino ( a proposito, il giochino rimane sempre da attuare, e i sondaggi sono tornati!).

Però, stamattina mi sono sentita molto, molto rincuorata.

Infatti, c'è gente che si sente sollevata se:
  • non ha perdite urinarie ( e io non le ho, quindi dovrei sentirmi sollevata);

  • non ha la dentiera che balla ( e io non ho la dentiera, al massimo mi ballano i denti se mi prendo un pugno sul grugno);

  • non ha le controindicazioni della menopausa ( e io ho ancora un po' di anni prima di preoccuparmene, a meno che non decida di farmi sterilizzare nei prossimi giorni).

Penso che registrerò tutte le pubblicità mattutine per guardarmele e sentirmi incredibilmente fortunata.

O, forse, mi basta registrarne tre minuti, dato che le tre pubblicità erano una dopo l'altra!

mercoledì 15 ottobre 2008

File militari


Ogni tanto corro su una strada squallida, anonima, in mezzo alle case, senza un albero, con le macchine che passano. Insomma, una schifezza.

Oggi, però, c'era un elemento in più.

Per due chilometri, ho avuto, in senso opposto e contrario, una fila di militari che marciavano, con tanto di uniformi, armi, fiocchi e controfiocchi. Erano uno dietro all'altro, a gruppetti di sei o sette, con uno stacco di una decina di metri da un blocco all'altro.

Non era che mi piacesse molto, correre in senso contrario e opposto a questo serpentone umano.

Ma, soprattutto, ho iniziato a chiedermi: ma chi glielo fa fare, di camminare così, inutilmente, senza una meta, su una strada squallida, anonima, in mezzo alle case, senza un albero, con le macchine che passano?

Poi, però, mi sono risposta: il loro superiore gerarchico.


A me, invece, chi lo fa fare?

...

...

...

Io stessa.

martedì 14 ottobre 2008

Il ritorno alla carta


Siamo in un mondo multimediale.

Tante persone sono multimediali.

Io stessa sono multimediale, a volte anche troppomediale.

Non che mi faccia schifo, tutta questa multimedialità, ché, se media vuol dire mezzo, più mezzi si hanno, tanti più interi si possono ottenere ( il doppio dei mezzi, fatti i conti in tasca).

Però, come già detto, essendo io una persona instrinsecamente contraddittoria, sono spesso colta da quella nostalgia, tra l'altro facilmente risolvibile, della carta stampata.

Allora, coinvolgo anche voi in questo vortice cartivoro, e vi invito a guardarvi intorno.

Ecco, non so dove siate, ma osservate i vostri dintorni, e prendete il primo libro che vedete. Sempre che non appartenga a un estraneo. In tal caso potreste comunque chiederglielo in prestito per tre minuti.

Spero che non sia una guida del telefono.

Sarebbe bello se fosse un libro letterario.

Comunque, apritelo a caso.

Leggete un pezzo. Tipo quando avete fatto questo, ma sul cartaceo.

Annusate anche un po' i fogli.

Toccateli con i vostri polpastrelli consunti dalle tastiere.

Magari vi fa bene.


PS Se non avete libri intorno, potete sempre comprarne uno dei miei ( in vendita nella colonnina a destra), ma non avrà quell'odore di carta vecchia che sarebbe aupicabile. E poi, dovreste leggere anche altro scritto da me, oltre a questo e agli altri post, il che potrebbe portarvi a una morte per overdose.

lunedì 13 ottobre 2008

Microonde multitache

E' vero, il microonde ha un sacco di funzioni, e risolve un sacco di problemi culinari.
Ma questa ricettina credo non l'abbiate ancora provata ( o forse qualcuno sì).

INGREDIENTI

un microonde;
1 accendino/fiammiferi;
due sottotazzina da caffè;
un bicchiere bello grosso, tipo boccale da birra;
un pezzo di carta arrotolato.

SVOLGIMENTO

Aprite il mocroonde, e piazzate i due sottotazza sul piatto. Appoggiatevi sopra il boccale rivolto all'ingiù, in modo che ci sia uno spazio tra il boccale e il piatto. Se non riuscite con i sottotazza, procuratevi altri sostegni, purchè introducibili nel forno in funzione senza danni. Quindi, accendete il pezzo di carta arrotolato e piazzatelo sotto il bicchiere, in modo che la fiamma rimanga al suo interno. Con la fiamma ancora accesa, chiudete lo sportello e accendete il forno a potenza massima.
Allontanatevi e osservate cosa succede.

Assicuro che non vi esploderà in microonde, e non vi saranno danni osservabili.

Vi consiglio caldamente di provare a fare l'esperimento senza guardare cosa succede ( cosa che potete fare cliccando qui ). Ché se no vi rovinate la sorpresa.

sabato 11 ottobre 2008

Spleen


"Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l’ésprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l’horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits;

Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l’ésperance, comme une chauve-souris,
S’en va battant les murs de sons aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris;

Quand la pluie étalant ses immenses trainées
D’une vaste prison imite les barreaux,
Et qu’un peuple muet d’infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,

Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrement.

Et de longs courbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme; l’Espoir,
Vaincu, pleure, et l’Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir."




(Charles Baudelaire)




( Traduzione per chi non sa il francese - scritta in piccolissimo, così magari vi viene voglia di imparare il francese, invece che stare lì a temperarvi le pupille:




Quando basso e pesante il cielo grava
Come un coperchio al gemebondo spirito
Preda di lunghe accidie, e a noi, abbracciando
Tutto il cerchio dell'orizzonte, versa
Un buio lume, più triste che notte;



Quando la terra si trasforma in umido
Carcere dove la Speranza, come
Un pipistrello, se ne va sbattendo
Contro i muri la sua timida ala,
Urtando il capo a putridi soffitti;



Quando la pioggia, stendendo le sue
Immense strisce, imita le sbarre
D'una vasta prigione, e un muto popolo
Di ragni infami al fondo del cervello
Viene a tenderci le sue reti,




a un tratto
Campane erompono furiose e lanciano
Verso il cielo uno spaventoso urlo,



Come spiriti erranti e senza patria
Che diano in gemiti, ostinatamente.
E dei lunghi, funerei cortei
Vanno sfilando nell'anima mia
Senza tamburi né musica, lenti.
È in lacrime, ormai vinta, la Speranza;
L'atroce Angoscia mi pianta, dispotica,
sul cranio chino il suo vessillo nero.)

venerdì 10 ottobre 2008

Consigli per vivere sani, belli e rilassati. Insomma, come me. Quasi.


Il nocciolo delle questioni è non snocciolarle troppo, perchè altrimenti, invece di ritrovarvi un nocciolo, vi ritrovate una frantumazione di nocciolato, che convergerà molto meno facilmente verso un equilibrio naturale seguendo percorsi indipendenti dalla vostra volontà. E dovrete anche comprare un aspirapolvere per poterlo far convergere.

Ma dato che so che molti dei miei spigolettori ( grazie, ioshi, per questo neologismo) andranno a snocciolare tutti i noccioli di tutte le questioni, ritrovandosi immersi in un mare di granella, mi riconverto in consulente per gli acquisti.

giovedì 9 ottobre 2008

Spontaneità

Quiz!
La foto che vedete è stata scattata in modo intenzionale o spontaneamente?
Perchè?

mercoledì 8 ottobre 2008

Nevica


Stamattina ero lì che guardavo dalla finestra.

Faceva un freddo cane in casa, ché i riscaldamenti sono ancora spenti e i muri sono spessi e isolano dal caldo che può far fuori, almeno di giorno.

E poi, ad un certo punto, si è messo a nevicare.

Sì, sì, nevicava proprio. Fiocchi soffici e leggeri volteggiavano nell'aria davanti alla mia finestra.

Fiocchi soffici e leggeri nell'aria di un giorno d'inizio ottobre.

E io lì a pancia in giù sul letto, a guardare i fiocchi soffici e leggeri, con la faccia inebetita da prima nevicata della stagione.


Poi i fiocchi soffici e leggeri hanno smesso di scendere.
Del resto, il vicino di sopra non poteva sbattere il piumone per un'ora di fila.

martedì 7 ottobre 2008

Ricchi & poveri

La mia concezione di ricchi e di poveri è sempre stata la seguente:
  • i ricchi sono ricchi perchè hanno delle entrate/riserve pregresse di molto superiori ai loro fabbisogni, ragion per cui, soddisfacendo sia le loro esigenze basali, sia qualche velleità aggiuntiva ( perchè posso permetterselo) avanzano ancora tanto denaro.
  • i poveri, invece, sono quelli che hanno delle entrate/riserve pregresse di molto inferiori ai loro fabbisogni, ragion per cui non arrivano o arrivano a stento a soddisfare le loro esigenze basali.
Ora, mi sto rendendo conto che, in alcune aree dell'Italia ( e credo anche del Mondo, ma non ho verificato), gente che ha più o meno le stesse entrate/riserve pregresse si ritrova ad essere povera/ricca in base ad altri elementi.
Quindi, in queste zone, a parità di entrate ( chiamiamole entrate medio-alte) e riserve ( chiamiamole riserve pregresse nella media) ci sono coloro che:
  • economizzano di più -> si arricchiscono di più, a scapito del godersi la vita -> vivono nell'avarizia -> muoiono ricchi, riservando agli eredi riserve pregresse al di sopra della media.
  • si godono la vita economizzando meno -> rimangono abbastanza poveri -> si godono la vita, forse a scapito degli imprevisti, che li colgono di sorpresa -> muoiono poveri, assicurando ai discendenti riserve pregresse al di sotto della media.

Questa potrebbe essere la dimostrazione del perchè molte persone ricche sono avare e viceversa.

c.v.d.

lunedì 6 ottobre 2008

La macchina della poesia



L'altro giorno ero lì che mi facevo un giro al festival del libro di Mouans Sartoux.

Ho girato l'angolo, e mi sono ritrovata di fronte a una grandissima macchina in cui c'era uno spazio concavo.

In questo spazio concavo bisognava infilare la testa, e si vedeva proprio, perchè c'era un poggiatesta egizio, insomma, si capiva davvero che lì ci poteva solo stare la tua testa.

Ecco il poggiatesta, per chi non credesse all'ineluttabilità dell'appoggiarci comodamente la testa. --------->


In ogni caso,ci ho appoggiato la testa.

E la macchina si è messa a girare girare e girare.

E zacchete.

Da una fessura sul lato è uscito un foglio con delle poesie bellissime, messe insieme dalla macchina attingendo da quello che di buono c'era nel mio cervello.

Che figata, mi sono detta, ma poi mi sono detta anche che così tutti sarebbero diventati poeti.

E se tutti fossero diventati poeti, non ci aarebbe più stato in realtà nessun poeta.

Così, dato che nessuno l'aveva ancora vista, dato che era lì in un angolino, ho preso un piede di porco che guarda caso mi sporgeva dalla tasca e l'ho distrutta, riducendola in pezzettini minuscoli.


Le poesie, però le ho ancora.


Vorreste leggerle?


Eh, no.

giovedì 2 ottobre 2008

Manifestazione a Roma del IX ciclo S.I.S.

Oggi a Roma c'è la manifestazione degli pseudo-docenti del IX ciclo S.I.S., di cui faccio parte.
In effetti, vi chiederete come faccia ad essere qui davanti al pc e anche a Roma. Infatti sono qui e basta. Per il dono dell'ubiquità sono ancora in lista d'attesa. Prima di girare per il mondo con un pc sulle ginocchia connesso via satellite aspetto di avere il cervello lobotomizzato al 100% ( la cosa accadrà verso aprile, quando sarò abilitata).

Ebbene, io sono qui nonostante avessi ferma intenzione di essere là perchè ho deciso di fidarmi delle dichiarazioni dell'Aprea, che assicura che saremo inseriti nelle graduatorie di prima fascia a pettine. Per i non addetti ai lavori, questo significa essere trattati nè più nè meno come i nostri predecessori di altri VIII cicli S.I.S..

Io sono qui perchè mi fido.

Loro sono là perchè non si fidano.

Oggigiorno, chi si fida pare essere lobotomizzato al 90%.
Ecco perchè, prima che sia Aprile, mi manca solo più un misero 10%.

Io , però, in linea generale, preferisco provare ancora a fidarmi, nonostante tutto.

mercoledì 1 ottobre 2008

Pubblicità progresso


Ora, però, aspetto le pubblicità su finlandesi, svizzeri, francesi, tedeschi.